"Sono Maestro di T'ienshu!", "Sono fascia nera di T'ienshu!": a chiunque dicesse una frase simile con intonazione da "Lei non sa chi sono io" andrebbe rivolta una domanda, con fare casuale e manifestando vivo interessamento: "Ah sì, e da quando?".
Il tempo, infatti, gioca un ruolo fondamentale nella disciplina del T'ienshu: dal momento che questa disciplina è "attenta all'uomo e non alla tecnica", infatti, deve necessariamente essere attenta all'essere umano contemporaneo e, non a caso, i suoi programmi vengono rivisti ed aggiornati dallo stesso Maestro Caposcuola con cadenza quinquennale.
Cosa significa questo? Sostanzialmente, che un Maestro che sia diventato tale nel 2000 e non abbia più partecipato agli Stage Nazionali che si tengono annualmente sotto la diretta guida del Maestro Fernando Tronnolone si è perso la bellezza di tre nuove codifiche quinquennali.
E, di conseguenza, ciò che insegna non è aggiornato.
Per fare un esempio concreto, forse antipatico ma calzante, sarebbe come utilizzare un telefono a gettoni invece di uno smartphone. E provateci voi a condividere un selfie!
Lo stesso discorso fatto per i Maestri, naturalmente, vale anche per gli Istruttori, gli aspiranti Istruttori e le Fasce Nere.
Fermo restando che, a parer mio, chiunque dicesse "Sono Maestro di T'ienshu!" o qualcosa di simile con fare borioso dimostrerebbe in modo inequivocabile di non aver capito un fico secco del T'ienshu, ma, boria o meno, resta valido il discorso fatto per il fattore tempo. Non è casuale che l'Albo Storico del T'ienshu sia ricolmo di nomi con accanto la scritta "non praticante".
Caro mio, se non sei aggiornato sei credibile più o meno quanto il ragionier Ugo Fantozzi come Azzurro di sci!
Caro mio, se non sei aggiornato sei credibile più o meno quanto il ragionier Ugo Fantozzi come Azzurro di sci!
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