domenica 29 novembre 2015

La fauna del ghiaccio

Sigla.

Buona sera e benvenuti a questa puntata speciale, nel corso della quale ci avventureremo nell'affascinante mondo del pattinaggio su ghiaccio; non in quello delle competizioni, però, bensì in quel microcosmo spesso ignorato del pattinaggio del sabato pomeriggio e ne esploreremo la fauna.
Ora, dovete sapere che così come esistono i guidatori della domenica, allo stesso modo esistono i pattinatori del sabato pomeriggio: si tratta, in questo caso, di esseri viventi tutt'altro che timidi che fanno la loro comparsa sul finire della stagione autunnale ed imperversano sulle piste e nei palazzetti sino all'inizio della primavera. Solitamente sono facilmente localizzabili grazie all'abbigliamento completamente fuori luogo e soprattutto ai pattini, spesso di un acceso colore arancione, tuttavia esistono esemplari che indossano capi adeguati e presentano pattini di differente foggia e colore, quindi è bene avvicinarsi a tutti loro con estrema cautela.

In questa particolare specie di mammiferi gli studiosi hanno riscontrato significative differenze in base all'età: gli esemplari più giovani, chiamati bambini, di solito sono molto chiassosi e, come spesso accade tra i primati, apprendono i rudimenti della sopravvivenza sul ghiaccio dagli esemplari più anziani e di maggior esperienza, siano questi i genitori o dei temporanei surrogati definiti "maestri". Questi cuccioli, ancora inesperti, si possono osservare in natura vicino alla balaustra, mentre muovono i primi passi o accennano i primi goffi tentativi di spinta e frenata. Come tutti i cuccioli, suscitano tenerezza e sono innocui, ma è bene non avvicinarsi troppo: i genitori potrebbero allarmarsi, esibendosi in portentose cadute e sederate sul ghiaccio, magari trascinando con loro il piccolo.

E' al raggiungimento della maturità sessuale, però, che il pattinatore del sabato pomeriggio da il meglio di sé: in preda allo scatenarsi degli ormoni, eccolo formare piccoli branchi composti da quattro, cinque o più individui, spesso dei due sessi, ed esibirsi in rituali di accoppiamento che i ricercatori ancora non sono riusciti a decifrare compiutamente. Uno di questi è senza dubbio il cosiddetto "trenino" o più semplicemente "treno": un esemplare, per ragioni ignote ritenuto (a torto) il meno inetto, inizia ad arrancare sul ghiaccio, un secondo esemplare gli cinge con le mani la vita ed arranca dietro di lui, un terzo esemplare si lega allo stesso modo al secondo e così si forma una coda più o meno lunga, che avanza berciando e zigzagando priva del benché minimo controllo all'interno della pista.
A differenza dei cuccioli, questi esemplari sono da ritenersi estremamente pericolosi, in quanto non stanno vicini alla balaustra ma si muovono all'interno della pista senza seguire precise traiettorie e sono soggetti a frequenti cadute, nel corso delle quali non esitano a tirare le temibili "zampate del principiante", annaspando nell'aria alla ricerca di un qualsiasi appiglio, riuscendo talvolta a trascinare nella catastrofica caduta anche un incauto osservatore che si sia avvicinato troppo.
Un rituale analogo e non di minor pericolosità per l'osservatore è quello che vede gli esemplari procedere mano nella mano. Si ritiene che questo possa essere un ulteriore passo verso l'accoppiamento, dal momento che sovente gli esemplari sono un maschio ed una femmina, tuttavia non mancano le eccezioni: gli studiosi hanno spesso notato coppie di femmine procedere in tal modo, mentre mancano ad oggi osservazioni relative a coppie di maschi.
Nonostante il mistero che ancora ammanta, almeno in parte, questi particolari rituali, un dato emerge con chiarezza: l'imbranataggine dei pattinatori del sabato pomeriggio non si divide in gruppo, ma, al contrario, si moltiplica; se un pattinatore adolescente è da considerarsi pericoloso, gli adolescenti in branco in posizione di trenino o mano nella mano sono potenzialmente letali.
E' stato inoltre rilevato che spesso i giovani maschi creano piccoli branchi e si esibiscono singolarmente in quelle che possono essere considerate manifestazioni di prestanza giovanile, sfidandosi a vicenda, tentando di muoversi il più velocemente possibile o di piroettare su se stessi o di frenare repentinamente: si tratta, in ogni caso, di comportamenti molto pericolosi per l'osservatore, in quanto messi in atto senza alcun preavviso né seguendo precise traiettorie e culminano spesso con poderose "zampate del principiante", esaurendosi poi con la caduta a terra del soggetto. Questi esemplari sono da evitare con la massima cautela.

Ma torniamo per un attimo agli esemplari che si accingono all'accoppiamento: quando il rituale è andato a buon fine, ecco che si assiste alla nascita del pattinatore pomicione.
E' il momento in cui il pattinatore del sabato pomeriggio è meno pericoloso: trascorre la maggior parte del tempo attaccato alla balaustra intento ad infilare la lingua in bocca al partner o a tastargli il sedere, completamente ignaro di qualunque cosa gli accada intorno. Le rigide temperature, però, fanno sì che gli studiosi non siano ancora riusciti a documentare un accoppiamento tra pattinatori pomicioni e, pertanto, ad oggi non è dato sapere come vengano concepiti i cuccioli di pattinatori del sabato pomeriggio. Diversi studiosi ritengono che le modalità possano essere molto simili a quelle messe in atto dagli altri ominidi, tuttavia resta un mistero che la scienza non mancherà di indagare.

Grazie per averci seguito nel corso di questa speciale puntata alla scoperta dei pattinatori del sabato pomeriggio, buona sera. 

sabato 28 novembre 2015

Pattinare sul ghiaccio!

Come forse avrete capito da alcuni miei recenti ed entusiastici cinguettii su Twitter, l'autunno ha portato con sé la riapertura degli impianti per pattinare sul ghiaccio, mia indiscussa passione. 

Lo stadio del ghiaccio di Casate, quello in provincia di Como che ha dato i natali, artisticamente parlando, ad "una certa" Anna Cappellini, ha riaperto i battenti già a inizio ottobre mentre più recentemente è tornata attiva anche la "pistina" in prossimità della piscina di Saronno. "Pistina" che verrà ben presto affiancata dalla "sorella" comasca che, come ogni anno da diverso tempo ormai, in occasione delle feste di Natale, troverà spazio in Piazza Cavour

Insomma, le occasioni per divertirsi, almeno in queste due città, non mancheranno di certo e, dal momento che non sono egoista, pubblico qui - in ordine alfabetico, prima Casate e poi Saronno - le informazioni necessarie per poter trascorrere del tempo divertendosi come pazzi sui pattini (cliccateci sopra per ingrandire).
E adesso scusate ma scappo via, che il ghiaccio mi aspetta! 

Pattinaggio libero stadio del ghiaccio di Casate (CO) 
Pattinaggio libero pista di pattinaggio di Saronno (VA)

Aggiornamento. Nella mia somma bontà inserisco qui di seguito anche gli orari della pista di pattinaggio realizzata dalla Città dei Balocchi in piazza Cavour a Como, dove oltre al noleggio pattini si trovano anche dei simpatici pinguini pattinatori che aiutano i più piccoli ed inesperti a reggersi in piedi.

venerdì 27 novembre 2015

The time of my life on ice

Il tempo passa, le cose cambiano, ma le sensazioni provate, quelle no, restano e ci accompagnano ogni giorno.

venerdì 20 novembre 2015

Attentati, consigli e umanità varia

Come sopravvivere ad un attacco terroristico
Dopo gli attentati terroristici verificatisi a Parigi il 13 novembre il livello di allerta è stato innalzato in gran parte dei Paesi europei, Italia inclusa (dove, peraltro, non sono mancati diversi falsi allarmi, da Roma a Como, passando per Milano). In alcune nazioni, come in Gran Bretagna, sono state distribuite piccole guide contenenti consigli su come comportarsi in caso di coinvolgimento in un attentato, veri e propri mini-manuali di sopravvivenza in situazioni critiche. 
Il Post, in un articolo pubblicato il 19 novembre, riporta alcuni di questi consigli, rilasciati da esperti dell'agenzia dell'antiterrorismo britannico e da diversi psicologi. 

Letto l'articolo su Twitter, l'ho diffuso a mia volta segnalandolo però come "Attacchi terroristici: saggi consigli vs. realtà" e condendo il tutto con un'eloquente immagine tratta dal film animato "L'era glaciale", questa:
Reazione comune ad un attacco terroristico
Perchè, inutile negarlo, in Europa - e in Italia - siamo fortunatamente abituati alla pace, alla relativa tranquillità. Se escludiamo alcuni fatti di cronaca che, non a caso, vengono riportati da quotidiani e tg, qui si cammina per strada senza pensare minimamente a ciò che ci accade attorno, certi (o quasi) che nessuno verrà ad aggredirci per derubarci, stuprarci o ucciderci. 
Israele, guerra perpetua: il Krav Maga tra i banchi di scuola
Così non è, ad esempio, in Israele, dove da sempre e per l'intera esistenza si vive nella paura e si impara a conviverci fin da piccolissimi. Dove a scuola, insieme a matematica e letteratura, si studia il Krav Maga.

In Italia - e, credo, in Europa - non è previsto l'insegnamento di tecniche di combattimento nè delle arti marziali all'interno della scuola dell'obbligo e, lasciatemi aggiungere, grazie al cielo. Perchè questo significa che, a differenza di Israele, noi non viviamo in uno stato di guerra quotidiano e perpetuo. 
L'altra faccia della medaglia, però, è quella di trovarsi impreparati qualora ci si trovi a dover affrontare emergenze come quelle che questi giorni ci stanno prospettando. 

E per prepararsi, lo dico subito chiaro e tondo, non servono i corsi di difesa personale che promettono risultati in dieci lezioni. Non lasciamoci abbindolare da personaggi privi di scrupoli, interessati a far quattrini sfruttando l'altrui paura. 
La prontezza di reazione e, prima ancora, la capacità di gestire situazioni di stress, non si apprendono in dieci lezioni e neppure in venti. Qualunque serio Maestro di arti marziali o Istruttore di Krav Maga vi dirà subito che sono necessari anni di pratica e di preparazione costante per poter tentare di reagire ad un'aggressione armata (e che, comunque, è sempre preferibile, se ce n'è la possibilità, scegliere di non affrontare un aggressore armato, perché lo scopo ultimo non è quello di "fare bella figura" bensì salvare la pelle).

Detto questo, senza pensare di poter diventare supereroi in dieci facili lezioni, è giusto anche dire che effettivamente tutti noi possiamo fare qualcosa, a cominciare dall'innalzare il nostro livello di attenzione. Come avevo già scritto parlando di "allarme sicurezza", infatti, prestare attenzione a dove siamo e a ciò che ci accade attorno è la prima regola (e se state pensando "ma io sono sempre attento/a quando sono per strada" forse è il caso che andiate a rileggervi l'articolo).
Forze speciali britanniche in azione
Accrescere la nostra attenzione comporta il raggiungimento di una maggior consapevolezza di noi stessi e di quanto ci circonda e, dalla consapevolezza, comprendo se ad esempio il mio respiro è affannoso, se entro in uno stato di agitazione, se il mio cuore batte all'impazzata o se, al contrario, riesco a mantenere la calma e la lucidità tali da potermi consentire di reagire. E' da questa consapevolezza che si può cominciare a lavorare per mettere in pratica i saggi consigli degli esperti riportati nell'articolo del Post e, eventualmente, per decidere anche di iscriversi ad un serio corso di arti marziali.

giovedì 19 novembre 2015

Tempi duri

La libertà guida il popolo. Eugéne Delacroix, 1830.
Si dice spesso: tempi duri. Ma domenica 15 novembre, che ha segnato l'apertura dell'Avvento nella Chiesa ambrosiana, è stata davvero una giornata dura. Perché arrivata dopo gli atroci attentati terroristici che hanno insanguinato il venerdì sera di Parigi. E le parole di Gesù riportate nel Vangelo secondo Luca (Lc 21,5-28 per chi volesse leggere l'intero brano proposto) hanno richiamato alla mente di molti fatti estremamente attuali: "[...] Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno [...]. Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome"; il sacerdote, poi, ha ulteriormente attualizzato la Scrittura, ricordando le parole di Papa Francesco ed invitando a pregare per le vittime francesi ma anche ad essere operatori di pace. Non è con l'odio che si sconfigge l'odio, non è con la vendetta che si placa la sete di sangue. 
Cadere nella tentazione di odiare è estremamente facile in questi giorni catastrofici, ma è una tentazione alla quale non solo quanti si professano cristiani, ma tutti dovremmo sottrarci. Perché questa è una guerra che con la religione, qualsiasi religione, non ha nulla a che fare. Prova ne è il fatto che, quotidianamente, centinaia di musulmani vengono uccisi in tutto il mondo, "colpevoli" di non appoggiare il Daesh (secondo il sovrano della Giordania l'Isis avrebbe ucciso 100.000 musulmani negli ultimi due anni). 

Negli anni, però, ci è stato insegnato a pensare di essere europei e quindi non ce ne voglia il resto del mondo se, complice anche la vicinanza geografica, il nostro pensiero va ai "cugini d'oltralpe". 
Il popolo francese, in questi tempi duri, sta dando prova di grande coraggio e di enorme dignità. Due gli esempi che voglio riportare, perché mi hanno profondamente colpita e commossa: il primo, subito dopo l'attentato allo stadio, quando i tifosi hanno finalmente potuto allontanarsi da quel luogo preso d'assedio ed hanno intonato, spontaneamente, il loro inno nazionale. Il video, ripreso e twittato dal Sindaco di Poissy Karl Olive, è giustamente diventato virale, simbolo di una Francia che non soccombe agli affronti anche più sanguinari e terribili.
Il secondo è il video dell'intervista raccolta da Le Petit Journal ascoltando le parole di un papà e di un bambino. I bambini ci guardano, loro sono il futuro. E voglio sperare che il futuro di questo bambino e di tutti i suoi coetanei in ogni angolo del mondo sia un futuro di pace e di vera fratellanza umana.



La libertà della Francia. Solinette, 2015.
Frattanto una vignettista francese, Solinette, ha dato nuova linfa vitale a Marianne, simbolo della libertà della Francia. La rivoluzionaria che guidava il popolo nel celeberrimo quadro di Delacroix conservato al Louvre è oggi una giovane ragazza bionda e nuda che, con orgoglio, dice: "Esci, bevi, ascolta musica, balla, mangia, parla, fai l'amore, gira nuda, sii libera, VIVI".

mercoledì 11 novembre 2015

Contro l'influenza, il brodo di pollo. Parola di scienziato

Ci sono alcuni rimedi della nonna la cui efficacia è stata provata dalla scienza moderna; un esempio è il brodo di pollo per combattere raffreddore e sintomi influenzali. 

Alcuni anni fa il dottor Stephen Rennard, fisico e ricercatore presso il Centro Medico dell'Università del Nebraska, ha provato che questo antico rimedio ha effettivamente proprietà antinfiammatorie; la sua ricerca, cominciata nel 1993, è stata ripresa e citata da oltre 1200 articoli e pubblicazioni.
Ecco allora la mia ricetta del brodo di pollo anti raffreddore.
Ingredienti:
  • 1 petto di pollo
  • sedano
  • carote
  • cipolla
  • olio d'oliva
  • peperoncino (facoltativo)
  • prezzemolo (facoltativo)
Dopo aver pulito, lavato e tagliato a tocchetti sedano, cipolla e carote si mettono in una pentola con un filo d'olio e si soffrigge per qualche istante; si aggiunge poi l'acqua e vi si mette il petto di pollo, pulito e tagliato a pezzetti, con un pizzico di sale. Si copre e si lascia cuocere per almeno mezz'ora. Qualche minuto prima di servire, si aggiunge una leggera spolverata di peperoncino ed un po' di prezzemolo tritato, si mescola e si copre nuovamente il tutto.

Ricco di proteine e tuttavia leggero, il brodo di pollo è nutriente ma con un basso contenuto di grassi ed aiuta inoltre a reintegrare preziosi liquidi; il professor Gabriele Bellomo, specialista in Scienza dell'Alimentazione, raccomanda anche l'utilizzo di aglio e peperoncino per il loro potere disinfettante, mentre qui trovate la ricetta del dottor Stephen Rennard.

martedì 3 novembre 2015

Lady Sun, principessa combattente della Cina medievale

Lady Sun, conosciuta come Sun Shangxiang nell'opera cinese e nella cultura contemporanea, fu una nobildonna vissuta nella tarda dinastia Han orientale. 

Unica figlia femmina di Sun Jian e di Lady Wu, di lei si sa che ebbe quattro fratelli ma si ignora il suo nome di nascita, così come ignote restano le esatte date di nascita e di morte di questa fanciulla che, comunque, attorno al 200 fece molto parlare di sè. 
Si ritiene che nel 209 andò sposa al signore della guerra Lui Bei, non per amore ma soltanto per rafforzare l'alleanza col fratello Sun Quan; secondo gli studiosi il matrimonio avrebbe potuto svolgersi a Gong'an, nell'odierno Hubei, dove Liu era in servizio come Governatore. 
Lady Sun era nota per essere molto saggia ed arguta, ma anche di carattere duro e persino feroce; le cronache la raccontano molto simile a suo fratello Sun Quan, col quale ebbe sempre un rapporto privilegiato: si narra che fosse abile nella pratica delle arti marziali e che avesse centinaia di serve ai suoi ordini, le quali portavano spade e montavano la guardia fuori dalla sua camera, tanto che pare che persino il marito Liu Bei la temesse e "ogni volta che entrava nella sua stanza, sentiva un brivido nel cuore".

Attorno al 211, quando Lui Bei lasciò la Provincia Jing per una campagna militare contro il signore della guerra Liu Zhang della Provincia Yi, Lady Sun restò a Jing ed il fratello Sun Quan inviò una nave affinchè riportasse la sorella nel suo dominio. La donna, più legata all'amato fratello che non al marito impostole dal rango, tentò di portare con sè anche Liu Shan, figlio di Liu Bei nato dalla sua prima moglie, ma i generali di Liu Bei Zhao Yun e Zhang Fei riuscirono con i loro uomini ad intercettare la spia in fuga e recuperarono Liu Shan. Nulla si sa di ciò che avvenne alla combattiva Lady Sun una volta tornata a casa.
Contrariamente a quanto pare trapelare dalla storia, seppur sommaria, il Romanzo dei Tre Regni - un racconto storico del Quattordicesimo secolo attribuito a Luo Guanzhong - sostiene che quello che unì la principessa guerriera al Governatore Lui Bei fu un vero ed appassionato amore. 
Da questo racconto è tratto il film del 2008 di John Woo "La battaglia dei Tre Regni", autentico kolossal costato ottanta milioni di dollari e praticamente ignorato in Italia. Nella pellicola Lady Sun è interpretata dall'attrice Wei Zhao, che vedete ritratta nelle immagini qui riportate. 
Sun Shangxiang è anche il personaggio, con il nome mutato in Sun Shang Xiang ed ovviamente molto combattivo, della serie di videogiochi d'azione e strategia "Dinasty Warriors" realizzata dalla Koei ed ambientata nella Cina medievale.

domenica 1 novembre 2015

A modo mio, controcorrente

Che poi d'un tratto hai una folgorazione e realizzi che non è mica un caso se pratichi T'ienshu
Perché ribelle, sotto sotto, lo sei sempre stata. 

Quando tutte giocavano a pallavolo e tu andavi a pattinare sul ghiaccio, ad esempio, o quando eri circondata da fighetti ben vestiti e ti mettevi il chiodo come fosse un'armatura. Perché non è un caso se il mondo festeggia Halloween e tu stai a casa, né se in Italia ci sono sette milioni di tatuati (il 13,8% della popolazione femminile, in crescita) e tu non ci pensi proprio a farti dipingere la pelle. 

Perché dove ci sono le "figate", dove c'è "quello che fa tendenza", dove ci sono la "moda" e il "trendy", ecco: lì tu, semplicemente, scegli di andare da un'altra parte. Dalla tua parte. Contro corrente. Infischiandotene della massa e seguendo ciò che senti di essere, tu. Tu. Individualmente.

E allora non è un caso se sei finita a fare una disciplina che "valorizza l'uomo e non la tecnica", che dell'individualità fa un valore e non una colpa. Perché da sempre, fin dalla sua nascita, il T'ienshu è questo: uno strumento per portare l'essere umano ad avere consapevolezza di sé. Di se stesso. Al di là dei pugni e dei calci, al di là delle flessioni e degli addominali, quello che veramente conta è "conosci te stesso": fatti domande, chiediti se la strada che stai seguendo è davvero quella che vuoi per te, guardati attorno e dì con sincerità se quelli che hai per compagni di viaggio fanno davvero al caso tuo o se per caso non sarebbe meglio, ancora una volta, cambiare. Prendi un bel respiro e vai in profondità, alla ricerca di chi davvero sei.
Magari salterà fuori che sei un ribelle. E che, sotto sotto, lo sei sempre stato.