Katie Hopkins è una giornalista molto nota in Gran Bretagna, suo Paese d'origine e nel quale detiene il poco invidiabile primato di "donna più odiosa al mondo" (è in lizza anche per il titolo di individuo più odioso, seconda solo a Vladimir Putin); una cattiva fama che le deriva non solo dal suo lavoro di articolista per "The Sun", ma soprattutto dalle numerose apparizioni televisive nelle quali si è sempre messa in luce come contestatrice professionista ed amante della polemica ad ogni costo.
Proprio dalla tv è partita la sua ultima e controversa crociata: dopo aver affermato che non avrebbe mai assunto una persona obesa perchè non avrebbe dato una buona immagine dell'azienda ad eventuali clienti, ha deciso di ingozzarsi fino a diventare lei stessa obesa e tornare poi al suo peso forma, il tutto per dimostrare a quante più persone possibili come l'obesità sia di fatto una scelta personale e non una condizione ineluttabile.
Il pranzo di Katie per aumentare alla svelta di 3 taglie |
Lei non fa mistero di avere ben poca simpatia per le persone sovrappeso e non vede di buon occhio neppure la politica europea che paragona l'obesità alla disabilità; ritiene - come dichiarato in alcune interviste d'oltremanica - che ci sia troppa tenerezza e benevolenza attorno alla crescente obesità britannica, che costa ogni anno oltre sei milioni di sterline alla sanità pubblica. "Tutto ciò che le persone grasse vogliono è una scusa - ha dichiarato - ma i ciccioni hanno l'unica cosa che i disabili non hanno: una scelta. Nessuno li obbliga a ingozzarsi di cibo" e, continua nella sua intervista rilasciata al "Telegraph", "Se vedessi una persona obesa parcheggiare in un posto riservato ai disabili avrei qualcosa da ridire circa il fatto che le istituzioni continuano ad offrire loro delle scuse, mentre ciò di cui i ciccioni avrebbero davvero bisogno sarebbe un calcio in cu.o". Decisamente, la diplomazia non è il suo forte.
Il ritorno al peso-forma |
La sfida - con se stessa e con il pubblico che la detesta (ma la segue) - stava in questi termini: aumentare di tre taglie, raggiungendo così il primo livello di obesità, e poi perderle, per dimostrare che mangiando meno e facendo del moto chiunque può perdere peso. Il tutto rigorosamente ripreso dalle telecamere di "My fat story", programma tv realizzato appositamente.
L'odiata Katie, sorretta da un'incrollabile forza di volontà, è riuscita nella sua impresa, ma non nega che mettersi nei panni (letteralmente) delle persone che di solito disprezza è stato molto duro dal punto di vista psicologico: "E' stato emotivamente faticoso - ha dichiarato al "Telegraph" - Mi sentivo uno schifo e tutti credevano che fossi incinta, mentre io non facevo nemmeno più l'amore con mio marito; non potevo: mi vedevo orribile. E facevo tre docce al giorno perchè mi sembrava di sudare e puzzare in continuazione". Nella sua crociata contro l'obesità, la donna più odiata del Regno Unito non ha avuto il supporto di dietologi nè personal trainer: "Se li avessi avuti, cosa avrei provato? Nulla! Tutto ciò che avevo era un paio di sneakers". E una cocciutaggine del tutto adeguata al suo pessimo carattere.
Caspita, l'ha fatto davvero? Posto che, pure per dimostrare una propria convinzione, credo sia assurdo imporsi quello che questa giornalista "si è fatta"... mi viene da dire che, tra gli obesi, temo che ci sia effettivamente una percentuale per i quali la loro condizione non è patologica (squilibri nel metabolismo o cose simili), ma è invece il riflesso di stress e frustrazioni che vengono sfogati sul cibo. In questo senso pure io non troverei giusto paragonarli ai disabili, in parte quello che dice l'odiosa giornalista non si può negare: dall'obesità si può "guarire", la disabilità è per sempre... e questo potrebbe essere un grande punto di partenza per chi, da obeso, vuole rimettersi in salute. Ad ogni modo leggevo proprio ieri un rapporto sui tassi di obesità dei giovani in Italia... nel 2010 c'era il 22% dei bambini in sovrappeso e l'11% dei bambini in condizione di obesità, e questi dati sono in continuo aumento. Non è normale e purtroppo peggioriamo sempre di più perchè non riusciamo ad avere uno stile di vita e un'alimentazione adeguati.
RispondiEliminaSono d'accordo con la giornalista che sarà anche odiosa ma ha dimostrato che essere delle palle di lardo è una scelta. E riguardo a quello che dice Silvia qui sopra mi domando come sia possibile che con la tanto decantata "dieta mediterranea" (che vorrebbero pure fare patrimonio UNESCO!!!) e facendo ginnastica a scuola i nostri bambini abbiano simili percentuali di sovrappeso e obesità.
RispondiEliminaMartina
Secondo me è giusto fare patrimonio unesco la dieta mediterranea, peccato che non la segua più nessuno! Oggi lo stile di vita è troppo cambiato: siamo in generale più sedentari, mangiamo troppi cibi elaborati e in troppe quantità, spesso il cibo è quello industriale o da fast food... Quanto poi alla ginnastica a scuola, è davvero troppo poca per garantire un sufficiente "movimento"!
RispondiEliminaSilvia non voglio sembrare polemica a tutti i costi ma davvero pensi che pasta, legumi, cereali e olio d'oliva facciano DIMAGRIRE o almeno RESTARE IN FORMA? E poi, se è vero che la ginnastica a scuola è troppo poca, va detto che praticamente tutti i bambini sono impegnati in qualche attività extrascolastica (trovami un bambino delle elementari che non giochi a calcio!), eppure i dati di sovrappeso e obesità infantile sono in continuo aumento. Secondo me c'è proprio qualcosa di sbagliato in termini di alimentazione e ginnastica.
RispondiEliminaMartina
Martina figurati, non sei polemica, è solo uno scambio di opinioni! Anzi magari Viviana ci perdonerà per usare il suo blog come "piattaforma", ma lo spunto ce l'ha dato lei! ;-) Dunque, in tutta sincerità io penso proprio che pasta, legumi, cereali e olio d'oliva, se usati come base della propria dieta insieme a tanta frutta e verdura, integrati da poca carne e pesce, siano una dieta perfetta per stare in buona salute. Quanto al "dimagrire", penso che si tratti piuttosto di controllare le quantità giornaliere e abbinarci quotidianamente dell'attività fisica. Io penso che a farci ingrassare non sia questo tipo di dieta in sè ma: un consumo pressochè quotidiano di dolciumi (assolutamente innaturale), condimenti grassi e salsine ovunque, cibi artefatti e troppo elaborati, spesso ricchi di grassi saturi (o pure peggio). A tutto questo si aggiunge un generale incremento delle quantità di cibo assunto giornalmente e una generale diminuzione dell'attività fisica, soprattutto chi fa lavoro d'ufficio in pratica non si muove da una sedia per 8 ore al giorno. A mio modo di vedere, i bambini ingrassano perchè: mangiano molto e spesso alimenti ipercalorici, non basta la (poca e spesso fatta così così) ginnastica a scuola... certo si salvano i bambini che praticano uno sport con costanza e almeno 2-3 pomeriggi a settimana, ma per mia esperienza (mi riferisco proprio alle elementari, sto frequentando come tirocinante le classi da tre anni) non si tratta della maggioranza dei bambini purtroppo e chi magari è discontinuo nel fare sport, il resto del tempo lo passa davanti alla tv o ad un videogioco. Una volta questo invece era molto raro, era la regola uscire fuori casa e giocare con il proprio gruppo di amici all'aria aperta: si faceva movimento divertendosi senza neppure sentirlo come "obbligo". Per me è un pò tutto questo il quadro della situazione che ci sta portando a vedere tassi di sovrappeso e obesità in aumento.
RispondiEliminaIngrassare tre taglie non è certo diventare obesi.
RispondiEliminaComunque chiunque abbia IL TEMPO da dedicare a sè stesso e tantissima forza di volontà ce la può fare, oltre a una adeguata preparazione su che dieta corretta seguire. Auguri però... non è che sia una cosa alla portata di tutti!!! E me ne sono accorta qui negli States. In confronto in Italia siamo quasi tutti dietisti!!! Non hanno veramente idea di che cosa voglia dire cibo non elaborato. Come mi manca la frutta (e io sono pessima perchè ne mangio pochissima) e la verdura semplice...
Zion, per la verità - stando all'articolo da cui ho tratto la notizia - ingrassare di tre taglie rispetto al proprio peso-forma farebbe entrare di diritto nel primo stadio di obesità. Come già detto a Silvia e Martina, non escludo di approfondire ulteriormente questo argomento, visto che proprio in questi giorni è stato reso pubblico uno studio secondo cui un bambino italiano su 4 è sovrappeso e uno su 10 obeso... I dati sono inquietanti e credo sarebbe intelligente se evitassimo di ridurci come gli Stati Uniti in fatto di nutrizione e tasso di obesità.
EliminaPer quanto riguarda il tempo, credo che spesso questo sia una scusa (difficile non trovare il tempo per fare le scale a piedi invece di usare l'ascensore, o per andare a scuola a piedi invece di ricorrere al passaggio auto di mamma o papà...), mentre la forza di volontà è basilare. E l'odiatissima giornalista britannica ha dimostrato di aver forza di volontà in dosi industriali.
Silvia e Martina, sono lieta di questo vostro scambio di opinioni e mi piacerebbe approfondire l'argomento. Da un lato è certamente vero che i bambini, pur seguendo nelle mense scolastiche la cosiddetta "dieta mediterranea" accuratamente pianificata da dietologi, tendono in modo preoccupante verso sovrappeso ed obesità e dall'altro è vero che occorrerebbe sapere cosa e quanto mangiano a casa loro; anche il "fattore movimento" non andrebbe trascurato (poco tempo fa ho chiesto ad un ragazzino piuttosto cicciottello, che lamentava piccoli episodi di bullismo, se facesse sport - soprattutto per socializzare, prima ancora che per perdere peso - e lui mi ha risposto "Sì, gioco a tennis con la Wii"!!!).
RispondiEliminaInsomma: ci sarebbe molto da discutere ancora e vi ringrazio per aver dato il via a questo dibattito sul blog.
A presto!
ahi ahi ahi! qui si tocca un nervo scoperto... :D
RispondiEliminaCiao Carissima, innanzitutto ti lancio un bacione ed un abbraccio giganteschi e chiederti scusa, infinitamente scusa, perchè sono sparita dal blog...
Ma tornerò, riuscirò a farlo... :)
Certo, la Signora dell'articolo sarà anche odiata perchè magari non ha peli sulla lingua e non sa essere diplomatica (per scelta o per natura...) ma cavoli se ha ragione!!!
E lo dico da CICCIONA patentata! :DDD
Purtroppo è vero, non si può nascondere la testa nella sabbia per quello che dice...
Per mille motivi si può essere sovrappeso e solo una minima parte della popolazione obesa o quasi tale, lo è per seri problemi di salute!
Personalmente sono sempre stata sovrappeso, con ampi sconfinamenti nell'obesità, in questi ultimi anni...
4-5 anni fa mi ero messa a dieta seguita da un Nutrizionista con le palle ed ero calata 15 chili (e credo sia stato proprio il periodo in cui io e te ci siamo incontrate sui nostri blog ^^) ma poi ho abbandonato tutto e sono tornata esattamente come prima.
Quindi anche la mia sconsideratezza e mancanza di amore per me stessa comprovano quello che tale Signora afferma!
Non sono però d'accordo sul fatto che questa arrivi a discriminare le persone in base al loro peso nella scelta di una figura professionale!
Magari io, che peso quasi 90 chili, posso essere comunque professionalmente più preparata per un dato ruolo, di una che ne pesa 45 e che è sull'orlo dell'anoressia... ma questo è un altro discorso... :D
Quanto al lavarsi 3 volte al giorno perchè si sentiva puzzona solo perchè era ingrassata, le suggerirei di curarsi da uno psicologo... ma bravo eh?! :DDD
Un abbraccio Grande!
Gata, come sai non sono nutrizionista ma, allenando, ho modo di confrontarmi con persone di ogni età e peso; sulla base della mia esperienza posso affermare di non aver ancora mai incontrato un solo individuo che fosse sovrappeso od obeso per problemi fisici, ma, al contrario, i loro problemi fisici erano la conseguenza (e non la causa) dell'essere sovrappeso.
EliminaCome giustamente fai notare tu, e come ho avuto modo di sperimentare seguendo alcune persone nel loro processo di dimagrimento, spesso uno sbagliato rapporto con il cibo ha origine in problemi di natura psicologica, primi tra tutti scarsa autostima e mancanza di amore per se stessi.
Per questo seguo queste persone non soltanto sfiancandole a suon di esercizi, ma supportandole emotivamente e psicologicamente.
Per quanto riguarda ciò che affermi circa la discriminazione professionale, credo che questa odiatissima giornalista abbia fatto in modo plateale ciò che molti, moltissimi datori di lavoro fanno in modo più subdolo: non ti dicono in faccia "Non ti assumo perché non sei bella", ma di fatto ti escludono a priori sulla base di un giudizio fisico ed estetico. Va detto, poi, che esistono oggi professioni in cui l'apparire rappresenta un 80% buono della "professionalità" richiesta: pensa ad esempio alle bariste o alle commesse dei negozi d'abbigliamento...