domenica 4 agosto 2013

Isola di Sant'Antioco, la storia

Il post precedente si era concluso con una piccola anticipazione sull'antichissima storia dell'Isola di Sant'Antioco, che affonda le proprie radici in epoche molto remote. Come detto, i Fenici - che in un primo momento raggiungevano l'isola navigando e si limitavano a commerciare con le popolazioni nuragiche - fondarono la città di Sulki e si dedicarono al commercio, ma anche alla pesca ed all'agricoltura, che veniva praticata all'interno dell'isola, nella pianura chiamata "Canai" che non a caso significa "terra fertile"; per quanto riguarda la pesca, invece, questa veniva praticata non soltanto in mare aperto ma si ritiene che venissero sfruttati anche gli stagni con dei vivai.
Il tonno, che ancora oggi rende celebre la Sardegna, veniva pescato in mare, conservato sotto sale - ancora oggi, giungendo a Sant'Antioco, si possono ammirare stagni in cui l'acqua di mare evapora lasciando uno strato di sale sulla superficie sabbiosa - e venduto.
Le case erano semplici, realizzate con mura in mattoni di fango che venivano intonacate e con pavimenti in terra battuta, avevano spesso un cortile interno con una cisterna per la raccolta dell'acqua piovana; in prossimità del porto è probabile vi fosse un ampio spazio riservato al mercato, con una piazza circondata da magazzini.

Verso il 540 a.C. Cartagine inviò in Sardegna un esercito capeggiato da Malco, che venne però sconfitto dai Fenici alleati ai Sardi; tuttavia i Punici non rinunciarono all'impresa, attratti dalla florida agricoltura e dai ricchi giacimenti minerari, e attorno al 510 a. C. Cartagine riuscì a sottomettere Sulki e Tharros. Del periodo cartaginese resta un'imponente necropoli che occupa quasi tutto il colle di Sant'Antioco, mentre due imponenti leoni di pietra - oggi conservati al museo cittadino - erano posti a guardia della porta che si apriva nella cinta muraria. Anche i Cartaginesi, poi, utilizzarono il Tophet come già fecero in precedenza i Fenici, deponendovi i resti di bambini morti in tenerissima età (vedi articolo precedente).
In seguito alla prima guerra punica, terminata nel 241 a. C., i Romani desistettero e lasciarono l'isola in mano cartaginese, tuttavia poco tempo dopo, i soldati mercenari al soldo di Cartagine le si ribellarono e chiesero l'intervento di Roma; fu così che, nel 328 a. C., la Sardegna - e quindi anche Sulci - passarono in mano romana. Il cambio di dominazione avvenne in modo pacifico perchè le popolazioni costiere, per tutelare i propri interessi commerciali, si sottomisero a Roma senza combattere e proprio la città di Sulci in particolare si sviluppò e crebbe notevolmente soprattutto nel corso dell'età imperiale; è a questo periodo storico che appartiene il ponte romano visibile all'ingresso dell'isola di Sant'Antioco, che fa parte dell'istmo realizzato dai romani per congiungere l'isola al resto della Sardegna. Il ponte che ancora oggi si vede arrivando a Sant'Antioco è il terzo di tre ponti realizzati, l'unico dei quali resta traccia. Fu con i romani di epoca imperiale che sull'isola giunse il cristianesimo, una nuova religione che viaggiava insieme ai commercianti, o portata dai soldati convertiti, o bagaglio di speranza dei cristiani esiliati e condannati ai lavori forzati nelle miniere sarde.

Una storia tanto ricca ha lasciato un autentico tesoro archeologico ed artistico, in parte ancora disseminato tra le strade e le piazze dell'isola - il ponte romano, le catacombe in cui vennero ritrovate le spoglie di Antioco, poi divenuto Santo, che ancora oggi si trovano sotto la chiesa che porta il suo nome,  la fontana di epoca imperiale al centro di Piazza Italia, la torre di Calasetta... - in parte conservato nei musei. Diversi anni fa, a Calasetta, proprio all'interno della torre che domina il paese, venne realizzata una mostra di reperti rinvenuti in loco; le foto che trovate qui furono scattate in quell'occasione.

1 commento:

  1. Ciao cara... ci sono!
    Come stai?
    Come procedono tutte le tue cose?
    Io sono in malattia xchè ho appena subito un'esterectomia... preventiva, eh!
    Ti abbraccio e mi aggiorno un po'.
    Un bacio grandissimo <3

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