domenica 31 gennaio 2010
venerdì 29 gennaio 2010
I giorni della merla
Ci fu un tempo, lontano lontano nel passato, in cui i merli avevano piume bianche che più bianche non si può.
Al mattino la merla e suo marito il merlo uscivano per andare a lavorare: dovevano trovare da mangiare per i piccoli merlotti.
Un giorno, alla fine del mese di gennaio, mentre si preparavano per uscire col loro candido piumaggio, mamma merla fece notare a papà merlo che faceva proprio freddo... "D'accordo che è inverno, ma non ti pare che faccia più freddo del solito?" chiese lei e papà merlo, dopo un rapido battito d'ala, sentenziò "Ma no, sei la solita freddolosa! Andiamo, dai, che se no troviamo traffico!".
Mamma merla di solito tornava a casa prima perchè, oltre al lavoro, doveva badare anche al nido ed ai piccoli, ma, quando rientrò, trovò i piccoli quasi congelati e subito decise che così, no, no, no, proprio non si poteva fare!
Appena rientrò a casa anche papà merlo, decisero di traslocare sul comignolo di una casa, dal quale usciva un bel teporino: certo, la vicinanza con gli uomini non è che li facesse stare tanto tranquilli, ma i loro piccoli avevano bisogno di un po' di calduccio in quelle giornate gelide e le loro candide piume non bastavano a tenere i merlotti al caldo.
Con fatica, dunque, trasportarono il nido sopra il comignolo di quella casa. Aaaah, che meraviglia! Niente più zampette gelate, niente più merlotti pigolanti per il troppo freddo, niente più brividi nel bel mezzo della notte!
Tutto quel comfort, però, aveva un prezzo; lo compresero bene papà e mamma merlo quando una mattina, preparandosi per andare al lavoro, videro che le loro magnifiche piume bianche erano diventate scure scure! E così pure quelle dei loro piccoli!
Infatti, da quel momento, i merli ebbero piume scure e gli ultimi tre giorni del mese di gennaio furono conosciuti come "i giorni della merla".
Mamma merlo. Non essere più bianca ha sicuramente giovato alla sua capacità mimetica...
Papà merlo, che forse passava tanto tempo a casa giocando con la Playstation, diventò persino più scuro di mamma merla! In mezzo a tutto quel nero, spiccano solo il contorno degli occhi ed il becco di un bel giallo/arancio.
Il merlotto (lo ingrandisco per vederlo meglio, anche se purtroppo "sgrana")
diventò come la mamma, con un piumaggio marrone/grigio, ma il becco giallo già fa capire che è un giovane maschio.
Non tutti i merli, però, sono scuri scuri. Talvolta qualche merlo è bianco. Forse si tratta di albinismo, forse dei diretti discendenti di quei merli lontani lontani nel tempo che si sono scuriti di fuliggine...
Quella che vi ho raccontato qui sopra è una leggenda, naturalmente, ma è vero che in questi giorni fa freddissimo... quindi, per merli e non solo, vi invito a voler preparare la "ricetta della LAV" o anche la versione più semplice che ho preparato io (margarina, farina per polenta, uvetta sultanina, un cucchiaino di miele. Si amalgama tutto e si formano delle "polpettine" da depositare su balconi e terrazzi o, come nel mio caso, su tettoie "esenti da gatti").
E, dopo la tradizione, passiamo alla scienza: il Merlo (Turdus merula) è un comune e diffuso uccello scuro dei boschi, campi, giardini e parchi. Il maschio è di un nero singolare con becco e anello perioculare giallo/arancio brillante. In volo, l'esterno e le parti inferiori dell'ala sono più chiare. Femmina marrone scura, becco scuro o giallo; gola più chiara, striata; parti inferiori finemente chiazzate ma mai con un evidente disegno, color terra molto scuro, con aspetto più opaco che chiazzato.
Giovane simile o più fulvo, capo ruggine più intenso, dorso e copritrici dell'ala macchiate di ruggine fulvo.
(Sempre tratto da "La nuova giuda del Birdwatcher" - Peter Hayman e Rob Hume)
mercoledì 27 gennaio 2010
Ah... ops... dimenticavo... Mi sono sposata!
Sì, beh, non è che non me ne fossi resa conto in oltre sei mesi di matrimonio, eh!
E' che prima avevo problemi col computer, poi ci è stato donato un computer stu-pen-do ma non avevamo la connessione web, poi la connessione è arrivata ma avevo un po' di ritrosia a pubblicare immagini e parole circa il grande giorno...
Io sono tendenzialmente marmotta (il nome di battaglia in palestra non mi è mica stato dato a caso...): timida, bado ai fatti miei, amo mangiare e sentirmi circondata dal mio "gruppo" che è però un gruppo attentamente selezionato e ristretto. Ecco perchè, anche quando ho avuto la possibilità di postare, non ho scritto nulla circa quel fatidico giorno.
Però vi assicuro che Davide ed io, dopo 11 anni di fidanzamento, siamo finalmente riusciti a sposarci! Ho le prove!
Io, da brava Marmotta, non avrei disdegnato un matrimonio con una quindicina di invitati, sposi inclusi: Davide ed io, i rispettivi genitori, aggiungiamo anche fratelli, sorelle e cognati, và; ah, già, ci servono i testimoni... beh, una delle due era mia sorella e conta per una sola!
Più si avvicinava la data, più l'ansia cresceva, più vedevo siti come questo e il panico aumentava, più prendevo in considerazione la possibilità di andarmi a sposare a 3000 metri di quota, portandomi appresso sacerdote e la quindicina d'invitati sopra menzionati! Pranzo al sacco, of course! Avevo persino pensato di risolvere il "problema abito" acquistandone uno su e-bay... In fondo, Davide ed io volevamo sposarci in chiesa perchè siamo entrambi credenti; una volta uniti in matrimonio davanti a Dio, tutto il resto (fiori, manicure, pranzo, trucco, abito, cravatta, bomboniere, ciglia finte... ciglia finteee?!) era superfluo.
Però l'altra metà della coppia, Davide, andava ripetendo che il giorno del matrimonio è un giorno speciale, indimenticabile, unico. Un giorno in cui è bello essere circondati dalle persone che amiamo e che ci vogliono bene. Un giorno di festa da dividere coi nostri cari. E così alla fine ho dato retta a lui. E... sono felicissima d'averlo fatto!!!
Rispetto ai 130 invitati medi noi ci siamo fermati a poco più della metà, una settantina, ma nella lista c'erano proprio le persone che volevamo ci fossero: i parenti stretti, gli amici più cari, i Maestri che non potevano certo mancare... Purtroppo alla fine non tutti gli invitati hanno potuto partecipare e sinceramente ci è dispiaciuto molto, perchè quel giorno è stato davvero un giorno speciale, irripetibile ed indimenticabile, non solo grazie al nostro amore ma anche per merito dell'affetto e della gioia delle persone che ci circondavano.
Ad esempio, uscire dalla chiesa e vedere loro
una rappresentanza della Scuola Wo-Chen, tutti con la loro fascia al fianco, beh, è stata una cosa bellissima ed emozionante che ci ha riempiti di gioia!
E poi... beh, poi, in guardia!
La vita di una nuova famiglia inizia adesso!
martedì 26 gennaio 2010
Io vi troverò
Sottotitolo: il film che dovete far vedere ad una figlia adolescente quando vi accusa di lasciarle poca libertà (lo scrivo come promemoria, visto che per ora figlie non ne ho...)
Bryan (Liam Neeson) è un ex agente segreto in prepensionamento. Divorziato dalla moglie, ha lasciato il lavoro per poter stare più vicino alla figlia adolescente, la diciassettenne Kim, e vive grazie a sporadici impieghi come guardia del corpo e addetto alla sicurezza di personaggi famosi.
Un giorno la figlia gli chiede il permesso di andare a Parigi in vacanza con l'amica Amanda: visitare il Louvre, il Museo Pablo Picasso, il centro d'arte George Pompidou...
Messo alle strette dalle pressanti suppliche dell'adorata figlia e dalle accuse della ex moglie, che lo addita come paranoico e troppo apprensivo, alla fine Bryan cede ed acconsente alla partenza di Kim.
Peccato solo che:
1) le cugine parigine di Amanda non sono in città, quindi le ragazze sono completamente sole;
2) le sciagurate non avevano naturalmente la benchè minima intenzione di andare a Parigi per visitarne i musei: quella era solo la tappa iniziale della tournèe del loro gruppo musicale preferito, che avrebbero seguito in giro per l'Europa;
3) le due amiche si lasciano abbindolare dal primo bel visetto maschile che incontrano.
E vengono rapite!
Bryan - che evidentemente tanto paranoico non era - torna dunque a vestire i panni dell'agente segreto per quella che sarà la missione più importante della sua vita: salvare l'amata figlia.
Non sto a raccontarvi tutta la trama, non voglio togliervi il gusto di guardare "Io vi troverò - Taken" che - sarà anche per colpa dell'astinenza da tatami - mi è piaciuto parecchio. Un godibilissimo mix di azione e buona recitazione, con suspense e violenza sapientemente dosate.
Liam Neeson, che ha praticato la boxe per diversi anni da ragazzo fino a divenire un giovane campione, in questo film ha praticato Kapour (un mix di diverse discipline di cui onestamente non avevo mai sentito parlare, ma di cui parla Neeson stesso in quell'intervista qui). Le tecniche sono realistiche e funzionali, una bella sorpresa per chi, come me, non ama vedere monaci Shaolin volanti e guerriere che camminano sulle pareti come sul pavimento: una marzialità applicabile e senza fronzoli, immediata ed efficace.
sabato 23 gennaio 2010
Carolina, regina d'Europa. Incanta - e incassa - ancora!
Ninete da dire, quando una è brava è brava!
Carolina Kostner si è ancora una volta sbarazzata di avversarie di tutto rispetto ed ha terminato la sua scalata solo una volta agguantato il gradino più alto del podio.
Laura Lepisto è rimasta laggiù, ad una distanza di non pochi punti (166.37), mentre la nostra Carolina ha saputo dare il meglio di sè - ed il meglio in assoluto, visti i risultati - sul ghiaccio estone di Tallin. Terzo posto per la reginetta d'Europa uscente ed un ottavo di tutto rispetto per la nostra azzurra Valentina Marchei.
Un doppio loop catastrofico ha punito la temibile Kiira Korpi, precipitata nella classifica. Peccato, perchè la Korpi aveva iniziato proprio bene, ma dopo la caduta non è più stata la stessa: postura ammosciata ed evidentemente stanca in tutta la seconda parte del programma.
Come rovinare, con uno sbaglio relativamente stupido (un doppio loop atlete così se lo mangiano a colazione), un'ottima prova. Peccato, ripeto, anche perchè questo salto era tra i favoriti della Korpi. Evidentemente c'è qualcosa da rivedere nel sistema d'allenamento adottato.
Meglio così, comunque, per la Kostner: dopo la caduta della Korpi, matematicamente prima agli Europei. Non male per la nostra reginetta del ghiaccio e proprio vero che non c'è due senza tre: i suoi 173.46 punti le hanno portato l'oro europeo per la terza volta, dopo le vittorie consecutive del 2007 e 2008. E adesso che si fa? Si continua a lavorare, e lavorare sodo, visto che questo risultato spalanca le porte per la partecipazione ai Giochi Olimpici di Vancouver in programma dal 12 febbraio!
P.S. A proposito di Vancouver: la tv di Stato ci assicura sette ore al giorno di spettacolo, suddivise tra RaiDue, RaiTre e RaiSport. Ho appena trovato lo stimolo che mi mancava per pagare il canone...
venerdì 22 gennaio 2010
Cedi e controlla
Non sono molte le cose che mi mandano in bestia. Una di queste è, senza ombra di dubbio alcuna, la doppiezza.
Quindi tu, caro il mio double-face, caro il mio individuo fronte/retro (nel senso che hai la faccia come... beh, dai che ci arrivi da solo!), sappi che oggi mi hai proprio fatto INCAZZAREEEEEEEEEE!!!!!!!!
Ohhhh.
Ora che ho urlato ciò mi sento molto meglio. Cedi e controlla. E' uno dei cardini del T'Ien Shu: mai opporre forza a forza, molto meglio cedere e controllare.
Dove la "cedevolezza" non è sinonimo di "debolezza", è anzi consapevolezza dei propri mezzi e delle proprie capacità, in quanto precede di un istante il "controllo". E se controllo un evento non mi lascio sopraffare da esso.
"Cedi e controlla" e "PCD" mi sono tornati estremamente utili oggi, anche ben lontana dal tatami. Mi hanno impedito, ad esempio, di spaccare la faccia al sopra citato individuo fronte/retro, di venir licenziata in tronco e di beccarmi una denuncia per lesioni personali. Non male, direi!
E l'urlo di poco fa? Beh, forse, semplicemente, il mio riequilibrare lo squilibrio necessitava anche di questo sfogo. I giapponesi hanno il kiai, io ho il blog!
E adesso, lo spazio pubblicitario: un caro amico ha recentemente aperto un blog che seguirò con attenzione - visti anche i recenti avvenimenti - ed invito chiunque sia interessato all'applicazione della marzialità nella vita quotidiana a dargli un'occhiata.
mercoledì 20 gennaio 2010
Bobo
Bobo è il tatone qui sopra ed è stato abbandonato. Già questo suo triste passato dovrebbe bastare a garantirgli un'adozione e cure e amore.
Ma Bobo è un "caso particolare". Quindi la smetto di cianciare e lascio a lui la parola.
"Ehi ciao! Sì, sì, dico proprio a te che stai leggendo.
Mi chiamo Bobo e sono un incrocio bobtail di circa 6 anni, taglia medio-grande. Sono un cane di canile aiutato dai volontari LAV. Dopo l' improvvisa paralisi alle zampe posteriori, mi hanno fatto fare appositi esami, scoprendo si trattava di infarto al midollo spinale. Mi hanno messo in terapia farmacologica e ricoverato in apposita clinica riabilitativa. Grazie all' aiuto che ho ricevuto sono migliorato. Grazie a persone di buon cuore, mi sono ripreso bene ed ho quasi finito la riabilitazione in acqua. Finalmente avrò anche un carrellino riabilitativo, che potrà essermi utile per fare lunghe passeggiate senza stancarmi.
Quello che ancora mi manca è una famiglia. Mi vuoi adottare?
Sono davvero un quattrozampe meraviglioso. Vado d' accordo con tutti i cani, e sono molto affettuoso e coccolone con tutte le persone. Sono l' ideale anche come primo cane (in caso tu non abbia esperienza) perchè la mia bontà è unica. Mi faccio far di tutto: mi puoi tranquillamente pulire le orecchie, lavare, asciugare, far fare esercizi ed io sono super collaborativo. La mia dolcezza e docilità ti conquisterà subito. Avrei solo bisogno di una casa al piano terra con un piccolo giardino dove muovermi e compagnia per ricevere e dare tanto amore. Chiama il 3384305289 per incontrarmi e conoscermi. Ti aspetto presto!"
Ecco, questa è la storia di Bobo, un cagnone che chiede solo di poter passare gli ultimi anni con qualcuno che lo ami e che gli regali un'ultima carezza quando sarà pronto per oltrepassare il Ponte.
Se potete, contattate Loredana al 3384305289 per poter incontrare Bobo di persona. Altrimenti, vi prego, contribuite a diramare questo annuncio.
Qui trovate altre notizie circa Bobo: LAV di Saronno.
sabato 16 gennaio 2010
Milano - Arti marziali e Angeli
In questo caso gli Angeli non sono quelli biblici, naturalmente (anche se neppure loro, come ben testimonia San Michele Arcangelo, si son mai tirati indietro quando s'è reso necessario combattere), bensì i City Angels.
Nati 16 anni or sono nella Stazione Centrale di Milano, dove a tutt'oggi si trova la centrale operativa, i City Angels sono ora presenti in 18 città italiane: portano cibo e coperte a senzatetto ed emarginati, aiutano queste persone a trovare una sistemazione e talvolta persino un lavoro, restituendo loro fiducia; proteggono i cittadini - soprattutto le donne e gli anziani - assicurando un "servizio scorta" nelle ore notturne; rappresentano un deterrente per i malintenzionati; offrono un "servizio cortesia" dei più diversificati (sono disponibili per accompagnare persone, spingere carrozzelle, consegnare pacchi... il tutto sempre con un angelico sorriso!).
Per essere un Angelo, però, non basta avere buona volontà e senso civico: è necessario essere equilibrati - nè Rambo nè fifoni - e preparati. Per questo a febbraio prenderà il via a Milano un nuovo corso di formazione per aspiranti volontari.
Ma cosa c'entrano le "arti marziali" citate nel titolo? C'entrano eccome: i City Angels, infatti, sono preparati alla difesa, di sè e del prossimo, grazie ad un mix di Krav Maga, Jeet Kune Do e Hashita. La metà delle 20 lezioni di corso verrà infatti svolta in palestra, dove gli aspiranti Angeli apprenderanno tecniche di squadra ed autodifesa.
Per maggiori informazioni è possibile contattare lo 02.26809435, visitare il sito www.cityangels.it o inviare una mail a cityangels@cityangels.it .
domenica 10 gennaio 2010
La Storia sfila a Saronno
Corteo storico/religioso oggi pomeriggio per le vie della città di Saronno, nel contesto della terza rievocazione di Sant'Antonio Abate al Lazzaretto.
Il clima, più clemente rispetto a ieri, ha risparmiato la pioggia ai diversi figuranti che hanno fatto rivivere i circa 500 anni di storia del quartiere. Molte le persone che si sono assiepate lungo il percorso, attraverso diverse vie cittadine, per seguire la manifestazione, mentre sbandieratori e musicanti, gran dame e signori, contadini e panificatori, malati e monatti, guardie e monaci sfilavano.
Presenti anche oggi, accanto alla piccola Chiesa di S. Antonio Abate, tanto la ricostruzione del borgo contadino...
...quanto le bancarelle coi prodotti tipici lombardi...
...che già ieri nel pomeriggio avevano avuto modo di allietare il palato, oltre che lo sguardo, della qui presente golosona...
Se vi siete persi tutto ciò, davvero me ne dispiaccio (la frittella di S. Antonio è un must per me e Davide, imperdibile!), ma avete ancora un'occasione: domenica prossima, 17 gennaio, infatti, si terrà la "Sagra" di Sant'Antonio: le sante messe della mattina, celebrate nella piccola chiesetta; la benedizione degli automezzi - sorta di animali da soma del 21° secolo - e degli animali nel pomeriggio; la ricostruzione del Lazzaretto, con i figuranti in costume; le degustazioni di piatti della tradizione contadina e le bancarelle con i prodotti dell'agricoltura e dell'artigianato lombardi.
P.S. Cliccate qui per una sorpresa...
sabato 9 gennaio 2010
A Saronno torna il... 1800
Ve ne avevo già parlato in toni entusiastici lo scorso anno; scontato, quindi, che anche ora tornassi a visitare la rievocazione storico/religiosa di Sant'Antonio Abate al Lazzaretto, giunta alla sua terza edizione.
La venerazione del Santo è molto diffusa in queste terre, ove si era soliti invocarne la benedizione contro le malattie di uomini e bestiame, nonchè contro le insidie del diavolo.
La cappelletta di Sant'Antonio Abate, eretta nel 1385 e primo nucleo del Lazzaretto, divenne una chiesa verso la metà del 1400 ad opera di Antonio Zerbi e, nel 1506, ad opera dei figli del fondatore, subisce la prima trasformazione.
Chi desiderasse "toccare con mano" i momenti più salienti della storia di questa chiesetta potrà farlo domani, domenica 10 gennaio: a partire dalle ore 15, infatti, avrà luogo il corteo storico/religioso che ripercorrerà le tappe più significative della storia di Sant'Antonio Abate al Lazzaretto sino al 1800.
Già da oggi, comunque, è possibile ammirare la ricostruzione del borgo contadino: nelle vicinanze della chiesetta (vera!) viene infatti allestita la rappresentazione del complesso rurale del Lazzaretto, sorto lì durante le epidemie di peste del 1629/1630, e costituito da un'osteria e dalla tipica cascina lombarda che si estendeva su una vasta area, ricca di portici, stalle, granai, ma anche con pozzo, lavatoio e... letamiera!
Da non dimenticare, poi, il lato "succulento" della rievocazione: sia oggi che domani, infatti, le bancarelle dell' "Isola dei sapori lombardi" propongono prodotti dell'agricoltura e dell'artigianato locale. Così si può fare pure una bella e sana spesa a chilometri zero, che non guasta certo!
E ora qualche foto... tanto per rendere un po' l'idea...
Ecco gli orari della manifestazione:
Oggi, sabato 9 gennaio 2010
- dalle ore 9 animazione del "Borgo contadino"
- ore 18 - racconti di stalla: rappresentazione di momenti di vita contadina, quando nelle sere d'inverno la stalla diventava luogo di semplici espressioni di cultura popolare
- ore 19 - i piatti della tradizione: degustazione di piatto tipico e prodotti lombardi
- ore 20 - "Allegra osteria", canzoni d'osteria
- ore 21 - "Còrsa di carriulùn", corsa delle carriole secondo il folklore popolare
Domani, domenica 10 gennaio
- dalle ore 9 animazione del "Borgo contadino"
- ore 12 - i piatti della tradizione: degustazione di piatto tipico e prodotti lombardi
- ore 15 - Corteo storico, III edizione
a seguire esibizione di gruppi folkloristici e, alle 18.30, i racconti della stalla.
P.S. Una mia foto è stata pubblicata sul quotidiano on-line VareseNews, ad integrazione di un articolo (naturalmente con mio consenso, eh!)... stracliccatelo!!!
giovedì 7 gennaio 2010
Vi racconto il nostro Avvento in Germania
Doveroso racconto di un magnifico "arretrato".
...
Quest'anno no. Me l'ero ripromessa: in Europa ci sono un sacco di bei posti che certamente meritano di essere visitati, luoghi in cui fuggire con mio marito per un paio di giorni, senza bisogno di andare ancora in Germania. In fin dei conti, eravamo già stati a Monaco sia per motivi di lavoro che di studio, sia come turisti, quindi... perchè mai ancora in Germania? No, quest'anno no. E infatti, puntualmente, davanti a tutte le proposte possibili, a tutti gli itinerari immaginabili, a tutte le alternative valutabili... ho optato per la Germania! Regolare! Perchè, secondo me, in nessuna parte del mondo l'Avvento è vissuto come in Germania.
Niente Monaco, però. Quest'anno si va a zonzo lungo la valle del Neckar, a caccia di mercatini e di storia.
Prima tappa... vediamo se indovinate!
Bravissimi! Beh, il cagnone è piuttosto famoso... si tratta del Rottweiler e, quindi, siamo a Rottweil! Cittadina molto graziosa, in cui Rottweiler in metallo si trovano sovente, anche "vestiti" da Santa Claus fuori da case e negozi
Poi si riparte, destinazione: Villingen
Il duomo
e la particolare fontana in metallo, raffigurante diverse situazioni legate all'acqua. Naturalmente, al nostro arrivo non era in funzione... e ti pareva!
Se volete vedere come funzionano gli zampilli potete andare in questa piacevolissima cittadina della Foresta Nera o, in alternativa, senza muovervi da casa, cliccare qui
Tutto bello, eh, senza dubbio, ma i mercatini di Natale dove stanno? E, cosa ancora più importante, dove sono mele caramellate, bastoncini di zucchero, i dolciumi assortiti e decorazioni natalizie?
Ma certo! A Bad Wimpfen!
Qui, tanto per andare sul sicuro, ci siamo anche procurati una leggerissima nevicatina serale, giusto quel po' che basta a creare ulteriore atmosfera.
Dopo una cena pantagruelica nel nostro albergo, il Best Western Palatin di Wiesloch, ed un decisamente opportuno sonno ristoratore, il mattino seguente siamo partiti alla volta di Maulbronn e del suo celebre chiostro (patrimonio dell'Unesco, nel quale sono state girate anche alcune scene del film "Il nome della rosa")
Il chiostro è davvero incantevole, si respira la storia ad ogni angolo, e racchiude diversi stili architettonici, quindi se l'arte medievale o l'architettura vi interessano, una capatina qui è veramente consigliata!
Anche la cittadina è davvero graziosa, con le tipiche case in graticcio
e una locanda parla di un certo "gatto del chiostro" ("zur Kloster Katz")
...gatto che in effetti avevamo incontrato, all'interno del chiostro, in relax su una lapide!
Ultima tappa del nostro girovagare, il mercato medievale di Esslingen.
Qui viene davvero ricreata l'atmosfera medievale, con tanto di abiti, giochi e pietanze dell'epoca.
Ad un certo punto mi era persino venuta la tentazione di calarmi maggiormente nel clima, acquistando un abito, ma i costi esorbitanti mi hanno trattenuta dal folle gesto... e mi sono limitata a fotografare.
A tratti sembrava di trovarsi di fronte ad un dipinto rinascimentale! Ma la musica, i profumi, il vociare festoso e chiassoso, facevano capire di trovarsi nella realtà, una realtà estremamente caotica ed affollata, ma piacevolissima!