domenica 28 febbraio 2010

Buone, verdi notizie



Chi ritiene che l'ambiente sia soltanto bello e decorativo, dovrà ricredersi. Boschi e foreste lavorano e, monetizzando l'attività da loro svolta - attività che diamo per scontata ma che tale non è - si scopre, ad esempio, che l'attività di assorbimento dei gas nocivi presenti nell'aria vale quasi 170 euro ad ettaro ogni anno. E poi, naturalmente, ci sono gli altri "lavori": fornitura di cibo, smaltimento dei rifiuti organici, attività d'intrattenimento ed educative... Complessivamente, il Pil Verde vale sei miliardi di euro.


Il tonno rosso è in via d'estinzione, minacciato come e più di panda e tigri, e l'Unione Europea sta valutando di metterne al bando la vendita. Dall'Università di Bari, però, arriva una buona notizia che metterà d'accordo chi vuol tutelare il tonno e gli amanti del sushi: gli scienziati della facoltà di Veterinaria sono infatti riusciti a produrre milioni di uova di tonno rosso, da allevare in cattività, garantendo così la salvezza degli esemplari liberi.


Ricordate il Monopoli, il gioco da tavolo in cui un terreno diventava prima sede di una catapecchia e poi, via via, di un mega albergo extralusso? Bene, ora c'è Energy Empire, gioco in cui a vincere è chi riesce a passare da una fonte d'energia fossile ad una rinnovabile, in un crescendo virtuoso che lo porterà all'autonomia energetica verde.
Prodotto in soli 100 esemplari, in forma sperimentale, il gioco attende di essere distribuito nelle scuole e... grazie al passaparola, chissà che non possa essere il prossimo eco-regalo di Natale?

La Triennale di Milano ospita, sino al 28 marzo, "Green life: costruire città sostenibili", mostra che celebra la filosofia dell'ecocompatibilità esibendo ottanta casi di città, quartieri, edifici realizzati in armonia con la natura. Da sottolineare che non si tratta di progetti, bensì di interventi di edilizia già concretamente costruiti. Vivere verde, dunque, è possibile. Già da ora.
Cresce costantemente il numero dei Comuni che scelgono il Piedibus: andare e tornare da scuola in orari e con fermate stabilite (come con l'autobus), ma a piedi, accompagnati da genitori o nonni volontari. In Lombardia sono presenti le Province di Lecco, Como, Bergamo, Brescia, Milano, Cremona, Mantova e Varese; cliccando qui potete accedere agli elenchi dei Piedibus attivi, regione per regione.

venerdì 26 febbraio 2010

L'arte del vivere con lentezza



Probabilmente sarà capitato anche a voi di fermarvi un istante, durante una giornata particolarmente intesa ed impegnativa, e di domandarvi: "Ma tutto questo correre a che ci porta?". Deve certamente essersela posta anche Bruno Contigiani, questa domanda, visto che proprio lui, nel 2006, ebbe l'idea della Giornata Mondiale della Lentezza.

In una piazza di una metropoli qualunque (piazza San Babila a Milano nel 2007, Union Square di New York nel 2008, Tokio nel 2009), dove la vita scorre frenetica, per un giorno si multano scherzosamente le persone che vanno di fretta, si consegnano loro i Comandalenti, si tenta di strappare loro la promessa che ne metteranno in pratica almeno uno il giorno seguente, si cerca di intervistarli circa il loro rapporto con il tempo ed il desiderio di vivere meglio.

Perchè questa lentezza non è apatia nè dabbenaggine, non è lentezza dettata dalla pigrizia. Questa lentezza è quella che ti riporta ad un più profondo contatto con te stesso e con chi ti circonda, la lentezza che fa riscoprire il gusto di un caffè sorseggiato senza fretta o di un sms scritto con calma, senza abbreviazioni e magari persino dai modi gentili. E' la lentezza che non ti fa imprecare se perdi l'autobus perchè trasformi la rabbia in una passeggiata verso casa, quella che ti fa decidere di non far straordinari, per un giorno, e dedicare qualche minuto in più a preparare la cena o per mettere un fiore sulla tavola. E' la lentezza che fa rima con gentilezza.

Si può aderire in mille modi diversi, da soli o in gruppo, l'importante è aderire e comunicare la propria adesione agli organizzatori, mandando una mail a info@vivereconlentezza.it

giovedì 25 febbraio 2010

Immigrazione col sorriso



Alla Spezia nasce Io Non Respingo, 30 associazioni unite per la convivenza solidale e contro il razzismo.

Dove può curarsi uno straniero in Italia senza documenti? A Roma, la Caritas diocesana ha stilato la mappa che censisce, Asl per Asl, le strutture ambulatoriali per gli stranieri clandestini. E, sempre a Roma, gli immigrati entrano nella Consulta comunale.

"Nuovi italiani, storie di ordinaria integrazione" è il nuovo Concorso nazionale di corto-metraggi che mira a rendere visibile la buona integrazione, attraverso la produzione di un breve video, testimoniando una delle numerose storie di migranti integrati ed onesti di cui non si parla perchè "non fa notizia". Al concorso possono partecipare filmmaker professionisti, comuni cittadini, scolaresche, membri dell'associazionismo e del volontariato... chiunque, insomma, desideri far conoscere "storie di ordinaria integrazione".

Un Concorso di scrittura è quello proposto a Cuneo e rivolto ai "nuovi cittadini" (immigrati o figli di immigrati): il linguaggio come strumento per la convivenza tra gruppi con origini e storie diverse, verso un nuovo concetto di cittadinanza.

A Treviso agli stranieri piace il dialetto e, addirittura, uno su tre vorrebbe che venisse insegnato a scuola. Dialetto come mezzo per abbattere le barriere, per integrarsi ulteriormente, per comunicare in modo agevole con colleghi di lavoro e vicini di casa.
In dialetto trevigiano non ho trovato nulla, ma per chi volesse integrarsi in Lombardia ho scovato questo filmato: un corso di lingua preparato per due diverse tipologie di studenti: immigrati e teruni.
Gli immigrati possono allenarsi ad apprendere l'italiano seguendo il Conte Dracula; per i teruni sarà invece indispensabile comprendere - e parlare - l'idioma di Gino e Michele.


Attenzione all'inganno della cadrega, sempre insidiosissimo!Presiederà l'esame finale Mario Borghezio.




Il corso avanzato lo trovate qui.

Tornando alle cose serie, ecco Libromigra, la biblioteca multietnica con testi in italiano ed in lingua originale di Torino


mercoledì 24 febbraio 2010

Buone notizie!


C'è un web buono, che si oppone alle idiozie crudeli che campeggiano in Face Book. Un web intelligente, utile e libero. Ad ulteriore dimostrazione che il bavaglio, alla rete, non serve; servono invece controllo e repressione di chi confonde il diritto di parola con il diritto all'idiozia ed all'insulto.

Il microcredito funziona, in Ghana ma pure a Venezia e Brescia! Piccoli prestiti, con differenti modalità, per investire sul proprio futuro e sulle necessità di ogni giorno. E a breve potrebbe partire il progetto di una Borsa sociale, per una finanza etica.

Contro l'isolamento e la disinformazione i nonni puntano sul web. E' cresciuto in modo esponenziale il numero di ultrasessantenni che utilizza internet con disinvoltura: un modo per mantenere i contatti, chiacchierare anche a distanza, restare informati su ciò che avviene in Italia e nel mondo.

A Torino arriva la spesa gratis. Gli alimenti invenduti, magari prossimi alla data di scadenza o con qualche piccola imperfezione (una fragola un po' moscia sulla crostata di frutta, ad esempio; qualche bignè schiacciato sulla Saint Honore...), che negozi e supermercati getterebbero via dopo qualche giorno, vengono ritirati dal commercio e distribuiti gratuitamente agli indigenti della zona.
I negozianti cedono, ad un prezzo di favore, alimenti freschi, pasti cotti, prodotti farmaceutici ed editoriali; questi vengono raccolti e smistati ad anziani ed indigenti, dietro segnalazione dei Servizi Sociali. Un progetto nato sulla scia dei Last Minute Market e rivolto, per ora in via sperimentale, ai residenti in difficoltà ed agli enti assistenziali presenti sul territorio.

Se il bambino non va alla biblioteca, la biblioteca va al bambino: in Colombia un insegnante di buona volontà carica di libri il suo asinello e si inerpica per le più impervie vie, sino a raggiungere i bambini che altrimenti non avrebbero accesso all'istruzione. Il Biblioburro (tradotto suonerebbe tipo "biblioasino") porta cultura, istruzione e svago ai bimbi colombiani.



Un'ultima buona notizia arriva dal mondo degli animali: la Scozia, infatti, ha approvato una nuova legge per la tutela delle foche.

martedì 23 febbraio 2010

Buone notizie, buona giornata!


Ed ecco qualche buona notizia per continuare la mia Quaresima senza astio. Per l'occasione, inauguro anche una nuova etichetta: Buone notizie.

Era stata sottratta ad una di quelle orribili fabbriche in cui agli orsi della luna viene letteralmente "spremuta" la bile - e già di per sè questa era una buona notizia - ma ora si apprende che l'orsa Italia è diventata mamma, nonostante le terribili sevizie subìte. Una vittoria della vita!

E, sempre in tema di plantigradi, non se la passano male nemmeno gli orsi di casa nostra: in Trentino la popolazione è in crescita, con almeno due belle cucciolate!

Una storia che sembra una favola è quella della volpe che chiede aiuto agli uomini. Inseguita da un lupo affamato, la bestiola, pur di non diventarne il pranzo, si è affidata all'essere umano. E la sua fiducia, almeno questa volta, è stata ricompensata dal successo.

E, sempre in termini di lupi, ecco il ritorno del lupo sulle Alpi:




Una favola a lieto fine sembra poi quella accaduta negli Stati Uniti, dove una bimba di tre anni è sopravvisuta dopo essersi smarrita grazie alla sua cagnolina Blue, che l'ha tenuta calda e ha richiamato i soccorsi.

E per chi, andando in vacanza, odia separarsi dal suo amato quattro zampe, ecco finalmente una bella novità: dopo rinvii e tentennamenti è ufficialmente nata la spiaggia Fido Lido.

Un'altra buona notizia che ha per protagonista un cane arriva da Palermo, dove un Rottweiler finito in una cava è stato tratto in salvo da alcuni speleologi.

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Poi ho scovato questo video di un cane che ho il sospetto appartenga ad una blogger di mia conoscenza, la quale però dice di aver solo mici e papere...

lunedì 22 febbraio 2010

Io non lo voglio un mondo così!

Un mondo in cui i bimbi Down vengono definiti "parassiti" e si propone di eliminarli.
Un mondo in cui i ragazzi sono razzisti e xenofobi (e uno su dieci è pure fermamente convinto dell'inferiorità delle donne).
Un mondo in cui
urbanizzazione selvaggia e spregio della natura causano disastri.
...'Orca schifa, non è il mondo, è solo l'Italia! Chissà che altro ci aspetta se allunghiamo lo sguardo fin oltre confine...
E.T., se ci sei, portami via!

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Aggiornamento del pomeriggio.
Ho deciso quale sarà la mia "penitenza quaresimale": non rinuncio ai dolci, nè ai caffè. Provo a rinunciare alle brutte notizie! Sì, dai: quaranta giorni a proporvi solo cose gioiose, allegre, divertenti! Solo notizie positive!
Non raggiungerò la santità, ma hai visto mai che almeno non mi viene un'ulcera?
Comincio subito!
E poi, visto che la Quaresima è già cominciata e io sono in pauroso arretrato, una buona notizia per i golosi: arriva il cioccolato a basso contenuto calorico (che delle diete me ne infischio, lo sapete, ma questo promette di essere perfetto anche per chi ha malattie legate al sovrappeso). E, per prevenire il glaucoma, potrebbe essere utile bere thè verde.
A Napoli nasce Gulp (Gruppo di Umoristi Ludici Postmoderni), che ritiene che ridere sia un diritto inalienabile dell'uomo e trasforma le fiabe giocando con le vocali. Così il gatto con gli stivali diventa il ratto con gli stivali, mentre la Principessa si addormenta sul pivello e a cader addormentata nel bosco è una bulla...

domenica 21 febbraio 2010

Vorrei, ma non posso

Vorrei scrivere qualcosa di arguto, intelligente, ironico. Vorrei, solo, scrivere qualcosa.
Ma in testa ho mille pensieri che - credetemi! - è meglio stiano dove sono.
Quindi: vorrei, ma non posso.
'Notte!

giovedì 18 febbraio 2010

Sdrammatiziamo?

Dopo i post degli ultimi giorni... ci vuole!


Passata prima parzialmente in radio, già mi aveva fatto sorridere. La versione integrale è stupenda! (Anche se loro non è che vadano in giro in bicicletta, eh!)

mercoledì 17 febbraio 2010

Misteri misteriosissimi




Forse dovrei smetterla di leggere. Magari, se mi piazzassi davanti alla tv e guardassi il Grande Fratello e l'Isola dei Famosi, vivrei serena. Perchè se continuo a leggere continuo anche a trovare notizie come questa e, da simili notizie, scaturiscono domande come:
(Come di consueto, cliccando su ciascuna domanda si accede all'articolo)


Quando c'è gente come questo tassista, che ti raddoppia la tariffa del tassametro se stai andando in ospedale, direi che il dubbio sorge.

SI PUO' PORTARE LA TAGLIA 38 E SENTIRSI DIRE CHE SEI GRASSA?
Io vesto la 38. Ma sono anche "tappa". Lei, invece, Coco Rocha, modella canadese, "tappa" decisamente non è visto che è alta ben 178 cm. Eppure, quando dall'impossibile taglia 34 è passata alla 38, è stata licenziata in tronco! Quand'è che tutti, ma in particolare noi donne, ci ribelleremo a questi assurdi canoni imposti dagli stilisti?

QUANDO ARRIVA LA LEGGE SUL FINE VITA?
Il "fattaccio" è avvenuto il Gran Bretagna, ma chissà quanti se ne verificano in giro per il mondo - forse anche in Italia - nel silenzio assoluto. Perchè, diciamocelo, se il Signor Beppino non avesse voluto fare le cose a norma di legge e si fosse limitato a premere un cuscino sul viso della figlia, tante infamie, calunnie, cattiverie se le sarebbe risparmiate. E nessuno avrebbe dubitato del fatto che una ragazza in coma da tanti anni potesse, semplicemente, smettere di respirare ed andarsene.
Come la penso io circa la terribile vicenda di Eluana non è un mistero. Ma non sarebbe ora che ci si attivasse DAVVERO per il testamento biologico?

martedì 16 febbraio 2010

Anch'io chiedo scusa agli albanesi



"Ieri, domenica 14 febbraio, nella mia parrocchia di San Clemente in Cesara (VB) tra i ragazzi presenti c'erano anche alcuni albanesi amici da tanti anni, di una comunità per minori di Pavia, con una casa estiva proprio qui nella mia parrocchia. Durante la predica, ho fatto alzare la mano agli albanesi presenti e ho pubblicamente chiesto scusa a loro per le frasi pronunciate dal nostro Presidente del Consiglio lo scorso venerdì 12 febbraio, al termine di un incontro ufficiale con il Presidente Albanese. "Non voglio che gli albanesi muoiano, non voglio che i criminali arrivino in Italia" ha affermato il Presidente Berisha, e Berlusconi, con una delle sue solite battute ha aggiunto: "Per chi porta le belle ragazze possiamo fare un'eccezione".

Ho chiesto scusa a quei ragazzi, commentando il Vangelo delle Beatitudini di Luca "Beati voi poveri... guai a voi ricchi". Quando ci si sente padroni di tutto, anche le persone, anche le donne diventano merce. Ho detto che è una bestemmia, che viola la sacralità della persona, di ogni persona. Tra l'altro abbiamo anche celebrato durante la messa il battesimo di un bambino, che ci ha offerto lo spunto per ricordare che il Signore ci conosce e ci ama tutti per nome, uno a uno. Per Lui non siamo merce. Sono molto gravi le affermazioni del nostro premier, ancor di più perchè dette da chi ostenta le proprie radici cristiane e cattoliche. Affermazioni di quel genere sono una bestemmia.

L'ho detto durante la Messa, lo ripeto in questo breve scritto, stimolato anche dall'appello "Noi Albanesi indignati..." lanciato da donne e uomini albanesi che vivono e lavorano in Italia, in cui tra l'altro si legge: "Il premier italiano dovrebbe sapere che c'è già chi porta in Italia le "belle ragazze albanesi", e le mette a lavorare come carne fresca sui marciapiedi italinai, oppure in certi finti centri benessere dove benestanti italiani si servono di loro per alleggerirsi dai loro carichi pesanti di lavoro e responsabilità. Sono i trafficanti di esseri umani e la criminalità organizzata che gestisce lo sfruttamento della prostituzione. Elevare un argomento così delicato e doloroso a inopportune battute sessiste e maschiliste, offende il lavoro e l'impegno di quanti si battano affinchè la donna non sia trattata come un oggetto, ma goda di pari opportunità". Anche a loro, come a chi era a Messa ieri, rivolgo le mie scuse.
Nell'attesa che le scuse arrivino anche da chi di dovere e nella speranza che l'indignazione non lasci posto alla rassegnazione. Su alcuni argomenti non si può scherzare!"

Quelle che ho riportato qui sopra sono le parole della lettera che un sacerdote, Don Renato Sacco, parroco di Cesara (Vb), ha inviato al quotidiano on-line Varese News. Anch'io, come donna e come italiana, mi unisco a lui nel chiedere scusa agli albanesi. E invito voi, se lo desiderate, a lasciare un commento alla sua lettera qui o, se preferite, a pubblicare a vostra volta un post sull'argomento.


Il presidente U.S.A. è giovane e abbronzato, il gesto delle corna nella riunione ufficiale di Caceres, la richiesta di baciare l'operaia "più bella e più brava" mentre era in visita in uno stabilimento con Putin (con tanto di inseguimento e cattura della sfuggente fanciulla)... Breve stupidario da bar dello sport del nostro premier: qui.

... E inoltre...
I GUAI DI SILVIO BERLUSCONI - in ordine rigorosamente sparso (cliccate sul Paese, leggete la notizia):
Italia - Ancona (di questa caldeggio la lettura!)
Non escludo che ce ne possano essere altri, in giro…

lunedì 15 febbraio 2010

(D)istruzione



Leggo, non senza un moto di sconforto, questo articolo sul quale sono capitata per caso e al quale, com'è ovvio, non è stata data visibilità:

E, tanto per non lasciar tranquilla la mia ulcera, mi torna in mente la vicenda dell' Istituto Nautico di Messina nella quale sono incappata, sempre per caso fortuito, ieri sera mentre saltellavo di canale in canale tv. Quello che era un istituto di 3 piani è stato smembrato per fare spazio, al piano superiore e a quello inferiore, ad una scuola materna e ad una media; in mezzo i 700 iscritti del Nautico, che però non ci stanno tutti, non ci sono aule a sufficienza. E allora che si fa? Invece di mandare o la materna o la media da un'altra parte (no, per carità, che sarebbe logico!), si danno a questi ragazzi delle stanze in un altro edificio, a qualche centinaio di metri di distanza. Così le ore di lezione per loro non durano 60 minuti e neppure 50, visto che parte del tempo lo trascorrono camminando da un edificio all'altro, mentre gli insegnanti si danno il cambio facendo i "volontari" per accompagnarli da una sede all'altra.
Poi c'è la palestra, che era un'aula di disegno e nella quale non c'è lo spazio materiale per eseguire esercizi fisici. E l'aula di cartografia, tanto stretta che i ragazzi stanno disposti in file da due: impossibile aprire una carta nautica.
E, naturalmente, non poteva mancare la classe costretta alla diaspora! In quest'idillio, infatti, c'è una classe che non dispone di una propria aula e beneficia di quelle momentaneamente lasciate libere dagli altri. La terza a è in palestra? Per quell'ora, usano quell'aula lasciata vuota. L'ora seguente, dopo la "passeggiatina" per strada, usano il laboratorio di fisica, dal quale nel frattempo se ne è andata la seconda e. E così via.

In compenso in Lombardia c'è l'Istituto Leone XIII, in cui non vi sono immigrati nè figli di immigrati. Non per una scelta dell'istituto - spiega la responsabile - ma perchè le rette sono tali da non consentire l'accesso a determinate tipologie di individui. Inoltre - prosegue la dottoressa - essendo l'istituto frequentato da appartenenti alla media/alta borghesia, iscritti che non avessero determinate possibilità economiche si troverebbero automaticamente spaesati ed emarginati, anche solo se dovessero prender parte ad una festicciola di compleanno... Insomma, non sono loro a rifiutare gli immigrati, sono gli immigrati a non iscriversi.
(Qui trovate il link per la trasmissione in toto)

Ma la (d)istruzione, a quanto pare, inizia ancora prima di imparare a leggere e scrivere, visto quanto accaduto soltanto una manciata di giorni fa nel Napoletano, dove sono state dimezzate le ore di sostegno a bimbi disabili.
Se invece vogliamo parlare di distruzione vera e propria, senza "d" messa tra parentesi, abbiamo la testimonianza recente di Magenta, con la sua scuola primaria a rischio crollo, piuttosto che dell'elementare di Porlezza, dove a inizio mese son piovuti calcinacci sugli studenti (due casi in quindici giorni nella sola "ricca" Lombardia, fate voi).

Che altro ci manca? Forse giusto giusto i roghi di libri sulla pubblica piazza...

Aggiornamento del 16/02/2010: scusate, ma parlando di istruzione non potevo non segnalarvi di cosa sono capaci i neolaureati in Giurisprudenza (laureati, neh!).

domenica 14 febbraio 2010

Propositi matrimoniali



"Mamma, voglio solo essere felice!", "Io non voglio che tu sia felice. Voglio che tu sia sposata!": basterebbero queste due battute tra madre e figlia per far comprendere il filo conduttore del libro.
Anju è una ragazza della media borghesia di Bombay, ha studiato e ha lavorato nel negozio del padre, si è trasferita negli Stati Uniti ed ha iniziato a lavorare nello scintillante mondo delle pubbliche relazioni della moda e... ha realizzato che, nonostante tutto, l'unico obiettivo che una donna indiana può e deve raggiungere è il matrimonio. Glielo ricordano in continuazione i suoi parenti, spesso non senza una punta di commiserazione per lei, eterna invitata ai matrimoni di cugine ed amiche e mai sposa.
In un'India dalla superficie occidentalizzata si scopre così, grattando soltanto un pochino la patina fatta di jeans e televisione, che la tradizione è ancora osservata rigidamente e non essere sposata alla venerabile età di 21 anni è una sciagura tale da gettare nello sconforto i tuoi famigliari.

Un libro a tratti esilarante, che ho il forte sospetto contenga non pochi riferimenti autobiografici dell'autrice, in cui la ricerca dello sposo perfetto passa attraverso il passaparola di amici e parenti, ma pure tramite santoni ed annunci web.
Riuscirà Anju a raggiungere la felicità o, almeno, il matrimonio?

Titolo: Propositi matrimoniali
Autore: Daswani Kavita
Editore: Mondadori
Anno di pubblicazione: 2003

venerdì 12 febbraio 2010

Matilde 1

Nessun luogo è lontano
Richard Bach
“Può forse una distanza materiale separarci davvero dagli amici?
Se desideri essere accanto a qualcuno che ami, non ci sei forse già?”


Rae, cara!
Grazie per avermi invitato per il tuo compleanno!
La tua casa è distante mille miglia dalla mia, e io sono uno che si mette in viaggio solo quando ne vale la pena. Ebbene, ne val proprio la pena, se si tratta di prender parte alla tua festa.
Non vedo l'ora di essere da te!
Il mio viaggio è cominciato dentro il cuore di un piccolo uccello, un colibrì che conoscemmo insieme, io e te, tanto tempo fa. Lo trovai cordiale come sempre, anche stavolta. E tuttavia - quando gli dissi che la piccola Rae stava crescendo e che io stavo andando alla festa per il suo compleanno con un regalo lui rimase perplesso.
Per un pezzo badammo a volare in silenzio, e alla fine lui mi disse: "Ci capisco ben poco, in quel che dici, ma men che mai capisco come mai tu ci vada, a questa festa".
"Ma sicuro che vado, alla festa" dissi io. "Cos'è che ti riesce tanto difficile da capire?"



Lui non rispose niente, lì per lì, ma quando arrivammo alla casa del gufo, mi disse: "Può forse una distanza materiale separarci davvero dagli amici? Se tu desideri essere da Rae, non ci sei forse già?".
"La piccola Rae sta crescendo, e io vado alla festa per il suo compleanno con un regalo" dissi al gufo.
Mi parve strano dire vado, è vero, dopo quanto mi aveva detto il colibrì, ma lo stesso mi espressi in quel modo, perché Gufo mi capisse.
Lui pure restò zitto per un pezzo, seguitando a volare.
Un silenzio tutt'altro che ostile.

Ma quando mi ebbe condotto sano e salvo a casa dell'aquila, così mi parlò: "Ci capisco ben poco in quel che dici, ma men che mai capisco perché chiami piccola, la tua amica".
"Ma sicuro che è piccola" dissi "dal momento che non è ancora grande. Cos'è che ti riesce tanto duro da capire?".
Gufo allora mi guardò, coi suoi occhi profondi color ambra, mi sorrise e mi disse: "Pensaci su".


"La piccola Rae sta crescendo, e io vado alla festa per il suo compleanno con un regalo" dissi all'aquila. Mi faceva un po' specie, veramente, dire vado e dire piccola, dopo quanto mi avevano detto Colibrì e Gufo, ma lo stesso mi espressi a quel modo, affinché Aquila potesse capirmi.
Insieme volammo, al di sopra delle vette, a gara con i venti di montagna. Alla fine lei mi disse: "Ci capisco ben pooco in quel che dici, ma men che mai capisco la parola compleanno".
"Ma sicuro: compleanno" dissi io. "S'intende festeggiare il giorno in cui ebbe inizio la vita di Rae, e prima del quale lei non c'era. Cosa c'è di tanto difficile da capire, in questo?"
Aquila allora incurvò le ali e dopo una picchiata rapidissima, atterrò con dolcezza, su una roccia, nel deserto.

"Ci sarebbe stato un tempo anteriore alla nascita di Rae? Non pensi piuttosto che la vita di Rae sia cominciata prima ancora che il tempo esistesse?"
"La piccola Rae sta crescendo, e io vado alla festa per il suo compleanno con un regalo" così dissi anche a Falco. Mi suonava un po' strano tuttavia dire vado, dire piccola e compleanno, dopo quanto avevo udito da Colibrì, da Gufo e Aquila, tuttavia così mi espressi perché Falco mi capisse.


Sorvolammo veloci il deserto, e alla fine lui mi disse: "Sai capisco ben poco di ciò che mi dici, ma meno di tutto mi spiego quel tuo sta crescendo".
"Ma sicuro che Rae sta crescendo" dissi io "Adesso è più vicina all'età adulta, e un anno più lontana dall'infanzia. Cosa c'è di tanto arduo da capire, quanto a questo?"
Falco alfine atterrò su una spiaggia solitaria.
"Un anno più lontana dall'infanzia? Non mi sembra che questo sia crescere!"
Si sollevò di nuovo in volo e, di lì a poco, scomparve.
Il gabbiano, lo so, era molto saggio.
Volando insieme a lui, riflettei bene prima di parlare e scelsi con cura le parole, dimodoché capisse che qualcosa pur avevo imparato.
"Gabbiano" gli dissi alla fine "perché mi porti in volo da Rae, quando sai che in realtà io già sono con lei?".

Di là dal mare, di là dai monti, finalmente il gabbiano calò e si posò sopra il tetto di casa tua.
"Perché l'importante - mi disse - è che tu sappia la verità. Finché non la sai - finché non la capisce veramente - puoi soltanto afferrarne qualche stralcio, o brandello, e non senza un aiuto dall'esterno: da macchine, uomini, uccelli. Ma ricordati" disse "che l'essere ignota non impedisce alla verità d'essere vera".
Ciò detto disparve.
E' venuto il momento di aprire il regalo.
I regali di latta e lustrini si sciupano subito, e via. Io invece ho un regalo migliore, per te.
E' un anello da mettere al dito. E brilla di una luce tutta sua.
Nessuno può portartelo via; non può essere distrutto. Tu sei l'unica al mondo che riesca a vedere l'anello che io ti dono, come io ero l'unico in grado di vederlo quand'era mio.
Questo anello ti dà un nuovo potere. Messo al dito, potrai levarti in volo con tutti gli uccelli dell'aria - vedere attraverso i loro occhi dorati - palpare il vento che sfiora le loro vellutate piume - e potrai quindi conoscere la gioia di sollevarti lassù, in alto, al di sopra del mondo e di tutte le sue pene. Potrai restarci quanto ti parrà, su nel cielo, al di là della notte, e oltre l'alba. E quando avrai voglia di tornar giù di nuovo, vedrai, tutte le tue domande avranno risposta e tutte le tue ansie si saranno dileguate.
Al pari di ogni cosa che non può toccarsi con mano o vedersi con gli occhi, il tuo dono si fa più potente via via che lo usi.
Dapprincipio l'impiegherai solo quando sei fuori di casa, all'aperto, guardando l'uccello insieme al quale voli.
Ma poi, più in là, se l'adoperi ben bene, funzionerà anche con quegli uccelli che non vedi; finché t'accorgerai che non ti occorre né l'anello né l'uccello per volare al di sopra delle nubi, nel sereno.
E quando arriverà per te quel giorno, tu dovrai a tua volta donare il tuo dono a qualcuno che sai ne farà buon uso; costui potrà apprendere, allora, che le uniche cose che contano sono quelle fatte di verità e di gioia, e non di latta e lustrini.
Rae questo è l'ultimo anniversario che festeggio con te in modo speciale.
Dai nostri amici uccelli ho imparato quanto segue.
Non posso venire da te, perché già ti sono accanto.
Tu non sei piccola, perché già sei cresciuta: sei grande e giochi con il tempo e la vita - come tutti facciamo - per il gusto di vivere.
Tu non hai compleanno, perché sei sempre vissuta; non sei mai nata, e mai morirai.
Non sei figlia di coloro che tu chiami papà e mamma, bensì loro compagna d'avventure, in viaggio alla scoperta delle cose del mondo, per capirle.
Ogni regalo che ti fa un amico è un augurio di felicità: così pure questo anello.
Vola libera e felice, al di là dei compleanni, in un tempo senza fine, nel persempre. Di tanto in tanto noi c'incontreremo - quando ci piacerà - nel bel mezzo dell'unica festa che non può mai finire.

Un bacione a Matilde, in quello che le persone che non leggono Richard Bach chiamano il suo compleanno!

giovedì 11 febbraio 2010

Uno Yang insistente



Ieri sera, durante gli allenamenti di T'Ien Shu, crisi d'asma.
Va beh, ci sta pure. Lo so, ci convivo, bene o male la controllo. E quando non la controllo io ci pensa il Ventolin...

Torniamo a casa, doccia, cena, nanna. E il cellulare rimane nella borsa.

Così, stamattina, quando mio marito si alza e mi chiama, rispondo col solito mugugno "Mmmmh... cinque minuti" e riemergo dal coma una bella mezz'ora dopo (niente cellulare, niente sveglia). Naturalmente perdo il treno.
Poco male, mi dico, prendo quello dopo. E così faccio.

Salgo, mi siedo, mi abbiocco e vengo riportata alla realtà da delle grida. Il controllore ha pizzicato un viaggiatore senza biglietto e questi non vuole scendere dal treno ma non vuol neppure fare il biglietto. Morale: venti minuti fermi in una stazione. Forse il controllore s'è incattivito perchè questo era un nordafricano; io ad un tizio che vuol viaggiare a sbafo e fa ritardare TUTTI di venti minuti spaccherei volentieri la faccia indipendentemente dalla nazionalità. Ma lascio correre.

Arrivo quasi a destinazione, mi manca solo l'autobus che, fortuna vuole, sopraggiunge un paio di minuti dopo il mio arrivo alla fermata! Oh, gioia! Oh, gaudio! Salgo e, due fermate dopo, si guasta. Morto stecchito.
...


Entro in ufficio alle 9.41 (per questo domani verrò fustigata in sala mensa) e il mio pensiero è: se Yin e Yang si alternano ed equilibrano, quando cavolo arriva il turno dello Yin?! :-)

mercoledì 10 febbraio 2010

I capodogli e gli spiaggiamenti



Possibile che, non solo quando a rimetterci la pelle sono esseri umani (vedi Ustica e Bologna), ma nemmeno quando a morire sono gli animali si riesca a sapere la verità in questo Paese?

Cos'è che ha ucciso realmente i capodogli? A porsi questa domanda è stata Valeria-la-mamma-filibustiera e, prima di lei, Marco Affronte. Perchè ci si accontenta sempre della risposta più comoda? Perchè i giornali (cartacei, televisivi, radiofonici e web) si limitano al copia-e-incolla delle informazioni senza verificarne l'attendibilità, senza approfondire? Perchè, dopo l'indignazione momentanea, tutti si è pronti a passare al successivo "allarme" (allarme influenza suina, allarme cani assassini, allarme Rom violenti...) confezionato appositamente per preoccuparci una settimana e sgonfiarsi poi come un palloncino da cui scivola via l'aria?

E' questa anestesia dell'interesse, questo "di lor non ti curar ma leggi e passa", che consente che non solo i capodogli, ma anche le vittime di Ustica e di Bologna rimangano ancora senza reali ed accertati carnefici.

martedì 9 febbraio 2010

Alla ricerca dell'equilibrio



L'equilibrio non esiste. Esiste, tutt'al più, una temporanea mancanza di squilibrio quando, più o meno fortunosamente, riesci a non cadere nel baratro.

Ci ho pensato domenica sera, di ritorno da Firenze, e ne ho parlato con un Maestro ed un Istruttore coi quali ho avuto la fortuna di condividere il viaggio: la mia convinzione al momento è che, per quanto tu ti affanni a far tutto per benino, a rigar dritto, a non fare errori, ci sarà sempre qualcuno o qualcosa che, più o meno inaspettatamente, verrà a turbare il tuo equilibrio.

Hai un lavoro che ti piace? Ecco che arriva il superiore carogna, o la collega che cerca di farti le scarpe, o una bella crisi mondiale che porta l'azienda al fallimento. Ami qualcuno? Questo nemmeno si accorge che esisti, o scappa con la segretaria, o si piglia un ictus la sera del vostro primo appuntamento.
Non è catastrofismo, è così. C'è sempre stato uno Yang che è andato a rompere le uova nel paniere allo Yin. E lo Yin pazientemente rimette insieme i cocci e aspetta il prossimo attacco. Che arriverà.

Per campare sereni basta farsi una ragione di ciò e, se il T'Ien Shu non vi aggrada e la filosofia del Tao la sentite troppo distante da voi, forse vi ritroverete di più nelle parole del Vangelo secondo Matteo "In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: Io vi dico: per la vostra vita non affannatevi di quello che mangerete o berrete, e neanche per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita forse non vale più del cibo e il corpo più del vestito?
Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, nè mietono, nè ammassano nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non contate forse voi più di loro? E chi di voi, per quanto si dia da fare, può aggiungere un'ora sola alla sua vita?".
Non vi garba neppure questa interpretazione? Che ne dite allora di ricordare che "Fà e disfà l'è sempar lavurà"?

giovedì 4 febbraio 2010

Il ruggitino del tigrotto


Un paio di giorni fa è stata la mia festa: zio Phil ed altri parenti sono stati stappati come fossero tappi di champagne fuori dalle rispettive tane e hanno sentenziato che, niente da fare, ci aspettano ancora sei settimane d'inverno. L'unico a non essere d'accordo è stato il cugino di secondo grado Balzac Billy ma, si sa, lui ama fare il bastian contrario…

Per riprendermi dallo shock ho pensato bene che era tempo di tornare in palestra. Alla faccia di asma, allergie, chili accumulati durante le feste e la forzata inattività! Basta, ho deciso, si ricomincia! E così ieri sera sono tornata sul tatami.
Com'è andata credo l'abbiate già capito dal titolo e dal tigrotto qui sopra... Sono moscia moscia, completamente fuori allenamento, assolutamente impreparata e lontana qualche anno luce dal poter sostenere l'esame per il passaggio di fascia che - in via assolutamente teorica - dovrei affrontare a marzo.

Ma è stato BELLISSIMO! Innanzi tutto, non mi sono ritrovata rantolante (e, visti i precedenti, credetemi, è già un gran passo avanti); poi sono riuscita a reggere tutto l'allenamento, dalle otto alle nove e mezza di sera (sì, ho barato un pochino sul numero delle flessioni, ma non lo diciamo a nessuno, vero?); infine, ho scoperto con indicibile gioia che non ho rimosso tutto quanto avevo appreso nonostante la prolungata assenza!
Sabato e domenica sarò a Firenze, poi settimana prossima si torna alla Wo Chen! Evvai!