domenica 20 novembre 2016

Wander Braga, conto alla rovescia

Mancano ormai pochi giorni all'inizio dei seminari di Brazilian Jiu Jitsu e di MMA con il pluri campione brasiliano Wander Braga, fresco reduce da un'ennesima vittoria in patria. 

A partire da martedì 22 questo grande atleta di fama mondiale e dall'impressionante curriculum sarà nostro ospite e del Team Braga di Bovisio per una serie di incontri nei quali illustrerà tecniche di combattimento ai nostri allievi e a quanti, anche esterni, si saranno prenotati per prendere parte a questo eccezionale evento.
Ecco, in dettaglio, il calendario degli incontri:
- Martedì 22 novembre, ore 20.00 - Palestra ITIS Riva di Saronno
- Giovedì 24 novembre, ore 20.00 - Gymnasium Belotti di Bovisio Masciago
- Venerdì 25 novembre, ore 20.00 - Palestra ITIS Riva di Saronno
- Lunedì 28 novembre, ore 20.00 - Gymnasium Belotti di Bovisio Masciago

Ricordiamo che, per l'eccezionalità del docente e degli incontri, sarà possibile partecipare solo a quanti si saranno prenotati e fino a raggiungimento del numero massimo previsto. 
Per info e prenotazioni: 3388857054 o 3383052798.

lunedì 14 novembre 2016

Zootropolis

Soltanto quando ho cercato nel blog un articolo relativo a questo film d'animazione, dopo che era stato insignito del prestigioso premio Hollywood Animation Award 2016, mi sono accorta con sgomento di non averlo ancora recensito.

Una mancanza imperdonabile! 
Non soltanto perché Zootropolis è un autentico gioiello dell'animazione in computer grafica - Disney, Pixar e Dreamworks ci hanno ormai da anni viziato in tal senso, realizzando prodotti sempre più stilisticamente apprezzabili e dalle ambientazioni verosimili - ma anche e soprattutto perché questo cartoon è forte di una trama consistente quanto avvincente, un "giallo" in piena regola, in cui non mancano - come sempre più spesso accade - importanti spunti di riflessione per gli adulti. 

I vecchi cartoni animati, considerati "roba da bambini", sono cresciuti e sono divenuti prodotti cinematografici a tutti gli effetti, non di rado affrontando tematiche di spessore. E' questo il caso di Zootropolis, in cui trovano spazio il legittimo desiderio di una realizzazione professionale in quanto individuo di valore, indipendentemente da sesso e prestanza fisica, le difficoltà di convivenza con il "diverso" (in qualunque modo si identifichi questa diversità), l'importanza che i mass media hanno nel veicolare le notizie, influenzando l'opinione pubblica, l'amicizia che sa superare pregiudizi e paure, la capacità di redenzione e miglioramento personale, passando anche per la gestione del potere politico e la critica delle lungaggini burocratiche.
Il tutto rimanendo però ironico e divertente, un prodotto godibilissimo per tutta la famiglia. 

Un successo di pubblico e di critica, quello riscosso da Zootropolis, cui si è accompagnato un trionfo economico, portandolo a diventare il secondo maggior film d'incasso mondiale per i Walt Disney Animation Studios (al primo posto, con la sconvolgente cifra di 1.274.219.009 dollari c'è "Frozen - Il regno di ghiaccio" e, tanto per dare qualche parametro di riferimento, il superclassico "Biancaneve e i sette nani" è soltanto decimo, con 418.200.000 dollari - certo, sono cambiati i tempi ed ora molta più gente va al cinema rispetto al 1938, anno d'uscita di Biancaneve, ma tant'è). 
Un successo a parer mio meritatissimo, al quale si aggiunge, ideale ciliegina sulla dolce torta di questo unanime consenso mondiale, il premio per il miglior film d'animazione dell'anno conferito ad Hollywood.

venerdì 11 novembre 2016

1, 2, 3... La marmellata di cipolle

1, 2, 3... e la marmellata di cipolle è pronta!

Troppo bello per essere vero? Un po', in effetti, perché i tempi di preparazione e di cottura non sono così rapidi, ma la ricetta è davvero semplice ed il risultato appaga vista, olfatto e palato, quindi vale decisamente la pena provare.
Passiamo allora alla lista degli ingredienti, ed ecco qui i nostri 1, 2 e 3 dell'inizio:
  • 1 Kg di cipolle rosse (le mie sono di Tropea IGP)
  • 2 bicchieri di buon vino bianco
  • 3 hg di zucchero
Si puliscono le cipolle e le si affetta finemente, poi si mettono in una pentola capiente insieme ai 2 bicchieri di vino bianco ed ai 300 gr di zucchero e si lascia cuocere a fuoco moderato, con infinita pazienza, mescolando di tanto in tanto, fino a quando il vino non sarà scomparso e le cipolle non avranno assunto una consistenza... marmellatosa. 
Le cipolle si saranno ben ammorbidite, il loro colore risulterà più scuro ed omogeneo e formeranno un unico ammasso piuttosto consistente, ma se avete dubbi fate la consueta prova del piattino inclinato, per verificare. 

A questo punto non resta altro da fare che travasare la composta nei diversi vasetti, ben sterilizzati, accertandosi di ottenere un sottovuoto impeccabile.
La marmellata di cipolle rosse è ottima da abbinare a formaggi come il gorgonzola o il caciocavallo, la toma piemontese o i caprini, ma anche alle carni arrosto o bollite e si può persino utilizzare per preparare gustosi sandwich: provate con fette di pane bianco, arrosto freddo di maiale, senape, cetriolo e confettura di cipolle rosse. 

giovedì 10 novembre 2016

Autunno... freddo

Secondo il calendario cinese, siamo già entrati in inverno. Il nostro calendario ocidentale, invece, afferma che la stagione che stiamo vivendo sia l'autunno.
Ad ogni modo, questa mattina faceva veramente freddo e ne ho approfittato per andare a fare una passeggiata nel bosco insieme alla mia compattina, la Canon Powershot A3300.
E' una macchinetta davvero piccola, leggera e maneggevole; un giocattolino, se paragonata alla digitale che uso normalmente, eppure consente di divertirsi parecchio se solo non si cade nella pigrizia di lasciare la ghiera puntata sulla modalità di scatto automatico.
La bella giornata di sole prometteva interessanti giochi di luce e così, incurante del freddo, ho indossato giacca e guantini e mi sono incamminata lungo il sentiero.

Il bosco ha mantenuto le sue promesse, perciò ho dato libero sfogo ai miei più bassi istinti fotografici, gironzolando nel silenzio, godendo del frusciare delle foglie sotto gli stivali, scattando fotografie nella speranza di cogliere la mutevole bellezza dei colori autunnali e, purtroppo, anche spaventando a morte un povero leprotto che se l'è svignata a grandi balzi al mio arrivo, sparendo in un basso cespuglio poco distante dal sentiero.
La brina notturna evapora sotto i raggi del sole
Le ombre degli alberi consentono alla brina di resistere

La foto l'ho scattata, ma è rimasta mossa (ero in modalità paesaggio...) e quindi non la inserisco qui.
Accontentatevi di queste (e, come sempre, cliccateci sopra per ingrandirle).

Sono rincasata dopo un'ora e mezza circa, con le dita e la faccia che avevano perso sensibilità, ma soddisfatta per questa bella mattinata d'autunno... o d'inverno... comunque fredda, ecco! :-)
Cuori surgelati...
  

 

Per finire, un'immagine che riassume la sostanziale differenza tra il mio smartphone e la versatile compattina Canon (certo, sono strumenti concepiti per finalità diverse, ma è tanto per rendere l'idea...). 


Altre foto, come sempre, le trovate qui.

martedì 8 novembre 2016

Stage di T'ienshu a Saronno

Si sono svolti, a partire da venerdì 21 ottobre, gli incontri nazionali di T'ienshu che hanno avuto per teatro la palestra dell'ITIS Riva di Saronno.
Come di consueto, è stata un'ottima occasione per i praticanti di questa disciplina di incontrare il Caposcuola ed i Maestri e gli allievi provenienti dalle altre Scuole riconosciute italiane.
Sono stati tre giorni intensi ed interessanti, di cui certamente i partecipanti sapranno fare tesoro nell'attesa del prossimo raduno nazionale di questa disciplina.

martedì 1 novembre 2016

Halloween, i defunti e... zucche vuote

Mio nonno, nato nel 1924, negli Stati Uniti non c'è mai stato, eppure da ragazzino intagliava zucche ad Albate, in provincia di Como dove viveva, e ci metteva dentro un lumino per spaventare le persone che passavano lungo la via tra i campi nelle nebbiose serate d'inizio novembre. 
Nelle cucine le donne erano indaffarate a preparare dolci chiamati ossa dei morti e pan dei morti, da gustare nei giorni della festa per alleviare il rimpianto dei cari passati a miglior vita e nella notte tra il 1 e il 2 novembre si lasciava sul tavolo un bicchiere d'acqua e qualche castagna lessa, per ben accogliere le anime dei defunti che si fossero trovate a passare ancora a visitare quella casa.

Questo avveniva in molte case del Comasco e, credo, della Lombardia in quella che era un'epoca ancora molto agricola e rurale, prima che l'orrore della Seconda Guerra Mondiale si affacciasse sul palcoscenico della Storia. 
Ma in tutta Italia c'erano, ben radicate, tradizioni che fondevano fede cristiana e superstizioni antiche.
L'usanza di lasciare cibo o bevande per i morti, ad esempio, era diffusa in Valle d'Aosta, in Lombardia, ma pure in Campania, in Basilicata e in Puglia, mentre in Molise si preparava una cena particolare, chiamata "r cummit", da dividere con parenti ed amici ed alcune porzioni venivano lasciate fuori dall'abitazione, con la scusa di sfamare i poveri defunti, mentre ne beneficiavano i più bisognosi, nel corso della notte. 
Il tradizionale Pan dei Morti lombardo
Queste feste erano, in effetti, occasione per fare beneficenza e sostenere le persone meno fortunate: in Abruzzo, con zucche decorate, si bussava di porta in porta chiedendo offerte in memoria dei cari estinti; in Toscana il 2 novembre ricorreva la festa del "bèn d'i morti", nel corso della quale gli eredi dei defunti erano tenuti a donare cibo ai bisognosi, facendo così un'opera di bene in ricordo dei propri cari; in Emilia Romagna i poveri vagavano di casa in casa chiedendo offerte. 
Indossare travestimenti per non essere riconosciuti, preservando così la propria dignità, o far effettuare la raccolta da bambini, per loro natura innocenti, era usuale in queste questue al termine delle quali si ottenevano cibarie, frutta secca e magari qualche dolce. 

Bollate come creduloneria, rinnegate perché legate alle celebrazioni religiose di Ognissanti e dei Defunti, ostracizzate dal crescente laicismo, queste feste sono rimaste materia di studio per gli antropologi. Relegate nel passato e, in larga misura, condannate all'oblio.
Il tutto a beneficio di una carnevalata laica e d'importazione, che non beneficia i bisognosi ma soltanto i centri commerciali, svuotata da ogni significato proprio come svuotate erano e sono le tradizionali zucche, che però, almeno, in Veneto servivano per preparare il delizioso risotto alla zucca prima di venire intagliate.