Fisici tonici, muscoli guizzanti: quando si pensa allo sport, alla nostra mente si affacciano le immagini dei corpi scolpiti dagli allenamenti dei campioni. Eppure l'attività fisica fa bene anche molto più in profondità.
I primi studi scientifici che dimostrano gli esiti positivi che l'attività fisica ha nel contrastare la depressione risalgono agli anni '70: gli effetti del miglioramento dell'umore, già riscontrabili dopo una seduta di allenamento in soggetti a lungo sedentari, sono più evidenti e persistenti con una pratica sportiva di lunga durata. Facendo sport ci si concentra sull'esercizio, svagandosi ed evadendo dai propri problemi, inoltre la possibilità di praticare in gruppo, di fare parte di un gruppo accettante che condivide un nostro stesso interesse, contribuisce ad allontanare ansie e preoccupazioni.
"Dagli studi condotti - asserisce la psicologa e psicoterapeuta Giulia Massucco - sembra che specifici trainings di allenamento contribuiscano a migliorare sia l'ansia di stato che di tratto in misura addirittura paragonabile alla psicoterapia; tre o quattro mesi di pratica sarebbero in grado di contrastare l'ansia. I meccanismi psicologici che potrebbero essere alla base di questo effetto sembrano essere l'effetto distraente dell'attività praticata, gli effetti del miglioramento dell'autostima, della percezione del sé fisico, della padronanza di sé: tutti questi effetti benefici agirebbero riducendo i pensieri ricorsivi e negativi, fonte degli stati ansiosi".
E dei benefici effetti della pratica sportiva sull'umore si sono da tempo accorti anche i medici britannici, tanto che, secondo uno studio effettuato dalla Mental Health Foundation, i medici che oggi prescrivono ai propri pazienti di fare sport per superare forme lievi o moderate di depressione sono il 35% contro il 5% rilevato da uno studio analogo condotto nel 2000. Nello stesso anno, solo il 41% dei medici di famiglia riteneva che l'esercizio fisico fosse efficace contro la depressione, nel 2013 si era già saliti al 71%. A convincerli è stata soprattutto una revisione sistematica di 39 studi condotti dal Centre for Clinical Britain Sciences dell'Università di Edimburgo che ha analizzato l'effetto di una regolare attività fisica su oltre 2300 volontari affetti da questa patologia: da qui e dai risultati ottenuti, la nascita di diversi programmi sportivi, organizzati dalla stessa Mental Health Foundation ed in larga misura finanziati dal Dipartimento della Salute britannico.
I programmi, disponibili in diverse località della Gran Bretagna, possono venir prescritti dai medici come fossero pillole o sciroppi ed i pazienti trovano, oltre ad una eventuale cura farmaceutica, un personal trainer che indica loro il tipo di allenamento ottimale.
I programmi, disponibili in diverse località della Gran Bretagna, possono venir prescritti dai medici come fossero pillole o sciroppi ed i pazienti trovano, oltre ad una eventuale cura farmaceutica, un personal trainer che indica loro il tipo di allenamento ottimale.
Recentemente, uno studio ha messo in evidenza come la regolare pratica dell'attività fisica possa potenziare i benefici della chemioterapia nella cura del tumore al seno, contribuendo a migliorare l'umore delle pazienti oltre che il loro indice di massa corporea. La ricerca, effettuata dalla Fondazione Pascale di Napoli in collaborazione con la Temple University di Philadelphia, ha evidenziato una correlazione tra indice di massa corporea e reazione alla chemioterapia in giovani donne prima dell'intervento chirurgico.
"L'attività fisica - ha dichiarato il professor Michelino De Laurentiis, direttore della Divisione di Oncologia Medica Seonologica della Fondazione Pascale - è uno strumento tra i più efficaci e con funzionalità terapeutiche nel trattamento del tumore al seno.
Una metanalisi, cioè un riesame di una serie di studi sull'argomento che ha coinvolto circa 120 mila donne, ha dimostrato che la pratica costante di un'attività fisica, pari ad almeno due volte a settimana, riduce il rischio di recidiva e/o di mortalità, con un'efficacia paragonabile all'azione di una chemio, di una ormonoterapia o anche di una terapia con i più recenti farmaci biologici.
I benefici dell'attività fisica sono significativi anche per lo stato psicologico - ha sottolineato il medico - con una diminuzione degli episodi depressivi, ma soprattutto per la conservazione, se non il miglioramento, delle capacità cognitive. E' noto infatti che alcuni trattamenti, come la chemioterapia o la terapia ormonale, in un limitato numero di donne possono impattare sull'attenzione, sulla memoria e sulla capacità d'espressione. Diversi studi dimostrano che l'attività fisica svolge un'azione positiva su determinate aree del cervello, in particolare sull'ippocampo, preposto a queste funzionalità cognitive, sviluppandone le potenzialità e favorendo l'incremento delle dimensioni dell'area stessa".
Una metanalisi, cioè un riesame di una serie di studi sull'argomento che ha coinvolto circa 120 mila donne, ha dimostrato che la pratica costante di un'attività fisica, pari ad almeno due volte a settimana, riduce il rischio di recidiva e/o di mortalità, con un'efficacia paragonabile all'azione di una chemio, di una ormonoterapia o anche di una terapia con i più recenti farmaci biologici.
I benefici dell'attività fisica sono significativi anche per lo stato psicologico - ha sottolineato il medico - con una diminuzione degli episodi depressivi, ma soprattutto per la conservazione, se non il miglioramento, delle capacità cognitive. E' noto infatti che alcuni trattamenti, come la chemioterapia o la terapia ormonale, in un limitato numero di donne possono impattare sull'attenzione, sulla memoria e sulla capacità d'espressione. Diversi studi dimostrano che l'attività fisica svolge un'azione positiva su determinate aree del cervello, in particolare sull'ippocampo, preposto a queste funzionalità cognitive, sviluppandone le potenzialità e favorendo l'incremento delle dimensioni dell'area stessa".
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