Ben prima del crollo finanziario dei mercati, Mark Boyle, 34 anni ed una laurea in economia, ha deciso di provare a vedere se nel 21esimo secolo, in cui tutto pare ruotare attorno al denaro, fosse possibile vivere senza avere uno stipendio, nè un conto corrente, nè risparmi sotto il materasso. Così ha mollato il lavoro ed è andato a vivere in una roulotte, chiaramente non di sua proprietà ma donatagli da un amico. L'unico acquisto fatto prima di intraprendere questa avventura, che agli occhi di molti può sembrare a dir poco pazzesca, è un pannello fotovoltaico, costatogli 430 euro. Poi, più nulla.
Oggi Mark coltiva e raccoglie frutta e verdura in una fattoria del Somerset, una contea sud-occidentale dell'Inghilterra; non percepisce uno stipendio e vive di ciò che la terra produce, oltre che della generosità delle persone che approvano, e cercano di sostenere a loro modo, questa singolarissima scelta di vita iniziata quasi per scommessa. "Un mio amico ed io eravamo in un pub e stavamo parlando di tutti i problemi del mondo - racconta Boyle - come ad esempio lo sfruttamento della manodopera, la distruzione dell'ambiente, gli allevamenti industriali, la sperimentazione animale e le guerre per le risorse energetiche ed ho capito che erano tutti, in un modo o nell'altro, collegati al denaro. Quindi ho deciso di rinunciare ai soldi".
Detto, fatto. Da allora Mark vive senza una sterlina in tasca. Vegetariano già da prima di intraprendere quest'avventura, si nutre di ciò che coltiva, produce elettricità con il pannello solare acquistato tempo addietro, ha un telefono cellulare che ovviamente non ricarica e col quale può soltanto ricevere chiamate ed un notebook che alimenta ad energia solare.
Ciò che sorprende maggiormente di Mark, forse, è la sua straordinaria normalità: ha una famiglia nella quale ha trascorso un'infanzia serena, genitori che inizialmente lo hanno preso per matto, una fidanzata... La normale vita di un trentaquattrenne, ma senza il becco di un quattrino. Ma come si può vivere senza soldi? Tanto per cominciare, iniziando a ridurre gli acquisti: se non compri, non servono soldi: "Ho fatto un elenco di tutto ciò che avevo comperato e ho cercato di capire come avrei potuto ottenere alcune cose in altro modo", spiega Mark che, ad esempio, ha sostituito il comune dentifricio con una mistura di ossi di seppia e semi di finocchio ed invece del detersivo industriale utilizza un sapone ricavato cuocendo frutta secca.
L'idea-scommessa di Mark era di riuscire a vivere per un anno senza denaro, ma la sua nuova vita da "no money man" l'ha talmente soddisfatto da portare avanti questa scelta molto più a lungo e, da buon laureato in economia, non si è sottratto dall'analizzare in modo lucido e scientifico la situazione: "Non vediamo più la ripercussione che i nostri acquisti hanno sulle persone, sull'ambiente e sugli animali - spiega - I gradi di separazione tra consumatore e consumo sono aumentati così tanto che siamo completamente all'oscuro dei livelli di sofferenza e distruzione determinati dalle cose che compriamo. E lo strumento di questa separazione è il denaro. Se coltivassimo da soli ciò che mangiamo, di certo non avremmo un terzo dei rifiuti che abbiamo oggi; se costruissimo con le nostre mani le sedie ed i tavoli che abbiamo in casa, di certo non li butteremmo se andassimo a vivere in un appartamento diverso. Se dovessimo pulire la nostra acqua potabile, probabilmente non la inquineremmo". E così via.
L'esperienza di questo giovane è anche divenuta un libro, "The Moneyless Man", che ha avuto un buon successo e che ha preceduto la pubblicazione del "The Moneyless Manifesto", pubblicato di recente. Ma allora... i soldi provenienti dalle vendite di questi libri, che fine fanno? Il sogno è quello di costruire una casa-solare nel Devon e, realizzato questo, riprendere la vita senza quattrini: persino il matrimonio, già in programma con la fidanzata, dovrà essere rigorosamente senza budget.
Interessante, ma utopistico su scala collettiva. E' comunque un bello spunto di riflessione.
RispondiEliminaConcordo con il commento sopra: interessante ma utopistico per tutti... certo è che il mondo attuale sta diventando ogni anno sempre più invivibile. Bisognerebbe trovare la giusta via di mezzo tra questa scelta radicale e il nostro consumismo sfrenato... cosa impossibile che si verifichi in modo spontaneo, temo... forse per trovare la giusta via di mezzo servirà solo qualche evento enorme e shockante che scuota il sistema e ne mini le basi, ancora di più della crisi economica... da cui tutti vogliamo uscire, senza capire che ne usciremo solo quando inizieremo a ragionare in maniera molto diversa. p.s. per i soldi del libro, visto come va oggi l'editoria, è molto facile che la casa editrice abbia tenuto i diritti del libro (o comunque il 99% di essi) e l'autore non prenda il becco d'un quattrino.
RispondiEliminaSono favorevole a che si torni ad un consumo più consapevole, ma questo tipo di scelta mi sembra davvero un po' troppo utopistica...
RispondiEliminaPreferirei fare come i nostri nonni, il dentifricio era dentrifricio e non ossi di seppia, ma le cose rotte si riparavano. Opinione personale, eh?
Chiara, Silvia e Cincia, in effetti Mark non propone affatto il suo stile di vita come lo stile di vita: lui stesso ha iniziato quasi per scommessa, con il proposito di trascorrere un anno senza soldi, non l'intera esistenza. Ora che è intenzionato a sposarsi, ad esempio, di certo avrà bisogno di una casa un pochino più confortevole di quella roulotte... Personalmente anch'io credo che sarebbe impossibile vivere tutti senza soldi, perchè la nostra intera società è impostata su base monetaria, ma non è questo che propone Mark.
RispondiEliminaIl discorso è dimostrare che si può vivere senza sprechi e senza diventare schiavi degli oggetti, già questo sarebbe un bel passo avanti se condiviso da molte persone, no?