I delfini e, più in generale, i grandi mammiferi marini affascinano da sempre l'essere umano: che si considerassero reincarnazioni di marinai morti, come nella Grecia antica, o progenitori della propria stirpe, come nel caso di alcuni nativi canadesi, che li si ritenesse mostri marini capaci di astuzie e di azioni diaboliche come narravano i balenieri del '900 o che li si considerasse fratelli in questa nostra Madre Terra, in ogni caso tursiopi, balene, grampi, orche e delfini occupano fin dalla notte dei tempi un posto speciale nell'animo umano.
Alcuni di loro, poi, si sono resi protagonisti - più o meno consapevolmente, più o meno volontariamente - di vicende eccezionali, fuori dall'ordinario, che li hanno portati a stretto contatto con gli uomini e tramutati da animali, per quanto affascinanti ma pur sempre "normali", in simboli. E' questo il caso, ad esempio, dell'orca Keiko, più nota con il nome di Willy - sì, quella del libro e del film "Free Willy" - la cui triste storia non a caso trova spazio nelle pagine di questo libro, scritto da Marco Affronte, naturalista e divulgatore scientifico con al proprio attivo la pubblicazione di sette libri, il più recente dei quali è, appunto, "Jack il delfino".
Oltre a Keiko, catturato in giovanissima età e recluso per oltre un ventennio in acquario, sono però molte le creature che volontariamente hanno scelto di avvicinarsi all'uomo: il Jack che da il titolo all'opera è proprio una di queste, un delfino - per la precisione un grampo - che sul finire del 1880 decise di stabilire la propria dimora accanto ad un'isola della Nuova Zelanda e si dedicò con passione all'accompagnamento delle navi dentro e fuori dal porto, con grande stupore e divertimento dei passeggeri, tanto da divenire il beniamino della zona - anche se purtroppo non mancano mai gli imbecilli, nè di certo mancavano sul finire dell'800 - guadagnarsi il nome di Pelorus Jack e tramutarsi in una sorta di creatura leggendaria al momento della sua scomparsa.
Cosa spinga un cetaceo ad avvicinarsi all'uomo - talvolta correndo grossi rischi e persino arrivando alla morte - resta un mistero a meno che, come nel caso di Keiko o della "piccola" J.J., l'avvicinamento non sia del tutto involontario.
J.J. era un cucciolo di balena grigia che, nel 1997, si agitava solo e spaventato nelle acque basse di Marina del Rey a Los Angeles; la ricerca della madre fu del tutto vana e così il cucciolo - una "bestiolina" che a circa tre mesi di vita e nonostante la denutrizione misurava già 4,2 metri - venne ricoverato all'interno del Sea World. Sottoalimentata, malata e troppo precocemente allontanata dalla madre, J.J. divenne simbolo di una - costosissima - sfida: riuscire a restituire questo animale alla vita selvatica, fare in modo che tornasse ad unirsi alle balene grigie che ogni anno compiono spettacolari migrazioni oceaniche.
Il video della "piccola" balena grigia J.J.
Altre volte, invece, sono proprio gli animali ad avvicinarsi di loro iniziativa agli esseri umani: è questo, ad esempio, il caso di Donald, un delfino che negli anni '70 si era stabilito nelle vicinanze dell'Isola di Man e che non disdegnava affatto la presenza degli uomini, tanto da soffermarsi a giocare con sub e turisti. Di più: pare che Donald si fosse innamorato di una donna, Maura. Di norma cerco di non umanizzare gli animali ed i loro comportamenti, eppure mi viene difficile non parlare di "innamoramento" dopo aver letto che questo delfino non solo aveva creato un rapporto privilegiato e persino quasi esclusivo con Maura, ma arrivava persino ad esserne geloso e "mostrava anche atteggiamenti di tipo sessuale, con comportamenti di possessività [...] oltre a manifestazioni evidenti della sua sessualità come l'erezione del pene".
I casi di lonely dolphins e di cetacei che entrano in contatto continuativo con l'uomo sono dunque numerosi e molto diversificati tra loro; questo libro ne fornisce un'ampia carrellata, approfondendo in modo mai noioso la storia di ciascun caso. Non mancano le vicende di delfini italiani, come Filippo e Andrea, anche se personalmente la storia che mi è piaciuta più di tutte è quella del tursiope irlandese Fungie.
Titolo: Jack il delfino e altre storie di mare
Autore: Marco Affronte
Editore: De Vecchi
Anno di edizione: 2012
Sono sempre fantastici questi animali marini!
RispondiElimina@ Davide, verissimo: fantastici ma anche tanto vulnerabili.
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