lunedì 28 giugno 2010

Quando il lupo cattivo è Cappuccetto Rosso



I casi son due: o il mondo va dalla parte sbagliata, oppure sono io che proprio non lo capisco.
Spero, per amor dell'umanità e per quel briciolo di altruismo che ancora mi resta, che si tratti della seconda ipotesi.

Vi racconto una storia.
C'era una volta una giovane studentessa di giurisprudenza che aveva una mamma ed un'amica del cuore. Un bel giorno questa giovane decide che non può confessare alla mamma che la laurea è ancora lontana, che contrariamente a quanto le aveva detto in realtà le mancano ancora un bel po' di esami da sostenere, e allora che fa? Semplice: decide che può tenersi il suo segreto e, in più, ereditare un bel po' di soldini semplicemente facendo ammazzare la mamma da una sua cara amica, pure lei studentessa universitaria ma in medicina!
Così l'amica arriva a casa dell'ignara mamma, si presenta come amica della figlia, chiede di andare in bagno, indossa guanti in lattice ed estrae dalla borsetta batticarne e coltello portati appositamente per accoppare l'ignara genitrice. La quale, solo per intervento divino o gran botta di cu.., scansa il colpo micidiale, si difende con le unghie e coi denti, riesce a raggiungere il pronto soccorso dove si fa medicare e sporge in seguito denuncia.
Entrambe le studentesse sono state prese. Lieto fine? Staremo a vedere.
Questa la storia, l'articolo vero qui.

Siete pronti per un'altra storia?
C'era una volta un gruppo di amichetti, figli di imprenditori e noti professionisti lombardi, che frequentava uno dei più noti istituti privati milanesi. Questi rampolli della Milano bene han chiesto, come regalo per la promozione, di trascorrere una giornata a Gardaland, celeberrimo parco divertimenti. Desiderio esaudito dai genitori, naturalmente, forse poco avvezzi a non esaudirli.
Fatto sta che, provata un'attrazione, provatane un'altra ed un'altra ancora, ecco sopraggiungere la noia. Che tedio, che barba! Che fare? Ma è lampante! Si rubano gli zaini di ignari coetanei! Questo sì che è spassoso, altro che "Blu tornado"!
Beccati con la refurtiva dai carabinieri in servizio antitaccheggio, le nuove generazioni dei nostri dirigenti hanno raccontato che era loro intenzione abbandonare gli zaini fuori dal parco. Certo: quando papy e mamy ti danno il meglio del meglio, mica hai bisogno di zaini e cellulari proletari! Quelli li rubi giusto per divertimento...

Poi, se volete, ci sarebbe anche la storia dei due ragazzi (un ventenne ed un minorenne) che, armati di coltellaccio "alla Rambo", hanno messo a segno almeno tre rapine a Varese (qui). E, se vi va, c'è anche la "favoletta" del sedicenne di Teramo che ha palpeggiato con la violenza due donne in una manciata di giorni (qui).

Non so se tutto questo sia frutto di Telefono Azzurro che impedisce di dare a tuo figlio una solenne sculacciata quando se la merita, se dipenda dal fatto che non si boccia più per non traumatizzare i bambini (che così poi ci pensan loro a traumatizzare te adulto appena possibile) o che altro, fatto sta che io, veramente, ho nostalgia di quando Capuccetto Rosso girava disarmata!
P.S. Il Cappuccetto Rosso bastardo con bazooka non è opera mia, ma sua (scovata per caso nel web).

giovedì 24 giugno 2010

Il corpo delle donne

PROLOGO
Diverse sere fa, faceva ancora freschetto, me ne stavo in cucina a riordinare un pochino, dopo cena: felpone di flanella e ciabatte supersexy tipo queste. In tv compare lei, tutta -issima: bellissima, morissima, latinissima e calientissima, liscissima, altissima, sexissima, eccetera eccetera, strizzatissima (altra -issima) in un'uniforme di poliziotto per bambino di 7 anni. Guardo lo spot della telefonia mobile, guardo lei, guardo me e... arrivo a dubitare del fatto che entrambe apparteniamo al genere umano. Cioè: davvero io ho qualcosa in comune con una così? (Fine prologo)

"La donna sensuale non è magrissima, la donna sensuale mangia l'amatriciana": non so chi l'abbia detto, su RaiNews24, qualche sera fa, ma io quest'uomo - chiunque sia - lo propongo per un monumento! Davo le spalle alla tv, accesa appunto per ascoltar notizie, mentre preparavo le melanzane alla parmigiana "finte" ed ecco che sento questa clamorosa rivelazione! Ma dovrebbero mandarla a reti unificate!, mi dico. E giù, una bella spalmata di pomodoro e origano a coprir melanzane. La frase tanto gradita era inserita in un contesto più ampio: un servizio che parlava di Donna Donna Onlus, intervistando Nadia Accetti, splendida e vera trentenne, ed il celebre fotografo Gerald Bruneau che ha realizzato, gratuitamente, il calendario 2010 ritraendo 50 donne autentiche, di tutte le età e di tutte le taglie, e la mostra fotografica "Tu sei bellezza" di Roma, per dire no agli stereotipi sulla bellezza femminile.

E questo mi ha riportato alla mente "Il corpo delle donne", cui avevo già dato spazio sul blog e del quale mi sembra non si parli mai abbastanza (e che anche un libro, che potete trovare qui).

Non è spirito di rivalsa nei confronti di Belen Rodriguez nè di altre bellissime; non mi sento nè migliore nè peggiore di loro. Mi sento profondamente diversa da loro, questo sì. Posso ammirarle, come ammiro un tramonto od una tigre, come ammiro il David o il volo di un gheppio. Sono belle, ne ammiro la bellezza. Ma non le conosco, quindi non posso esprimere giudizi su di loro che non siano estetici. Di certo non mi sento simile a loro. E mi spaventa il pensiero che ragazze e donne di tutte le taglie e di tutte le età possano cadere nella trappola dell'anoressia o della bulimia inseguendo questo ideale di bellezza che, proprio come un tramonto o una tigre, non sarà mai eguagliabile. La bellezza è unicità.

Sapendo però quanto pericolosa può essere la "prova bikini", qui di seguito inserisco immagini di star internazionali e di celebrità italiane rigorosamente tutte dotate di pancetta o cellulite.
Donne che hanno saputo fregarsene altamente dei canoni estetici rigidi ed inamovibili, donne che sono belle perchè uniche. Pure con la cellulite!

Jennifer Lopez

Julia Roberts

Kate Moss

Lady Gaga

Misha Barton

Manuela Arcuri


Paola Perego

Simona Ventura


MORALE
Siate belle in quanto voi stesse, pure con qualche chiletto di troppo, le smagliature o la cellulite! Siate belle di quel bello che viene dalla vostra personalità, dalla voglia di vivere, dall'intelligenza e dallo spirito con cui affrontate ogni giorno. Siate belle perchè siete belle. Punto.

Facciamoci del male


In questi giorni non sono esattamente di buon umore. Vuoi perchè avrei bisogno di giornate di 36 ore ciascuna per poterci infilare dentro tutto quello che vorrei/dovrei fare; vuoi perchè, tra un libro di antropologia da studiare e le melanzane alla parmigiana da preparare e gli atti d'ufficio da registrare e le magliette da stirare e "Casi esemplari" da imparare e l'archivio da risistemare e la cultura Asmat da cercare di comprendere e la lavatrice da fare e "ma quella pratica è poi stata terminata?"... gradirei trovare qualche minuto per dormire; vuoi perchè non è che le news aiutino poi molto a risollevare lo spirito.

Quindi, se deciderete di proseguire la lettura, siete avvisati, eh! Poi non lamentatevi che non ve l'avevo detto.

Iniziamo con una catastrofe in piena regola: altri cento anni e ti saluto, genere umano. Altro che il nostro presidente del Consiglio che aspira all'immortalità (immortalità, ho scritto, non immoralità, chè quella l'ha raggiunta già da un pezzo!). Qui schiatteremo tutti. Cioè, non solo noi - che francamente, arrivare a 135 anni non è che abbia poi 'sta gran voglia - ma pure i nostri figli, i nostri nipoti, i nostri pronipoti: niente più genere umano. E non lo dico io, eh, sopraffatta dall'ottimismo che è il sale della vita, ma lo asserisce il biologo Frank Fenner, un tizio che non è proprio l'ultimo "picio" arrivato visto che ha contribuito a debellare il vaiolo.

Tanto per non smentire l'esimio studioso, ecco un'altra bella notiziola circa il latte materno, tanto sano e tanto raccomandato da neonatologi e pediatri: quello delle mamme milanesi è più inquinato di quello delle mamme napoletane. Quindi: schiattare schiatteranno comunque, ma nel frattempo ai nostri piccini facciamo mangiare del sanissimo latte materno contaminato. Così gli roviniamo pure un pochino l'infanzia, in attesa della dipartita. Mi pare giusto.

Nel caso poi tutto questo non vi interessi più di tanto, tutti presi come siete a preparar le valige per il mare, ecco: a proposito di mare...

giovedì 17 giugno 2010

Fuorilegge al cacao


Nutella. Croce e delizia. Pare che il Parlamento europeo, ora, la metta a rischio. Pare che la crema al cacao più famosa al mondo possa diventare fuorilegge.
Pare.
Io, intanto, metto le mani avanti e vi avviso: per pane e Nutella son pronta a rischiare il carcere. Sappiatelo.

mercoledì 16 giugno 2010

Indiana Jones netturbino

Normalmente, credo, la parola "archeologia" richiama alle nostre menti il celebre Indiana Jones: affascinante avventuriero a caccia di tesori in luoghi misteriosi dove pericolo ed esotico s'intrecciano indissolubilmente.
Stupisce non poco, dunque, il ritrovarsi a pensare agli archeologi come a netturbini della storia.
Eppure è questa una delle immagini evocate dalla lettura del libro che ho da poco terminato:


Il presupposto dal quale si parte è che l'archeologo indaga la storia dell'uomo ma, a differenza di quanto accade per lo storico, i "libri" che questi si trova a studiare hanno tracce del passaggio e dell'attività umana al posto delle pagine. E le tracce restano laddove l'attività, per un qualsivoglia motivo, è cessata o, comunque, si è modificata. Resti, appunto. Scarti.
E non storcete il naso pensando alle grandiose piramidi egizie o alle rovine inca: in fin dei conti, anche quelle sono scarti - per quanto maestosi ed imponenti - dal momento che, terminato il loro utilizzo, sono state abbandonate. Proprio come è avvenuto per migliaia di punte di selce neolitica, stoviglie rotte in terracotta, abitazioni abbandonate, navi affondate che è stato impossibile - o antieconomico - recuperare...

E ci sono stati anche archeologi che sull'immondizia hanno proprio lavorato: è il caso del Garbage Project che vide, nel 1973, gli archeologi impegnati a raccogliere, classificare e studiare i rifiuti prodotti dai cittadini di Tucson in Arizona. Uno dei risultati fu, ad esempio, scoprire profonde differenze tra quanto i cittadini avevano affermato di bere e ciò che realmente emerse in termini di lattine e bottiglie di alcolici consumati. Un'archeologia che, come spesso accade, va a braccetto con l'antropologia, dunque.

Insomma: gli spunti interessanti non mancano, ma io mi fermo qui. Buona lettura!


Titolo: Prima lezione di archeologia
Autore: Daniele Manacorda
Editore: Laterza
Anno di edizione: 2009

domenica 6 giugno 2010

Judo Tre Torri a Porto Sant'Elpidio



In occasione del Torneo Internazionale di Judo "Tre Torri" che si terrà a Porto Sant'Elpidio il 12 e 13 giugno, è stato organizzato il 26° Stage Internazionale di Judo.
Il Torneo Internazionale si svolgerà secondo questo programma.

Dal 14 al 17 giugno, poi, il Comitato Organizzatore sovraintenderà lo Stage cui potranno prendere parte tutti gli atleti dei Club, le rappresentative, i gruppi e le squadre nazionali presenti al torneo, ma aperto anche a tutti coloro che, pur non partecipando al Torneo, desiderano sperimentare questa esperienza dello "Judo Camp".

Per maggiori informazioni e per adesioni cliccare qui.

giovedì 3 giugno 2010

The Island



Quanto sareste disposti a pagare per un lifting? E quanto per una pelle sempre giovane? Quanto sareste disposti a pagare per guarire dalla leucemia, o per riavere l'uso delle vostre gambe dopo un incidente stradale, o per un fegato o dei reni nuovi e perfettamente compatibili?
Pensateci bene, non siate affrettati.
Quanto può valere tornare a vedere dopo la cecità? Bere a dismisura sapendo che un fegato nuovo e perfettamente compatibile col vostro è disponibile in qualunque momento vi possa servire; concedersi ogni singola sigaretta senza lo spettro di un tumore ai polmoni; mangiare le peggiori schifezze, poltrire sul divano, ingollare grassi e zuccheri a sazietà sapendo che mai nessun infarto metterà a rischio la vostra vita... Che cifra sareste disposti a spendere per ingannare la morte?
E se questo inganno comportasse un piccolo sacrificio, lo accettereste? E se il sacrificio non fosse poi tanto piccolo e non foste voi a doverlo compiere, ma qualcun altro al posto vostro, accettereste?
Queste domande non potranno non affacciarsi alla vostra mente durante la visione di "The Island".

L'umanità è scampata ad un disastro di proporzioni globali, tutto è stato contaminato ed il mondo come lo conosciamo ha cessato di esistere. Alcuni esseri umani si sono salvati, vivono in un mondo/laboratorio in cui tutto è decontaminato, indossano bracciali identificativi che rivelano cosa è loro permesso mangiare e bere, misurano la loro pressione e temperatura, li rendono rintracciabili immediatamente dal personale addetto al controllo. Controllo di che cosa? Controllo che non vengano infrante le regole di prossimità e che si sia sempre misurati, sereni e ben disposti. Di tanto in tanto qualche fortunato vince la lotteria e si aggiudica così il favoloso premio: il trasferimento sull'Isola (the Island, appunto), l'unico luogo incontaminato ancora esistente. Peccato solo che l'Isola non esista e che l'intera esistenza dei "sopravvissuti" sia falsa.

Un film d'azione e fantascienza - futuribile - rovinato solo, a parer mio, dalle solite, immancabili "americanate"; se ci si fosse attenuti maggiormente alle leggi dettate dalla fisica si sarebbe ottenuta un'opera davvero in grado di appassionare, coinvolgere e far riflettere su problemi etici e morali. Un'ottima occasione vanificata da cadute dal 35° piano in seguito alle quali i protagonisti si graffiano soltanto un pochino il viso e s'impolverano i jeans.
Comunque, appena esce sul mercato un Calabrone io lo compro! A costo di fare un mutuo!

martedì 1 giugno 2010

Chi non è razzista è scemo?


Sono nata e cresciuta con la convinzione che tutti gli uomini fossero uguali, i miei genitori mi hanno insegnato che bianco, nero, giallo o a pois non fa nulla, ciò che conta sono cuore e cervello, sentimenti e comportamenti. E io in questo ci credo. Davvero.

Ma quando sono sul treno, di ritorno dal lavoro e da una giornata discretamente schifosa, mi urta non poco sentirti gridare che gli italiani sono merda. Mi verrebbe da alzarmi in piedi e gridarti in faccia che la merda, caso mai, sei tu, che ti senti autorizzato a viaggiare senza biglietto e che se il controllore fa storie lo accusi di esser razzista; tu, che generalizzi gridando nel bel mezzo del vagone che gli italiani sono merda. No, amico mio, gli italiani non sono merda, proprio come non lo sono i tunisini, i polacchi, i marocchini, gli americani, gli algerini, i cinesi, gli egiziani, gli inuit; tu, caso mai, sei merda. Tu e soltanto tu, indipendentemente dal colore della tua pelle e dal tuo Paese di provenienza. Tu, cafone zotico ignorante maleducato ed insolente. Tu.

Forse è questa la differenza tra chi è razzista e chi non lo è: io ti avrei scaraventato giù dal treno a calci nel sedere anche se tu fossi stato italiano o svedese, invece di farfugliare "non sono razzista" e lasciar correre come ha fatto il controllore (razzista al contrario, visto che gli italiani senza biglietto li fa scendere eccome!)... La prossima volta provo a non fare il biglietto e se il controllore osa lamentarsi gli do della merda accusandolo di esser sessista, vediamo se funziona...

Ed eccoci dunque alla domanda fatidica: chi non è razzista è scemo? Perchè, se per dimostrare di non essere razzista, devo pagare puntualmente il biglietto mentre tu viaggi gratis il dubbio sorge. Perchè, se per dimostrare di non essere razzista, devo stringer la cinghia e pagare la retta della mensa per mio figlio mentre il tuo mangia a sbafo, il quesito me lo pongo. Perchè, se per dimostrare di non essere razzista, devo star zitta e buona mentre tu imprechi ed insulti, la domanda me la faccio.

Io davvero credo che colore della pelle e provenienza non contino. Quindi, cortesemente, paga il biglietto del treno o non salirci; paga la mensa scolastica per tuo figlio o non aspettarti che gli diano da mangiare; sii rispettoso di chi ti sta di fronte o non aspettarti da lui rispetto.

Cordialmente
La pendolare stanca