venerdì 27 luglio 2012

Judo e solidarietà, la magia dei bambini diventa un libro


L'arte marziale fortifica il corpo, ma anche lo spirito. Chi pratica arti marziali cresce come persona e come individuo prima ancora che come atleta. E queste parole, che possono magari apparire dal significato oscuro per chi non si è mai avvicinato a queste discipline, sono state rese concrete grazie ad un gruppo di bambini di Torino.

La scuola elementare di San Giacomo ha saputo trasformare l'ora di educazione fisica in un'esperienza di crescita e di integrazione che nessuno dei piccoli allievi dimenticherà mai, crescendo: il corso del Maestro di Judo Massimo Audino, infatti, contava un alunno del tutto speciale, Vittorio, un ragazzino gravemente disabile. Vittorio, colpito da tetraparesi spastica, ha difficoltà a muovere mani e piedi, ma non per questo è stato emarginato, anzi: durante tutto l'anno scolastico i ragazzi hanno giocato con lui, sotto la guida del maestro Massimo, imparando a interpretarne gli sguardi e i sorrisi, riuscendo a capire quando si divertiva e quando invece era spaventato. "Da subito abbiamo provato a inserire Vittorio in ogni attività - ha detto il judoka - e gli alunni si sono divertiti a coinvolgerlo nel gruppo, anche se dal punto di vista motorio non riusciva a seguirli".

Il tatami è diventato per loro il luogo del divertimento, dell'apprendimento, ma anche della solidarietà e dell'inclusione e questa esperienza condivisa con un compagno tanto speciale è poi confluita in un libro, che i ragazzini hanno realizzato con fotografie, racconti, disegni e ricordi del loro sport preferito, scoperto e praticato tutti insieme durante le ore di educazione fisica a scuola: "A noi piace fare Judo con Vittorio - si legge nel libro, che è stato premiato dal Coni con la medaglia del Premio Nazionale di Narrativa 2012 - perchè è coccolone, bravo, ride con noi, è simpatico, è nostro amico". Parole semplici e dolci, capaci di toccare il cuore come solo le parole sincere dei bambini sanno fare.

2 commenti:

  1. Dai bambini avremmo tanto da imparare, invece in molti casi non facciamo che insegnargli le nostre nevrosi...
    bellissima esperienza da condividere, per imparare tutti.

    RispondiElimina
  2. @ Vale, è vero: i bambini, così diretti e semplici, avrebbero davvero tanto da insegnare ai cosiddetti "grandi" che, troppo spesso (secondo me), pensano di aver già tutte le risposte.

    RispondiElimina