Credo che chiunque abbia condiviso parte della propria esistenza con un cane o un gatto sia portato a pensare che quel cane o gatto fosse assolutamente speciale, unico ed insostituibile. Se si volesse fare una divisione molto sommaria del genere umano, si potrebbe cominciare creando il gruppo “possessori di animali domestici” e il gruppo “non possessori di animali domestici”; quasi certamente i primi non avrebbero alcuna difficoltà a raccontare le prodezze del loro amico a quattro zampe, verosimilmente lo considererebbero parte integrante della propria famiglia e ci sono ottime possibilità che si lancino anche ad elencare i punti che rendono il loro amico peloso assolutamente unico e differente da qualunque altro esponente della stessa razza o persino genere.
Nell’altro gruppo ci sarebbero le persone che ascolterebbero un po’ annoiate questi discorsi, fingendo interesse per cortesia, assolutamente incapaci di comprendere come si possa arrivare a considerare una bestia come un elemento indispensabile del puzzle che è l’umana esistenza.
Io non ho mai ritenuto di “possedere” un altro essere vivente, ma ringrazio Dio per avermi concesso di trascorrere parte della mia vita in compagnia di animali più o meno domestici (tutto iniziò con lo scoiattolo Baffy, poi ci furono un po’ di storie spezzate con dei cani, infine il grande amore Ralf che visse al mio fianco 13 meravigliosi anni, poi ancora Snippy ed infine Pulce…). E ciascuno di questi animali era ed è assolutamente unico ed eccezionale per me.
Io non ho mai ritenuto di “possedere” un altro essere vivente, ma ringrazio Dio per avermi concesso di trascorrere parte della mia vita in compagnia di animali più o meno domestici (tutto iniziò con lo scoiattolo Baffy, poi ci furono un po’ di storie spezzate con dei cani, infine il grande amore Ralf che visse al mio fianco 13 meravigliosi anni, poi ancora Snippy ed infine Pulce…). E ciascuno di questi animali era ed è assolutamente unico ed eccezionale per me.
Proprio da questo presupposto parte anche Licia Colò, che afferma candidamente: “Se avete un gatto, la mia storia con Pupina potrebbe essere simile alla vostra, con un’unica differenza: che io, come voi, sono certa che la sua esistenza sia unica e irripetibile”. Ed è proprio questo, nel libro, che affascina, coinvolge, commuove. La consapevolezza che quella “sua” storia potrebbe essere in gran parte la storia di ciascuno di noi e del nostro amico a quattro zampe.
Editore: Mondadori Data di pubblicazione: 2007
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P.S. Questo libro lo regalo virtualmente alla cara Miciapallina, alle Ragatte e a Paola.