lunedì 31 marzo 2008

Sulle balene, giapponesi infinocchiati


Praticamente nessun abitante del Giappone è favorevole alla caccia alle balene in acque internazionali. Ciò nonostante, ciascun giapponese paga, attraverso le proprie imposte, questa mattanza marina abilmente camuffata da "ricerca scisentifica". Il tutto senza saperlo.

Il sondaggio, condotto dal Nippon Research Center Ltd, che ha visto coinvolte oltre 1500 persone tra i 15 ed i 60 anni, ha evidenziato un risultato quantomeno stupefacente: il 25% dei giapponesi si oppone alla caccia baleniera, il 31% la sostiene e il 44% non ha un'opinione.
Tra questi ultimi, oltre l'80% non è d'accordo con la caccia baleniera in acque internazionali, quindi è contrario alla mattanza in Antartide, ed anche tra i sostenitori della caccia, quasi il 40% non la approva in acque internazionali.

Il dato forse più sconvolgente che emerge dal sondaggio, però, è quello secondo il quale ben l'87% dei contribuenti del Sol Levante non sa di finanziare la caccia alle balene.
Giapponesi infinocchiati, dunque. E balene infiocinate.

Per chi desiderasse avere più informazioni circa la caccia alle balene - e l'opposizione ad essa - è possibile cliccare sulla foto oppure qui.
Qui, invece, trovate notizia di balenieri giapponesi che hanno aperto il fuoco contro gli attivisti.

domenica 30 marzo 2008

Reggio Emilia - genius export


Sono giovani, sono donne, sono intelligenti e colte e... sono cervelli in fuga.

Un fenomeno, sia chiaro, quello della "fuga" dei nostri giovani laureati, esteso a tutto il Paese, ma che deve a Reggio Emilia il fatto che, almeno qui, di questi cervelli fuggitivi si parli: le Dottoresse Maria Chiara Manzini e Sara Benetti hanno scelto di fare il lavoro per il quale hanno studiato e vengono addirittura retribuite per questo! Fantascientifico? Certo, almeno in Italia. Ecco perchè se ne stanno una a Boston e l'altra in Irlanda...

Qui trovate gli articoli.

Non che questa sia una novità dei giorni nostri: Rita Levi Montalcini, ad esempio, negli U.S.A. c'è stata per trent'anni e già nel 2004 ricordava come gli Stati Uniti fossero un paradiso per la ricerca mentre l'Italia si lasciava "derubare" delle più brillanti e giovani menti.

E anche nei rari casi in cui avviene il contrario, cioè che un ricercatore straniero accetti di venire a lavorare in Italia, la strada è decisamente in salita: l'esempio della Dottoressa Sylvie Braibant è eclatante.

Ad oggi, inserendo il suo nome nel sito dell'Università di Bologna, risulta ancora operante presso il Dipartimento di Fisica... chissà se le cose sono effettivamente andate per il meglio o se si tratta solo di un mancato aggiornamento del sito web?

venerdì 28 marzo 2008

Il buon vicinato... è tornato!


Sono tornate! Sono tornate!
Ieri sera, rincasando dopo il lavoro, le ho trovate lì, dietro casa (questa volta ho lasciato, nell'immagine, il bordo del parcheggio e, sullo sfondo, s'intravvede il condominio).
Che bello vedere che non si erano tramutate in costolette!
Non so quanto a lungo resterà nei paraggi, ma sono proprio contenta di questo buon vicinato!

Fitness e welness


Sono tantissime, in tutto il mondo ed attraverso i più disparati canali d'informazione, le persone che quotidianamente propongono metodi per tenersi in forma, dimagrire, aumentare la propria massa muscolare, raggiungere o riacquistare il proprio peso forma.

Una persona come me, da anni praticante arti marziali e discretamente "fissata" in questo ambito, non poteva certo lasciarsi sfuggire l'ultimo ritrovato in tal senso!

L'ho scovato sul blog di Momo, che potrete andare a visitare con calma, ma ora vi segnalo il link diretto alla più strepitosa, incredibile, innovativa, sicura ed economica tecnologia per mantenersi in forma: cliccate qui!

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E adesso via! Tutti di corsa! ... Fino alla più vicina pasticceria...

P.S. Non scherzavo quando ho scritto che pratico da anni arti marziali e che sono piuttosto "fissata" con il benessere, ma sono convinta che per raggiungere il "ben - essere" sia necessario anche sorridere, agguantare il bello della vita, concedersi le piccole e grandi gioie che l'esistenza ci offre.
Il nostro corpo e il nostro spirito viaggiano isieme; scelte che privilegiano soltanto uno mortificando sempre l'altro non potranno mai condurre al "ben-essere".

giovedì 27 marzo 2008

Chiare, fresche e dolci acque


Così come è vero che l'acqua è indispensabile alla vita, altrettanto vero è che non tutti possono beneficiare di questo prezioso elemento. I dati parlano chiaro e la situazione a livello mondiale è tanto allarmante che la Diocesi di Venezia ha proposto, per la Quaresima, il "digiuno dell'acqua minerale": niente acqua in bottiglia, ma soltanto quella del rubinetto.

Ad allontanare le paure che l'acqua che sgorga dalle "sorgenti" delle nostre cucine sia meno buona di quella in bottiglia aveva pensato, già tempo fa, Altroconsumo con una serie di servizi puntuali ed accurati e già nel 2006 erano soltanto due le città italiane in cui era preferibile non bere l'acqua delle fontanelle pubbliche (dalle quali erano stati effetuati i prelievi).

Oggi sono stati compiuti ulteriori passi avanti: da un lato si sta facendo strada l'acqua San Rubinetto, che arriva fresca fresca dalle sorgenti di casa propria; dall'altro anche i ristoratori si stanno muovendo, privilegiando una scelta più ecologica ed economica, con "Imbrocchiamola!".

Qui potete scaricare l'etichetta per fabbricarvi la vostra bottiglia "San Rubinetto", poi qui ci sono tutte le indicazioni su come procedere. Qui invece, cliccando sul logo, potete segnalare i ristoranti nei quali è possibile chiedere acqua del rubinetto "imbroccata". Nei prossimi post di Gnam lo segnalerò anch'io.

La foto qui sopra è stata presa da uno dei "siti che mi piacciono", Juzaphoto.

mercoledì 26 marzo 2008

Anno 2008, viaggio nella schiavitù


"Vengano, vengano, signore e signori, lo spettacolo sta per cominciare!"
Quante volte lo spettacolo offerto dal circo ha suscitato polemiche circa il maltrattamento degli animali (l'ultima, in ordine cronologico, soltanto pochi giorni fa, ad inizio marzo nel cuneese; pochi giorni prima, il tribunale di Palermo aveva condannato il circo Lidia Togni), ma ora a far scattare le manette ai polsi dei proprietari del circo "Marino" è stata niente meno che un'accusa di tratta di esseri umani e riduzione in schiavitù.

Un reato che si sperava estinto allorchè gli Stati Uniti riconobbero che i neri erano dotati di pari dignità ed umanità dei bianchi, ma che invece è ancora vivo e quanto mai radicato.
Perchè, dalle prostitute ai bambini mendicanti, dalle cucitrici ai contadini stagionali, ai garzoni, trovare "manodopera" a bassissimo (se non nullo) costo è un affare estremamente redditizio. Un affare che coinvolge in pari misura stranieri ed italiani, pronti a lucrare sulla vita del loro prossimo. Perchè, se i trafficanti spessissimo sono stranieri (quasi sempre connazionali delle vittime), i "beneficiari" più o meno diretti di questa schiavitù sono spesso italiani.

Le nostre pagine di giornali sono piene di notizie come questa, o che riguardano ragazzini come Bimal, o disabili schiavizzati. E, come asserisce Anna Guaita, oggi ci sono più schiavi nel mondo di quando la schiavitù era legale, tutti in vendita, ad un prezzo che va da pochi dollari fino ai 2.000 euro, in qualunque parte del mondo.

Una "globalizzazione" di cui faremmo volentieri a meno...

martedì 25 marzo 2008

Dovevo morire da vedova nera


La storia di Raissa, della sua famiglia che arranca tra distruzione e sacrificio, della sua martoriata Cecenia. La storia tristemente vera dell’attentato al teatro di Mosca. Vista con gli occhi dei ceceni. Di più: vista con gli occhi delle donne cecene.

In Cecenia ogni famiglia piange un figlio, un marito, un fratello. E dopo il pianto viene la vendetta, perché quando un uomo muore, il giorno del funerale gli anziani del clan si presentano nella casa del defunto: si inginocchiano, pregano insieme e con una mano chiedono perdono a Dio mentre con l’altra stringono i soldi per finanziare la vendetta. E’ così che funziona tra i popoli del Caucaso. Da sempre. Senza distinzione tra musulmani e cristiani. E quando non c’erano più uomini, allora era alle donne che toccava la vendetta. 
Ma ora le cose sono cambiate, nulla è più come un tempo. Le guerre sono riuscite a distorcere e deformare anche le regole vecchie di secoli, che sembravano immutabili, tramandate di generazione in generazione tra i popoli montanari del Caucaso. Perché le guerre sono sempre uno sporco affare, ma si tratta di un affare molto, molto redditizio.Le donne cecene sono donne violentate dai soldati russi, o rese vedove dalla guerra, o madri che hanno perso i propri figli tra i monti come guerriglieri o nelle fosse comuni come martiri per la libertà… 

Le donne cecene hanno decine di ragioni per cercare la vendetta, per unirsi al commando delle vedove nere, e gli uomini sono abilissimi a far leva su questi motivi. Spesso le donne non sanno nemmeno esattamente cosa le attende, quando entrano a far parte del commando delle vedove nere.

Sabine Adler, giornalista corrispondente dalla Russia per una radio tedesca, in Cecenia c’è stata davvero, ha soggiornato nei villaggi devastati dalla guerra, ospite delle famiglie del luogo. E ha messo in questo libro la storia vera di una donna che “ha saputo riscattare la sua vita dal dolore e dall’odio. E ha deciso che il coraggio è più forte della vendetta”.

Titolo: Dovevo morire da vedova nera
Editore: Piemme
Data di Pubblicazione: 2006

Per chi desiderasse approfondire almeno in parte la realtà della donna islamica, consiglio di leggere questo. Inoltre, cliccando sull'immagine del libro qui sopra, accedete al sito delle "donne in nero".

lunedì 24 marzo 2008

I Quater Stagion


Che tradotto dal dialetto significa “Le quattro stagioni”. Qui Davide ed io abbiamo mangiato alcune delle pizze più bbbbuoneeeeeee della nostra storia: pasta sottile e cotta al punto giusto, condimento dosato con maestria (non troppo da stancare, ma decisamente abbondante)… una goduria, insomma!

In più, l’ambiente è confortevole ed è possibile gustare dei manicaretti di qualità, qualora non si desiderasse la pizza: sia primi che secondi piatti, ma mi sento di consigliare in particolare il tagliere con gli affettati misti e la focaccia fatta al momento; viene indicato come “antipasto”, ma in realtà è già di per sé una portata bella sostanziosa e gustosa.

Oggi siamo stati deliziati con il sopra citato tagliere&focaccia, seguito da spaghetti allo scoglio, crespelle ai funghi e risotto "quater stagion" (alle verdure, assolutamente da provare!), cui hanno fatto seguito grilgiata di pesce, fritto misto (leggerissimo, all'altezza della più sopraffina tempura) e tagliata alla rucola e grana. Panna cotta (disponibile al cioccolato, ai frutti di bosco ed al caramello), tiramisù, tartufo bianco e nero, torta tartufata, meringata...
No, spiritosoni, non eravamo solo Davide ed io seduti a tavola! :-)

I PRO: ampia scelta di piatti e bevande; personale competente, celere e cordiale; prezzi decisamente accessibili; dispone di un parcheggio riservato sul retro (e, nel Paese delle barriere architettoniche, val la pena sottolineare che non vi sono scale da fare).

I CONTRO: è ad Orsenigo (che per me significa mezz’ora buona per arrivarci ed altrettanto per tornare…).

venerdì 21 marzo 2008

Buona Pasqua


"Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì la sua bocca; era come agnello condotto al macello, come pecora muta di fronte ai suoi tosatori, e non aprì la sua bocca. Con oppressione e ingiusta sentenza fu tolto di mezzo; chi si affligge per la sua sorte?" (Isaia 53, 7-8).

Non è storia antica. Anche oggi, nel mondo, centinaia, migliaia di persone patiscono per la propria fede, il proprio credo, o anche semplicemente per il proprio modo di essere, di pensare, di agire.
Patiscono i tibetani in lotta coi cinesi; patiscono i cristiani in Pakistan accusati di blasfemia e quelli perseguitati in Arabia saudita ed Indonesia; patisce Hu Jia, arrestato per aver contrastato apertamente il proprio governo ed essere attivista nella lotta contro l'Aids; patisce Taslima Nasreen, costretta a vivere nascosta ed in esilio per sfuggire agli integralisti islamici; patiscono gli egiziani cui viene negato persino il pane, vengono rapiti ed uccisi i salafiti moderati...

A tutti voi, auguri di buona Pasqua. E che sia davvero una Pasqua buona!

mercoledì 19 marzo 2008

Torraca - S'illumina d'immenso


Questa è la storia vera di un paese che funziona, di un sud che lavora e progredisce, di una politica che fa invece di parlare e basta. Questa è la storia di Torraca, piccolo comune dal borgo medievale arroccato attorno al castello baronale, lanciato nel futuro dello sviluppo sostenibile e del risparmio energetico grazie ad un sindaco giovane, colto, volenteroso e davvero... illuminato.

Torraca è, infatti, la prima "led city" a livello mondiale, come orgogliosamente sottolinea già la home page del sito comunale.

Balzata agli onori della cronaca (anche televisiva e internazionale) grazie a questo primato, Torraca è divenuta esempio da imitare e già nel mondo altri amministratori "illuminati" stanno seguendo questo esempio virtuoso, che consente un considerevole risparmio energetico. Raleigh, ad esempio, nel North Carolina, insegue l'ambizioso progetto di divenire la prima città del mondo interamente illuminata a led. Hanno cominciato lo scorso anno con l'illuminare un parcheggio sotterraneo e, ottenuto un risparmio energetico del 40%, hanno pensato bene di procedere con la sperimentazione.

In Italia, inoltre, sono già piuttosto numerosi i Comuni che, pur non arrivando ad eguagliare Torraca, hanno optato per illuminazione a led almeno per quanto riguarda i semafori: un piccolo passo, ma da qualche parte bisogna pur cominciare!

martedì 18 marzo 2008

Il buon vicinato


Queste sono le mie nuove vicine di casa. Anche se non si direbbe, sulla sinistra, fuori dall'inquadratura, sorge il condominio nel quale vivo. Ed alle mie spalle, mentre scatto la foto, dei bambini stanno giocando a calcio in un campo sportivo, un po' distratti dall'insolita visione. In una cinquantina di metri si passa dalla periferia alla campagna...
Le pecore sono arrivate da poco, diciamo che stanno terminando il trasloco. Portate qui, credo, per un buon banchetto a base d'erbetta fresca proprio prima che sul banchetto ci finiscano loro.

Non voglio fare la moralista. Ciascuno è libero di mangiare quel che vuole, seguendo il proprio gusto, la propria storia e le proprie tradizioni. Qui da noi è usanza mangiare l'agnello per Pasqua (anche se il Papa stesso, lo scorso anno, in occasione della Santa Pasqua ha fornito una più che esauriente lettura di come sia inutile cibarsi di agnelli dal momento che per i cristiani l'Agnello immolato per la salvezza è il Cristo), in Cina non hanno difficoltà a mangiarsi i cani... Liberissimi tutti quanti, ci mancherebbe!
A me la carne non piace gran che e men che meno riuscirei a mangiare qualcuno il cui sguardo ha incontrato il mio pochi giorni prima.

Un'idea per il pranzo di Pasqua? Ecco qua!

E le mie nuove vicine di casa placide placide brucano e ringraziano.

lunedì 17 marzo 2008

Judo - Le ragazze italiane espugnano l'Andalusia


Un risultato più che lusinghiero quello ottenuto dalla squadra femminile italiana a Fuengirola. La compagine di casa nostra, composta da dieci atlete, ha fatto incetta di premi: 2 medaglie d’oro, 5 d’argento e 2 di bronzo. Più un comunque apprezzabile quinto posto.

La Spagna padrona di casa, insieme ad Andorra, Danimarca, Olanda, Irlanda e Portogallo, più le rappresentative regionali spagnole (Andalusia, Asturia, Catalogna e Galizia) hanno dato fondo alle loro risorse per dare del filo da torcere alle nostre atlete che, per nulla intimorite, hanno comunque portato a casa un buon risultato.

Pienamente soddisfatti anche i tecnici federali, i quali insistono però sulla necessità di colmare alcune lacune dovute principalmente alla mancanza di esperienza.
Qui trovate l’articolo della Federazione.

domenica 16 marzo 2008

L'appetito vien... guardando


Avete visto la foto qui sopra? Un paesaggio agreste, con tante belle mongolfiere che si stagliano nel cielo azzurro...

Guardate un pochino meglio... Vi è già venuta fame, vero?
La leggenda narra che Carl Warner abbia iniziato a fare questo genere di foto per convincere i propri figli a mangiare più verdure. Che sia vero o meno, certo è che il foodscape (commistione tra food = cibo e landscape = panorama) è una vera forma d'arte che, pur utilizzando ciò che si trova nei più comuni frigoriferi, richiede giorni di preparazione e tavolate decisamente... extralarge per consentire la realizzazione della profondità.

Montagne di pane, alberi di broccolo, mongolfiere di aglio e limone, mari artici d'insalata, case di formaggio con nubi di mozzarella ed atolli di pane e patate in un oceano di salmone per questo mondo della cuccagna che incanta lo sguardo e... aumenta considerevolmente la salivazione!
(Le foto le trovate sul sito di Carl Warner, cliccando sul quadrato arancione secondo da sinistra, e, più agevolmente, qui).
E se immaginare di mangiare una testa di Giuseppe Arcimboldo, come questa "Estate", poteva causare qualche rimorso di coscienza e risvegliare atavici tabù di cannibalismo, far man bassa dei cipressi del sig. Warner ("chiome" di prosciutto crudo su "tronchi" di grissino) non comporta nessun pentimento!

venerdì 14 marzo 2008

A.A.A. voto in cattivo Stato vendesi


La fatidica data delle elezioni si avvicina, ma lo spettro astensionismo sembra più che intenzionato a non andarsene. E, nella marea degli indecisi e dei delusi, c'è anche chi ha escogitato un modo per protestare e... lucrare: la vendita del voto.

Da nord a sud, senza distinzione, le inserzioni di "voto in vendita" si moltiplicano sul web, sul celeberrimo ebay ma non solo. I "prezzi" sono decisamente vari: si va da una base d'asta di 1 centesimo, puramente simbolica, fino alla cifra corrispondente allo... "stipendio di un parlamentare" (tanto chiede per la sua opera d'arte Carlo Cecaro a Milano, che trovate anche qui).

Sebbene la legge proibisca espressamente la cessione della propria preferenza all'urna elettorale, gli inserzionisti non mancano. C'è chi, come "Venom" di Legnano garantisce all'acquirente una prova fotografica con data e ora del voto acquistato; chi, come il torinese "Barsport2000", offre quale omaggio a chi acquista il voto una fetta di prosciutto o mortadella (a scelta); chi, come Gianluca Manzieri della provincia di Napoli, asserisce: "vendo il mio voto a chiunque, di centrodestra o di centrosinistra, prima delle elezioni risolva definitivamente il problema dell'immondizia. Vogliamo la dignita' che ci spetta. Che peccato abbiamo commesso per essere trattati come animali?".

A meno di un mese dalla chiamata alle urne, che sia già tempo di saldi?

Buon fine settimana e... non datevi alle "spese folli"!

giovedì 13 marzo 2008

Come rubare un milione di dollari e vivere felici



Quando il mio lato “truzzo” rischia seriamente di prendere il sopravvento, è nel suo aiuto che confido per ristabilire l’equilibrio. Come “suo di chi”? “Suo” di Audrey Hepburn, naturalmente! La creatura più femminile, dolce e raffinata che abbia mai calpestato il suolo di questo pianeta.

In questo film lei è la figlia di un ricco ed abilissimo falsario di opere d’arte, contraria al “lavoro” scelto dal genitore e caparbiamente portato avanti nel corso degli anni, ma non per questo disposta a lasciare che venga arrestato. Quando viene a conoscenza del fatto che suo padre è in pericolo e potrebbe venir smascherato, decide di aiutare un ladro di alto livello a rubare da un museo la scultura “di famiglia” attribuita a Cellini, ma naturalmente realizzata da papà, prima che degli esperti d’arte possano esaminarla…

Questa la ritengo la “classica” commedia con Audrey Hepburn: ironia e sentimento si intrecciano alla perfezione e già la custodia del dvd (o la locandina del film, se preferite) è accattivante ed ironica, con una splendida Audrey dalla cui borsetta da giorno sbucano tutti gli arnesi del perfetto scassinatore.

mercoledì 12 marzo 2008

Di che spesa sei?


Ci sono diversi modi di fare la spesa. C’è chi privilegia la rapidità: arriva, arraffa ciò che gli serve (pasta, tonno, dentifricio, uova, detersivo…) e si precipita alla cassa; c’è chi sta attento ai costi: sceglie il formato di pasta più conveniente, opta per il tonno in confezione risparmio, prende il dentifricio in offerta ed il detersivo in formato gigante…
C’è poi chi, oltre a valutare il prezzo, se ne sta lì davanti allo scaffale, girando e rigirando il flacone o il pacchetto tra le mani, alla ricerca dei disegnini. Quali disegnini? Quelli che certificano che quel
dentifricio o quella crema mani non è testato su animali, quelli che mi assicurano che quel tonno non è pescato uccidendo delfini, quelli del mercato equo e solidale… E le uova? Loro non hanno disegnini, ma un numero identificativo che permette ad esempio di capire se provengono da galline allevate in batteria o allegramente razzolanti nell’aia. E, di certo, queste persone preferiscono andare nei centri che permettono di effettuare questa scelta (Esselunga, Gs, Coop, Pam, tanto per citarne alcuni).

Com’è la mia spesa? Beh, non tutte le volte che la faccio ho la possibilità di comportarmi come nell’ultimo caso: o sono troppo distante da uno dei “miei” supermercati di fiducia, o mi serve proprio “quel” prodotto specifico, o sono troppo di corsa, o la differenza di prezzo tra il prodotto “etico” e quello “non etico” è davvero troppo elevata… Però, lo confesso, anch'io mi do alla caccia di delfini, barchette e coniglietti disegnati e cerco di essere una consumatrice critica e consapevole, sempre tenendo bene a mente che non sempre un disegno basta come garanzia, come appare evidente qui. E voi, di che spesa siete?

martedì 11 marzo 2008

Belle ad ogni costo



L’impressione è che si stia davvero perdendo la bussola, che ci sia una nebbia diffusa che offusca il buon senso lasciando intravedere solo la luminosità della bellezza esteriore. Una bellezza fulgida, splendente, ma luminosa della luce fredda ed artificiale di un neon.
Prima le già belle ragazze e modelle che si uccidono di anoressia, poi il sito per incontri amorosi “
vietato ai cessi”, infine, almeno per il momento, i genitori britannici che vogliono sottoporre la figlia con sindrome di Down ad interventi di chirurgia plastica per rendere “normali” i suoi lineamenti.

Da sempre l’uomo ha cercato la bellezza e sempre, nei millenni, la bellezza si è mutata, modificata, evoluta. “La bellezza è negli occhi di chi guarda”, asserisce l’aforisma, e di certo non sbaglia: tra la
Venere del Paleolitico e Naomi Campbell non ci sono grandi somiglianze, Audrey Hepburn e le pingui rotondità di Botero non potrebbero essere più differenti tra loro. In termini evolutivi, la bellezza è sempre stata ricercata in quanto rivelatrice di buona salute e benessere: i fianchi larghi, buon auspicio di fertilità e facili procreazioni; la pelle candida, garanzia di vita agiata e ritirata all’epoca in cui le donne della plebe lavoravano i campi e, quindi, si scurivano la pelle sotto il sole; il fisico asciutto e quasi androgino quando la donna doveva gridare al mondo il suo valore come essere vivente prima ancora che come femmina…

Non solo credo che non ci sia una sola bellezza, ma ritengo che la bellezza stia proprio nella diversità. Se tutte somigliassimo alla più bella delle donne, questa di colpo non sarebbe più “la più bella” ma soltanto una tra tante. Al di là dell’aspetto fisico, ed è questo ciò che temo si stia dimenticando, ci sono una molteplicità di caratteristiche che rendono ciascuno di noi unico ed irripetibile. Chi si uccide di diete, chi si strugge perché non è stato accettato nel sito riservato ai belli e persino i genitori di questa piccola bimba Down potrebbero concentrarsi più su ciò che si è e meno, infinitamente meno, su ciò che si appare.

domenica 9 marzo 2008

Campania - Morire d'immondizia


Ve lo prometto, in futuro cercherò di non parlare più dei rifiuti campani. Dopo questo post, e questo, e questo che scrivo ora, forse ne ho già parlato troppo… Ma la tristezza e la rabbia sono tali che non posso non esprimerle! Se me le tengo dentro, esplodo!

Questa sera, in un impeto di masochismo, ho voluto cercare di capire qualcosa di più dell’intera vicenda. Qualcosa che andasse oltre le notizie col contagocce e sempre debitamente filtrate che ci arrivano dai tg (più spazio dato all’elezione di Miss Padania che ai rifiuti che uccidono la Campania e non solo). Così ho guardato
Report, su Rai Tre. Nel tentativo di capire, una volta per tutte, di chi fosse la colpa di questo sfacelo. Perché i cassonetti che non vengono svuotati, la raccolta differenziata che non viene fatta, le strade che non vengono ripulite sono soltanto la punta dell’iceberg.

Ho da poco appreso, ad esempio, che ad Acerra le pecore pascolano sopra un terreno che E’ una discarica. E muoiono. Perché si nutrono di erba alla diossina, respirano diossina, bevono diossina. Partoriscono agnelli deformi che non raggiungeranno mai l’età adulta. E sono custodite da pastori che sviluppano forme tumorali e muoiono, divorati da dentro, come le pecore cui badano.
Ho da poco appreso che in Campania i siti da bonificare sono oltre 2500, quasi il doppio della Lombardia, e che in 5 anni di questi siti non ne è stato bonificato neppure uno.
Ho da poco appreso che la Montefibre, fabbrica di poliestere inquisita (per omicidio colposo a seguito della morte di numerosi operai con patologie legate anche all’uso di sostanze cancerogene e diffidata per inquinamento della falda), sta a due passi da dove pascolano le pecore e da dove vengono coltivati ortaggi che ci ritroviamo poi in tavola.
E ho appreso anche che i campani non vogliono più discariche perché non vogliono altri siti da bonificare in futuro, che, come quelli già esistenti, non verranno bonificati mai.

Perché c’è già la vicenda delle sponde dei Regi Lagni che parla chiaro: sono da bonificare da rifiuti speciali, da rifiuti ingombranti, da rifiuti pericolosi e da rifiuti normali. La regione Campania, 5 anni fa affida i lavori ad una sua società, la Recam, che per l’occasione assume 400 lavoratori, li piazza un po’ qua e un po’ là e non controlla il loro operato; così questi dicono “noi non possiamo lavorare: non ci danno i guanti, non abbiamo i camion per caricare la roba e quindi siamo costretti a girarci i pollici”, chi li paga invece dice “no, loro devono solo tagliare le erbacce”. Cioè devono fare l’unica cosa che si potrebbe tranquillamente rimandare. Questo perché a togliere i rifiuti ci deve andare un’altra ditta che però nessuno ha mai visto…
E poi c'è Vito Amendolara, direttore di Coldiretti Campania, che propone di riconvertire i terreni ed utilizzarli per no-food: ci si piantano fiori invece di cavoli e fragole, ci si mette la colza invece di portarci a pascolare le pecore che poi ci mangiamo sulla tavola pasquale o che ci danno il pecorino... Insomma, si usano questi terreni ricavandone profitto e senza doverci nutrire poi del prodotto. Una bella idea, no? Ma riconvertire i terreni costa e i soldi, elargiti a pioggia, sono già finiti tutti, mangiati a più livelli e più riprese da interventi che non hanno portato ad alcuna soluzione.

Quindi la colpa non è di chi non fa la raccolta differenziata, la colpa non è di Bassolino, la colpa non è di chi bagna le fragole delle sue serre con acqua di falda contaminata, la colpa non è di chi prende rifiuti dal Veneto e poi invece di eliminarli li rivende come compost, la colpa non è dei sindaci che spostano l’unico poliziotto addetto alla tutela ambientale e lo mettono di servizio al museo di Pulcinella (vi giuro, l'hanno fatto davvero!), la colpa non è dei lavoratori socialmente in-utili che vengono assunti per non lavorare e percepiscono 800 euro al mese per giocare a carte, prendere il sole e schiacciare pisolini pomeridiani, la colpa non è di chi toglie i sigilli dai pozzi messi sotto sequestro per continuare ad irrigare il proprio campo e, naturalmente, la colpa non è del Governo di Roma nè dei 14 anni di commissariamento (costati - cifra accertata al 2006 - 2 miliardi di euro)… La colpa non è di nessuno, come sempre.

Chi ha avuto ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato ha dato, scurdammoce ‘o passato simm a Napule paisà!

P.S. per chi fosse masochista come me, qui trovate il testo integrale della puntata e qui l'articolo scritto lo scorso ottobre dall'autore della foto in apertura.

venerdì 7 marzo 2008

Il gabbiano Jonathan Livingston


Dovete sapere che ho una specie di venerazione per la carta stampata: non spiegazzo i giornali, non faccio orecchie alle pagine, non evidenzio parole e concetti (mai fatto, neppure quando studiavo: segnavo le cose rilevanti solo a matita, così da poter poi cancellare il tutto).

Ebbene, nonostante questo mio rispetto reverenziale, “Il gabbiano Jonathan Livingston” è forse il libro più “maltrattato” che possegga. Perché l’ho letto e riletto almeno un centinaio di volte. Perdendomi, sempre, tra le parole e le bellissime immagini di voli di gabbiano (e questo giustifica, in parte, la mia “fissa” per le foto di gabbiani…).
L’intero libro, edito per la prima volta in Italia nel maggio 1977 e giunto alla sua cinquantaduesima edizione nel 2005, è una fiaba – o, forse, una parabola – che ha per protagonista il gabbiano Jonathan Livinston, il quale abbandona la massa dei comuni gabbiani, per i quali il volo è soltanto un mezzo per procacciarsi il cibo, ed impara a volare come atto di perizia ed intelligenza, origine di perfezione e gioia. Jonathan diventa così il simbolo di chi ha la forza e la volontà di ubbidire alla propria legge interiore.

Oltre ad essere il mio libro più letto, è anche quello che regalo con maggior frequenza, perché sono convinta che non ci siano libri buoni e libri malvagi ma soltanto libri che ci insegnano qualcosa e libri che non insegnano nulla; a me “Il gabbiano Jonathan Livingston” ha insegnato molto e spero, con ogni dono, che questi insegnamenti siano utili anche alle persone a cui voglio bene.


Titolo: Il gabbiano Jonathan Livingston
Autore: Richard Bach
Editore: Rizzoli
Data di Pubblicazione: 1977

giovedì 6 marzo 2008

Hello, Dolly!



Un grande musical! Ecco, riassunto in tre semplici parole, questo film.
Ma se le tre parole "un-grande-musical" non vi bastano... continuate a leggere! Una strepitosa Barbara Streisand interpreta il ruolo di una giovane vedova, Dolly Levi, che, agli inizi del ‘900, è divenuta “combina matrimoni” di professione e che mette gli occhi sul ricco quanto avaro mercante Horace Vandergeider (Walter Matthau, altrettanto bravo e credibile nel ruolo). Solare, ciarliera e vivacissima lei; musone, chiuso e riservato lui; i battibecchi si susseguono senza sosta e, come spesso accade nella vita, da un appassionato scontro nasce alla fine un altrettanto appassionata unione.

Costumi magnifici e coloratissimi, una fedelissima riproduzione sia dei mezzi di trasporto che dei locali che dell’intera New York dell’epoca, una stupenda colonna sonora e grandiose coreografie… tutto questo è costato oltre 20 milioni di dollari (tanto è stato speso per la realizzazione del film, anno 1969), ma ha anche fatto sì che “Hello, Dolly!” si accaparrasse ben tre premi Oscar in un sol colpo.
Bello davvero! Un musical in cui la Streisand non risparmia il suo enorme talento vocale arrivando a duettare anche con Louis Armstrong (eccezionale il suo “cammeo”); una storia deliziosa, divertente e piena di sentimento.

mercoledì 5 marzo 2008

Torna il Drago di Primavera


I giorni 5 e 6 aprile 2008 S. Andrea dello Jonio (Soverato) ospiterà il 2° Trofeo "Drago di Primavera", trofeo nazionale open di Wushu del circuito PWKA.

Le iscrizioni devono pervenire entro e non oltre il 20 marzo 2008 e sono previste gare di Forme, Combattimento tradizionale 1°-2° Livello, Lei Tai o Sanda o Tui Shou o Shuai Chiao.

Per ulteriori informazioni ed iscrizioni, cliccate qui.

martedì 4 marzo 2008

I 7 segreti


La mia carissima Vivi mi ha invitata a questo MeMe misterioso misteriosissimo, in cui bisogna svelare 7 segreti e seguire poi queste regole:

• le regole del gioco copierai
• 7 dei tuoi segreti svelerai
• 7 felici vincenti individuerai
• un messaggio per avvisarli invierai
• a consultare il tuo blog li inviterai

Allora, il primo punto l'ho rispettato, ed è già qualcosa per chi, come me, non è ancora tanto pratica di blog e di MeMe... :)

Passiamo al secondo punto. E qui vado già un po' in crisi. Perchè io di segreti non ne ho. Chi mi conosce da un po' di tempo arriva a sapere tuttotutto di me, perchè io sono così, come mi si vede... Va beh, proviamoci lo stesso.

1) Sono Yin/Yang. Nel senso che, anche se ci provo e mi ci metto d'impegno, raramente riesco a trovare sfumature. Per me le cose sono o bianche o nere. O sono felicefelice o sono tristetriste; o ho una voglia matta di andare, fare, disfare, vedere, fotografare o me ne andrei in letargo per un trimestre, con il piumino tirato su fino al mento, appallottolata tra le lenzuola...
2) Amo quel che faccio. E questo si ricollega in parte al punto di prima, nel senso che magari faccio poche cose, ma quelle poche mi ci metto proprio anima e corpo per farle per benino. Poi nove volte su dieci non sono soddisfatta del risultato, mi dico che c'è ancora parecchio da lavorare per migliorare, ma almeno so di aver dato il massimo.
3) Amo la natura e gli animali. Però vorrei vedere estinti i piccioni. Mi fanno proprio uno schifo pazzesco... Sono sudici, pieni di pulci... Bleah! Se fossi stata Noè, sull'Arca avrei caricato zanzare, ragni, topi, serpenti... ma NON PICCIONI (forse anche lui non li aveva caricati, ma quelli se la son cavata volando...)!
4) Amo la natura e gli animali - bis. Però ho il sacro terrore degli squali. Mi basta vederne uno in foto per fare un salto di mezzo metro sulla sedia o sulla poltrona!
5) Adoro leggere, scrivere e fotografare. Leggere perchè penso che da ogni libro si possa imparare qualcosa e perchè talvolta con un buon libro si può varcare la soglia di una sorta di mondo parallelo, venendo catapultati proprio nella realtà di cui si sta leggendo. Scrivere perchè... non lo so! Da quando ho scritto il mio primo tema, in seconda elementare, ho pensato che avrei voluto diventare giornalista... fate voi! Fotografare perchè vedo talmente tanta bellezza attorno a me che ho spessissimo il desiderio di fermare quell'attimo, bloccando così un momento che mi ha dato emozione.
6) Cerco di imparare qualcosa da ogni esperienza. Faccio un sacco di errori, ma tento di non ripetere mai gli stessi.
7) Non sono brava a fare i MeMe (ma questo è proprio un segreto, non ditelo a nessuno!).

E adesso, i magnifici 7. Questo è difficilissimo! Perchè la Vivi mi ha passato il MeMe, la micia è già stata "contagiata" da lei... Mmmh, vediamo... Lo passo a Rosaspina perchè è una persona bellissima che vorrei conoscere un po' di più, poi anche alla Cocci per sapere un po' di più di lei e del suo talento e naturalmente ad Alex e Mari (che valgono per due! Non solo per il MeMe ma perchè sono incredibili!). Uh, e come non citare poi il salumiere Gino? Con la speranza che gli torni la voglia di scrivere... E anche la Filibusta, perchè anche se leggo da poco il loro blog la voglia di conoscerli meglio è proprio tanta tanta! E per finire la Raffa!!! Che so che non le piacciono i MeMe, ma le voglio benissimo e spero che prenda questa mia "chiamata alle armi" per il verso giusto!

Ecco fatto! Ora vi saluto perchè devo adempiere alle ultime due regole... Ciao!

lunedì 3 marzo 2008

13 aprile all'orizzonte

La data delle elezioni si avvicina, ben 177 simboli di altrettanti partiti sono stati presentati (alla faccia del bipolarismo!) e, svelati i simboli, ecco che inizia a farsi luce anche sui nomi.
Nomi "di tendenza", perchè anche in politica la moda ed il marketing pare che funzionino parecchio, come dimostra questo articolo.
Beppe Grillo, ad esempio, ha grande seguito nonostante non appaia da tempo in tv. E allora ecco ben 4 partiti presentarsi con il nome "Grillo" ("Forza Grillo per l'Italia", "Lista del Grillo - no Euro", "Lista Beppe Grillo" e "Grillo presidente"), peccato che nessuna delle 4 abbia anche solo lontanamente a che fare con il comico genovese che, dalle pagine del suo blog come da quelle di quotidiani nazionali, ribadisce la sua totale estraneità a queste liste e la sua decisione di non andare a votare.
Poi, naturalmente, anche altri nomi "attuali": "No monnezza in Campania" e "Casta contro", ad esempio.
E visto che molte persone pensano di non andare a votare, ecco anche la lista "Io non voto"...

La Croce Rossa - i Volontari


Ieri era domenica. Negozi chiusi, giornata di sole, città semi deserta... Ma alla gente capita di sentirsi male, davvero male, anche nelle belle domeniche di sole. E così chiami il 118.

Ed immediatamente (vi giuro, saranno passati sì o no 3 minuti tra quando abbiamo sollevato la cornetta e digitato il numero e quando l'ambulanza è arrivata a sirene spiegate nel nostro giardino!) un terzetto di giovani volontari ti arriva in casa, si prodiga attorno al malato, gli parlano con dolcezza, lo trasportano via...

Dopo, non hanno neppure accettato che offrissimo loro un caffè. Hanno detto che, se proprio desideravamo fare una donazione, era possibile farla alla Croce Rossa.

Il mio grazie va a loro, a chi come loro mette il proprio tempo e le proprie competenze a servizio del prossimo, a chi con pazienza riesce a cavar informazioni da parenti sotto choc, a chi con dolcezza ed umanità si prende cura di chi sta male. Grazie, davvero di cuore!