Bellissima, ovviamente, fisico scolpito e sorriso smagliante, ma anche grande consapevolezza di sè e delle proprie capacità: Nia Sanchez, 63^ Miss Stati Uniti, è sotto i riflettori non solo per la fresca incoronazione ma anche per le feroci reazioni delle femministe ad una sua dichiarazione. Intervistata dal giudice del concorso Rumer Willis circa il diffuso dramma della violenza sessuale nei Campus statunitensi, la ventiquattrenne reginetta ha infatti risposto in questi termini: "Penso che una delle cose più importanti sia che le donne imparino a difendere loro stesse. Io sono una cintura nera di quarto grado e ho imparato da giovanissima che per sentirsi sicure è importante essere in grado di difendersi da sole; credo che questa sia una cosa di cui le donne dovrebbero prendere coscienza ed iniziare a fare qualcosa da subito".
Invece di glissare, Nia è dunque andata dritta al cuore del problema e, anzichè tirare in ballo la trita e ritrita risposta politically correct del "sogno la pace nel mondo", ha utilizzato il minuto a sua disposizione per parlare di autodifesa femminile. Qualcosa di molto simile a quanto visto nel film "Miss Detective", solo che qui si tratta della realtà e che ha scatenato un putiferio.
Le più agguerrite femministe - che già non sono ferventi sostenitrici dei concorsi di bellezza - hanno infatti tuonato reazioni del tipo "non devono essere le donne ad autotutelarsi ma occorre insegnare agli uomini a non stuprare". Posto che una cosa non esclude l'altra, occorrerebbe tener presente anche il contesto in cui la dichiarazione di Nia è stata rilasciata - con tutti i riflettori su di sè, gli occhi degli Stati Uniti puntati addosso, solo un minuto per rispondere mentre preghi di non sbagliare un congiuntivo in diretta nazionale - e, magari, essere anche oneste con se stesse perchè, se è vero che con la violenza non si risolve nulla, altrettanto vero è che non c'è donna che non s'indigni ogni volta che sente parlare ai tg di stupro e femminicidio.
Le più agguerrite femministe - che già non sono ferventi sostenitrici dei concorsi di bellezza - hanno infatti tuonato reazioni del tipo "non devono essere le donne ad autotutelarsi ma occorre insegnare agli uomini a non stuprare". Posto che una cosa non esclude l'altra, occorrerebbe tener presente anche il contesto in cui la dichiarazione di Nia è stata rilasciata - con tutti i riflettori su di sè, gli occhi degli Stati Uniti puntati addosso, solo un minuto per rispondere mentre preghi di non sbagliare un congiuntivo in diretta nazionale - e, magari, essere anche oneste con se stesse perchè, se è vero che con la violenza non si risolve nulla, altrettanto vero è che non c'è donna che non s'indigni ogni volta che sente parlare ai tg di stupro e femminicidio.
Nia, dal canto suo, ha parlato per esperienza personale: ha iniziato a praticare arti marziali quando aveva 8 anni, è diventata istruttrice a soli 15 anni ed oggi è cintura nera 4° grado di Taekwondo; dopo aver vissuto per qualche tempo da bambina insieme alla madre in una comunità protetta, sa quali problemi possono trovarsi a dover affrontare le donne. Sullo stesso palco di Miss USA, poi, proprio durante lo svolgimento di questa edizione sono sfilate diverse Miss che hanno ammesso di aver subìto abusi sessuali nel corso della loro pur giovane vita. In un mondo perfetto non esisterebbero violenze di genere, stupri e femminicidi; se si fosse più civili il rispetto della persona in quanto tale - uomo o donna che sia - sarebbe un fatto acquisito, non un valore cui tendere. Ma il mondo non è perfetto e forse Nia, andando oltre il buonismo da Miss, ha solo avuto "la colpa" di ricordarlo a tutti.
Nessun commento:
Posta un commento