giovedì 21 gennaio 2016

The Martian, sopravvissuto

Ansiogeno. Perché scientificamente verosimile. E, diciamocelo, a nessuno farebbe piacere essere l'unico e solo abitante di un intero pianeta. 
Robinson Crusoe dei giorni nostri è naufragato non su di una sperduta isoletta oceanica, bensì su Marte: è l'astronauta Mark Watney (Matt Damon). I suoi compagni di spedizione hanno dovuto abbandonare il pianeta in seguito ad una potente tempesta che minacciava di compromettere seriamente l'intera missione e la strumentazione e, credendolo morto, il comandante ha preso l'unica decisione possibile: tentare di salvare il resto dell'equipaggio e ripartire verso la Terra. 

Ma Mark non è morto. Si risveglia e scopre di essere rimasto solo su Marte. Le possibili scelte sono due: crogiolarsi nell'autocommiserazione e lasciarsi morire oppure utilizzare quanto era stato portato in precedenza sul pianeta, sia per la missione Ares III della quale faceva parte sia in occasione di missioni pregresse, e trascorrere i giorni che gli rimangono facendo ciò che meglio sa fare: l'astronauta, il botanico, lo scienziato. 
Mark sceglie la seconda via, consapevole che ogni suo progresso sarà comunque utile per le prossime esplorazioni spaziali; vive così giorno dopo giorno sostenuto non soltanto dalla più ancestrale delle forze, quell'istinto di sopravvivenza insito nell'animo umano, ma anche dalla razionale ed incrollabile volontà dello scienziato. 

Il primo fiore sbocciato nello spazio. E' una zinnia.
Un film che mi ha tenuta incollata al divano perché, come detto, è scientificamente verosimile (seppur con estremizzazioni ed esagerazioni cinematografiche, ma... ehi, è un film, non un documentario!): la coltivazione di vegetali nello spazio, i sistemi per comunicare con la Terra (qui trovate un esempio piuttosto recente della "nostra" Samantha Cristoforetti, la quale, forse è bene ricordarlo, comunicava anche via Twitter dalla ISS, ndr), i pasti "spaziali" e molte dotazioni di bordo che fino a non molti anni fa erano fantascienza sono, oggi, scienza. 
Soltanto pochi giorni fa Scott Kelly, astronauta NASA, ha postato su Twitter l'immagine del primo fiore sbocciato nello spazio.
Le stesse missioni su Marte sono da anni una realtà e persino la missione Ares III, al centro delle vicende del libro di Andy Weir da cui è tratto il film, è reale, tanto che la NASA ha scritto un articolo comparando la vera missione con quella descritta nel libro ed approdata sullo schermo.
Con questo film la scienza torna nella fantascienza, e lo fa in grande stile. 

5 commenti:

  1. Interessante questo film, mi stuzzica!
    Invece ti sconsiglio il libro su Ipazia. Ho lasciato la risposta al tuo commento dove ti spiego anche perchè!
    Baciottoni
    Francesca

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Francesca, sì, davvero un film interessante. Te lo consiglio. Poi, se lo guardi, fammi sapere che ne pensi, ok?
      Ciao.

      Elimina
    2. Ah, dimenticavo: circa Ipazia, ti ho risposto da te. E comunque... io adoro la filosofia e l'"aria fritta"!

      Elimina
  2. Questo film è una BOMBA ed è stato il mio preferito del 2015. :-)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Zion, sono contenta che anche a te sia piaciuto tanto! In effetti, credo sia uno dei migliori prodotti di fantascienza degli ultimi anni.

      Elimina