La libertà guida il popolo. Eugéne Delacroix, 1830. |
Cadere nella tentazione di odiare è estremamente facile in questi giorni catastrofici, ma è una tentazione alla quale non solo quanti si professano cristiani, ma tutti dovremmo sottrarci. Perché questa è una guerra che con la religione, qualsiasi religione, non ha nulla a che fare. Prova ne è il fatto che, quotidianamente, centinaia di musulmani vengono uccisi in tutto il mondo, "colpevoli" di non appoggiare il Daesh (secondo il sovrano della Giordania l'Isis avrebbe ucciso 100.000 musulmani negli ultimi due anni).
Negli anni, però, ci è stato insegnato a pensare di essere europei e quindi non ce ne voglia il resto del mondo se, complice anche la vicinanza geografica, il nostro pensiero va ai "cugini d'oltralpe".
Il popolo francese, in questi tempi duri, sta dando prova di grande coraggio e di enorme dignità. Due gli esempi che voglio riportare, perché mi hanno profondamente colpita e commossa: il primo, subito dopo l'attentato allo stadio, quando i tifosi hanno finalmente potuto allontanarsi da quel luogo preso d'assedio ed hanno intonato, spontaneamente, il loro inno nazionale. Il video, ripreso e twittato dal Sindaco di Poissy Karl Olive, è giustamente diventato virale, simbolo di una Francia che non soccombe agli affronti anche più sanguinari e terribili.
Il secondo è il video dell'intervista raccolta da Le Petit Journal ascoltando le parole di un papà e di un bambino. I bambini ci guardano, loro sono il futuro. E voglio sperare che il futuro di questo bambino e di tutti i suoi coetanei in ogni angolo del mondo sia un futuro di pace e di vera fratellanza umana.
La libertà della Francia. Solinette, 2015. |
Interessante post Viviana, che sintetizza attualità, ma anche speranze e temi universali che vanno oltre questi singoli e difficili giorni. Mi unisco caldamente alla tua speranza per un futuro di pace e fratellanza, ma so che è un traguardo lontanissimo e non scontato, che si potrà eventualmente raggiungere e solo con l'impegno di tutti, nell'arco di più e più generazioni. Cominciamo noi, comunque.
RispondiEliminaSilvia, esatto: cominciamo noi. Perché da qualche parte bisognerà pur cominciare.
EliminaNei giorni successivi agli attentati di Parigi ho ascoltato tante voci e solo alcune, per fortuna, erano parole di odio verso una religione. Molte erano parole di condanna verso i terroristi, ben distinti dal resto dell'Islam.
RispondiEliminaQuello che è mancato, però, è una dura, severa e decisa condanna degli attentati da parte di quell'Islam moderato che mi ostino a difendere. Se chiedi a un musulmano, condanna gli atti, certo, ma... c'è sempre un MA, una giustificazione, la ricerca di un perchè!!!
E un perchè c'è, lo so!
Vorrei solo che non si giustificassero in nessun modo atti così atroci!
Atroci sono anche i bombardamenti sulla Siria, che mietono tantissime vittime innocenti e atroci sono le barbarie che l'ISIS sta portando avanti nei territori sotto il controllo del califfato.
Viviamo tempi davvero terribili ma io non voglio arrendermi alla paura e alla diffidenza.
Ho una sorella convertita all'Islam che vive in Tunisia e non voglio credere che saremo l'una contro l'altra: MAI!!!
Ti abbraccio
Francesca
Francesca, certamente con la tua vicenda personale e quella di tua sorella convertita all'Islam vivi molto intimamente il dramma di quanto sta accadendo nel mondo. A qualche tempo di distanza dagli attentati, alcuni musulmani si sono effettivamente schierati "senza se e senza ma" contro questi massacri; personalmente, resto convinta del fatto che solo la via del dialogo e della reciproca accettazione sia quella praticabile.
Eliminaper la serie a volte ritorno, intanto Ciao.
RispondiEliminaBel post, io ne ho iniziato uno sull'argomento infinite volte e ancora è lì, tra le bozze, in attesa di essere finito.
E' che, a volte, preferisco il silenzio.
Ciao Giorgia, che piacere, ben tornata! In effetti capisco la tua riluttanza a trattare certe tematiche: la paura di sbagliare è forte... Anch'io mi sono posta mille interrogativi prima di pubblicare questo post, ma alla fine il mio problema, evidentemente, è opposto al tuo: proprio non ce la faccio a stare zitta!
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