giovedì 5 dicembre 2013

Allarme sicurezza, tutte chiacchiere

Spesso nelle città si parla di "allarme sicurezza", soprattutto quando un fatto di cronaca sconvolge quello che pare essere il normale vivere cittadino. Una donna viene afferrata per la borsetta da un uomo, che gliela strappa facendo cadere a terra la signora e subito si dilegua nelle strade del centro; nella caduta la donna riporta ferite ed escoriazioni, giudicate guaribili in una quindicina di giorni.
Un ragazzo viene aggredito da un gruppo di giovani, che lo strattona e malmena fino a quando non riesce ad impadronirsi del suo telefono cellulare o dell' i-pod, abbandonando poi il ragazzo spaventato e talvolta un po' malconcio. Nulla di particolarmente grave, dunque, ma cronaca stringata di uno scippo, un crimine che si verifica spesso, che potrebbe avere per scenario Aosta come Rimini, Napoli come Roma o Milano o una qualsiasi periferia italiana.

Sono fatti come questo che portano a parlare di "allarme sicurezza": i cittadini si indignano e preoccupano, gli esponenti politici rilasciano dichiarazioni alla stampa, la quale riprende ed amplifica l'accaduto, andando a richiamare vicende analoghe accadute in un vicino passato ed ecco che ci si accorge che quello avvenuto recentemente non è uno scippo, ma un reato che rientra in una serie ben più lunga. Un fatto simile è avvenuto a fine novembre a Saronno, ad esempio, e qui trovate la lettera di un padre preoccupato per l'aggressione subìta dal figlio, pubblicata su un quotidiano locale.

In realtà l'"allarme sicurezza" è un mito, non esiste, come il mostro di Loch Ness o le sirene, e questo a Saronno ma anche in moltissime altre città più o meno grandi. E come per tutti i miti fa molto parlare di sè, ma tutto si ferma alle chiacchiere.
Dopo aver criticato le istituzioni, dopo aver risollevato un polverone sulla reale o presunta inefficacia delle forze dell'ordine, dopo aver fatto un po' di chiacchiere - per lo più indignate - sul nostro ordinamento giuridico, tutto torna nella normalità, fino al prossimo episodio di violenza con conseguente comparsata giornalistica. Un bla-bla-bla utile solo a consumare ossigeno.
Se veramente ci si sentisse insicuri, se davvero si ritenesse di essere in pericolo, allora si adotterebbero strategie difensive. E' un normale processo evolutivo. Le prede adottano strategie per tentare di sfuggire agli assalti dei predatori: c'è chi ricorre al mimetismo, come molti insetti, chi si organizza in branco, come le zebre o i cani della prateria, chi esibisce portentosi balzi, come le gazzelle...
L'essere umano, incapace di mimetizzarsi e non particolarmente abile nel saltare, ha la possibilità di diventare un formidabile centometrista o di imparare a difendersi dagli attacchi.
In entrambi i casi, comunque, che si scelga la fuga o il contrattacco, è indispensabile lo studio dell'ambiente, ma quasi nessuno presta attenzione a dove ci si trova: distrarsi chiacchierando al cellulare mentre si attraversa una zona non proprio raccomandabile - non necessariamente il Bronx, alcune zone cittadine sono caratterizzate da una maggior presenza di personaggi inquietanti e basta guardarsi attorno per accorgersene - o avere la musica sparata a tutto volume nelle orecchie restando così incapaci di cogliere rumori esterni - non solo i segnali di un'eventuale aggressione, ma anche il clacson di un'auto che sopraggiunge e non farebbe in tempo ad evitarci - sono atteggiamenti all'apparenza normali, ma possono fare la differenza tra il tornare a casa sani e salvi o il restare vittime di un incidente. Incidente imputabile sì alla microcriminalità - presente peraltro in epoca romana, come pure nel Medioevo e lungo tutta la Storia umana - ma anche se non soprattutto al nostro pressapochismo e dabbenaggine.
Pensare "Sono una brava persona, non faccio niente di male e quindi non mi accadrà niente di male" purtroppo è un'illusione, un'equazione che non funziona, come dimostra fin troppo spesso la cronaca.

Prestare attenzione a dove siamo e a ciò che ci accade intorno è dunque la prima regola. Dopo di che, chiaramente, posso decidere di frequentare un corso di autodifesa o di arti marziali - è opportuno ricordare, a questo proposito, che non esistono limiti d'età per praticare arti marziali e che i corsi sono aperti tanto per i bambini in età scolare quanto per le persone mature - e questo può fornirmi qualche utile strumento per difendere me stesso in caso di necessità, tenendo sempre presente che la difesa deve essere proporzionale all'offesa e che nessun corso mai potrà assicurarmi l'invulnerabilità.
Le arti marziali forniscono tecniche utili per l'autodifesa ma, soprattutto, risvegliano quell'istinto di sopravvivenza ormai troppo sopito nell'essere umano ed allenano ed affinano una predisposizione psicologica ad affrontare determinate situazioni. Certo, non rendono supereroi. Sempre meglio, comunque, che lasciarsi trascinare in uno sterile bla-bla-bla al prossimo caso di "allarme sicurezza".

Corsi di arti marziali a Saronno: AccademiaMarzialeSaronno - http://accademiamarzialesaronno.blogspot.it/p/i-nostri-corsi.html 
Corsi di autodifesa per donne a Saronno: P.A.D. - Programma Autodifesa Donna - info: 029692129 o gemmasabino@libero.it 

2 commenti:

  1. A volte l'"allarme sicurezza" viene semplicemente montato ad arte per ragioni politiche...per poi peggiorare sul serio :/

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    1. Baol, concordo: la cronaca viene non di rado sfruttata in termini politici.

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