I Mondiali di Calcio ricorrono con frequenza sempre crescente nelle cronache, sorta di tam-tam mediatico che promette di far trovare tutto il mondo dotato di tv piazzato in poltrona in tempo utile per godersi il primo calcio al pallone. Ma il Brasile non è solo sinonimo di Mondiali di Calcio e, a ricordarcelo, ci sono anche le notizie riguardanti le proteste della popolazione o quelle circa lo sfruttamento sessuale di ragazzine (bambine?) derivante dall'accresciuta domanda di "carne fresca" da parte dei turisti, riversatisi nel Paese in gran numero. Il Brasile è anche natura e natura a rischio. Il Brasile è anche la casa del crisocione.
Mai sentito nominare, eh? Comprensibile, dal momento che questo animale, come la saiga, non è particolarmente bello nè tenero; non è, insomma, equiparabile ai batuffolosi cuccioli di foca o alla maestosa tigre. E' un cane. O, per meglio dire, è un antichissimo canide, un fossile vivente di cui si ritrovano le prime tracce già nel Pleistocene e che non è strettamente imparentato con i canidi diffusi oggigiorno sulla Terra. Il suo nome, che deriva dal greco e significa letteralmente "cane dorato", indica alla perfezione il colore caratteristico del suo mantello, adattissimo a mimetizzarsi nell'erba alta e spesso secca delle aree in cui vive (Brasile meridionale, Paraguay e Bolivia); le sue lunghe zampe gli consentono di effettuare poderosi balzi, rendendolo capace persino di cacciare gli uccelli in volo, tuttavia trova molto più semplice e comodo predare le galline, spesso lasciate razzolare libere in prossimità degli abitati, e questa caratteristica, unitamente alla crescente riduzione del suo habitat ed all'urbanizzazione, lo ha reso estremamente raro. La sorta di criniera che gli corre lungo la schiena gli è valsa il nome inglese di maned wolf.
Si stima che in Uruguay e nel nord dell'Argentina sia già estinto e la sua sopravvivenza è seriamente a rischio anche in Brasile. Timido e schivo, a differenza degli altri canidi non vive in branco ed è solitario, caratteristica che rende ancora più difficile localizzarlo in libertà; molte delle immagini che si trovano nel web, infatti, sono state scattate ad esemplari in cattività che, come purtroppo avviene anche per altri animali, sono ormai l'unica garanzia di sopravvivenza di una specie.
(Per approfondire: crisocione - WWF )
Viviana non conoscevo il crisocione e quindi grazie per avercelo mostrato, in occasione di questi mondiali... ed è triste pensare che, mentre lo sport ha una rilevanza mediatica così spropositata, le creature in via di estinzione non ne hanno neppure un pò.
RispondiEliminaSilvia, come scrivo nel post purtroppo il crisocione è solo una delle proverbiali punte dell'iceberg: le proteste in Brasile, la fame di molti, la disperazione di troppi passano del tutto in secondo piano. La speranza è che questi Mondiali servano a dare sbocchi lavorativi, nuove opportunità... ma diciamo che, in tal senso, la storia dello sport in Italia non è che sia di buon auspicio (vedasi scandali di "buchi" milionari, come quello dei Mondiali di Nuoto 2009 di cui nessuno parla più, ad esempio).
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