Se siete cresciuti scambiandovi le figurine di Yugioh o cercando di emulare le mosse di Naruto, allora potreste sopravvivere senza guardare questo film, ma se nei vostri ricordi d'infanzia si affacciano Goldrake e Mazinga, beh, in questo caso acquistate subito "Pacific Rim" perchè vale ogni centesimo speso!
In un futuro non troppo lontano, la Terra è minacciata da giganteschi mostri che fuoriescono da una breccia interdimensionale creatasi nelle profondità dell'oceano, chiamati Kaiju; al fine di sopravvivere, l'intero genere umano abbandona astio e rivalità e si allea per far fronte al comune nemico. Nasce così il Progetto Jaeger, enormi robot frutto delle più evolute tecnologie, pilotati da esseri umani, in grado di contrastare i mostruosi invasori.
Inizialmente ogni Jaeger viene affidato ad un pilota, ma ben presto ci si accorge che un solo essere umano non può reggere un peso tanto imponente dal punto di vista sia fisico che psicologico e così i robot vengono predisposti in modo tale da essere pilotati da due persone: persone che non devono essere necessariamente dei geni nè dei grandi atleti, ma i cui pensieri e ricordi si fondano, creando un ponte neuronale che consenta loro di dar vita ai due emisferi del "cervello" robotico.
Come di consueto non voglio anticiparvi troppo sulla trama, per non privarvi del gusto della visione. Preceduta da mie entusiastiche twittate notturne, concludo qui la recensione di questo film, sottolineando soltanto che questo è un tipo di fantascienza di proporzioni mastodontiche, nulla a che vedere ad esempio con film come "Gravity" (che mi è parso molto sopravvalutato e piuttosto deludente, nonostante i grandi nomi del cast) e la cui realizzazione ha puntato molto più sugli effetti speciali che non su un cast stellare, costituito in larga misura da giovani attori dal curriculum non smisurato ma comunque molto validi come il britannico Charlie Hunnam (Raleigh Becket) e la giapponese Rinko Kikuchi (Mako Mori), già in lizza per un Oscar come miglior attrice non protagonista per la sua interpretazione in "Babel" del 2007.
Visione altamente consigliata a tutti gli appassionati del genere.
Mmh... Io che sono della generazione di mezzo?
RispondiEliminaGuardalo, non credo rimarrai deluso.
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