giovedì 15 marzo 2012

Warrior, il trionfo dei buoni sentimenti dopo le mazzate

Io di certezze nella vita ne ho pochine, ma una di queste è che non potrei mai fare il critico cinematografico. Non lo faccio per amor di polemica, ma i film che piacciono a me vengono puntualmente stroncati dalla critica e viceversa.


Mymovies, sito che di film certo se ne intende, si esprime dicendo che "Warrior è un film dalle alte aspirazioni, tra i più straordinari, sorprendenti e commoventi dell'anno"; io direi che "Warrior è un film gradevole, a metà strada tra Rocky e Cenerentola o, se vogliamo attualizzarlo maggiormente, tra Rocky e The Millionaire". Di "straordinario", in tutta onestà, non ci ho trovato un fico secco, nemmeno la scelta di ambientare la vicenda nel mondo delle MMA: le Arti Marziali Miste stanno vivendo in questi ultimi anni una sorta di età dell'oro, vanno di moda (se di moda si può parlare) e Gavin O'Connor ha tutt'al più saputo cavalcare l'onda come un abile surfista. Di "sorprendente", invece, ammetto di aver trovato le tecniche di combattimento: molto curate e decisamente ben eseguite, sia quelle in piedi che quelle della lotta a terra, con una fisicità espressiva e mai esasperata e - fatto questo davvero sorprendente - realistiche.


I fratelli Conlon (interpretati da Joel Edgerton e Tom Hardy) non si vedono da molti anni, ciascuno impegnato a rimettere insieme i cocci della propria vita dopo la morte della madre e le botte del padre alcolizzato (Nick Nolte): Brendan, il maggiore, ha sposato il suo amore del liceo, è diventato papà ed insegnante di Fisica e cerca di sopravvivere alla crisi economica partecipando a incontri clandestini di MMA; Tommy, il minore, dopo la morte della mamma si è arruolato nei Marines facendo perdere le proprie tracce nei vari conflitti armati disseminati per il pianeta, l'ultimo dei quali in Afghanistan.


E' proprio Tommy a ricomparire per primo nella vita di papà Paddy Conlon, ormai da qualche anno lontano dalla bottiglia e desideroso di farsi perdonare per tutte le angherie alle quali aveva sottoposto la disastrata famiglia: un ricco uomo d'affari ha deciso di organizzare un torneo mondiale di Mixed Martial Arts, con un premio unico di 5 milioni di dollari per il vincitore, e Tommy vuole quei soldi. Paddy era un gran bastardo, un ubriacone e un pessimo padre, ma una cosa sapeva farla bene: allenare i figli alla lotta. Ora Tommy vuole riavere l'allenatore, anche se nulla gli importa del genitore.


A parecchi chilometri di distanza, Brendan corre il rischio di vedersi portar via la casa per morosità, ritrovandosi con moglie e figlie in mezzo a una strada. Evidentemente anche negli USA gli insegnanti della scuola pubblica non se la passano granchè bene, tanto che lo stipendio da professore di Fisica non basta a tirare a campare, ma ecco che provvidenziale arriva "Sparta", il super torneo di MMA con ghiottissimo montepremi al quale Brendan decide di partecipare nonostante il parere contrario della preoccupatissima moglie.


Termino qui il mio racconto per non guastarvi la sorpresa, nel caso vogliate vedere questo film in cui il lieto fine arriva dopo catartiche mazzate, tanto morali quanto fisiche. Ma mazzate - mi riferisco qui a quelle fisiche, date e ricevute nell'ottagono dei combattimenti - davvero degne di essere ammirate.

3 commenti:

  1. Sembra abbastanza interessante, almeno dal punto di vista marziale... ^__^

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  2. "catartiche mazzate". Me le segno, e grazie. Ciao.

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  3. @ Luca, dal punto di vista marziale a me è piaciuto molto. Sotto questo profilo mi sento di consigliarlo proprio!

    @ Alberto, ha! ha! ha!

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