Il 21 marzo non è stato soltanto il primo giorno di primavera: in questa data, infatti, vengono commemorate anche la Giornata Mondiale della Sindrome di Down e la Giornata Internazionale contro il Razzismo.
Personalmente non amo molto queste "Giornate del..." perchè mi sembrano - come la Festa della Donna o la Festa del Nonno - un modo per celebrare qualcuno (o qualcosa) in un giorno, lasciandolo cadere poi nel dimenticatoio per il resto dell'anno; un sistema molto pratico e sbrigativo per mettersi a posto la coscienza. Io, che evidentemente con la coscienza a posto proprio non ci so stare, cerco di interessarmi al mio prossimo ogni volta che me ne capita l'occasione e questo mi porta, ad esempio, a scrivere articoli come questo su Garrett Holeve, atleta di MMA con la Sindrome di Down, in pieno maggio, quando non viene celebrato nulla che abbia a che vedere nè con la Sindrome di Down nè con la disabilità.
Per quanto riguarda il razzismo, poi, vale lo stesso principio. La pratica del Kung Fu T'Ienshu, stile estremamente attento all'essere umano, non ha fatto altro che radicare sempre più profondamente la mia convinzione che una persona non possa essere giudicata in base alla provenienza geografica o al colore della propria pelle.
In questo periodo su Twitter si è diffuso l'hashtag #tweetoffracism, lanciato da @tifopositivo (un nome che è tutto un programma!) e che sta raccogliendo bellissime testimonianze, come questa fotografia di Alessia Doniselli che trovate pubblicata qui.
Il Kung Fu T'Ienshu CSeA e l'Accademia Marziale Saronno hanno ovviamente aderito all'iniziativa e così io ho preparato questa immagine che credo riassuma in modo efficace il nostro punto di vista in merito.
Il disegno originale, da me soltanto adattato, è stato realizzato dalla Maestra Tatiana Roveyaz, che ad Aosta segue con passione e competenza il numeroso gruppo dei bambini (aiutata da valenti e pazienti istruttori); proprio dai bambini, praticanti gli sport più diversi, sono fioccati su Twitter messaggi splendidi e che fanno davvero ben sperare per un futuro in cui le persone siano valutate in quanto tali, in base alle proprie azioni e non al colore della pelle o dell'origine geografica.
Quindi, il 21 marzo come altro giorno, #tweetoffracism per uno sport più sano e un mondo più giusto.