venerdì 28 novembre 2008

Le arti marziali... 'n coppa o' Vesuvio


La F.I.W.S., Federazione Italiana Wushu Sanda, ha organizzato per domenica 14 dicembre l'open di arti marziali cinesi "'N coppa o' Vesuvio" presso il palazzetto dello sport di Merano di Napoli.
Sono previste competizioni di forme e di combattimento e le iscrizioni dovranno pervenire entro e non oltre mercoledì 5 dicembre.
Kung Fu, Wushu, Taijiquan, Lei Tai, Punto Stop, Quinda e Sanda sono alcune delle specialità in cui sarà possibile dimostrare la propria abilità.
Per maggiori informazioni, per le categorie di combattimento e di forme, per i moduli di iscrizione cliccate qui o sull'immagine della locandina.

giovedì 27 novembre 2008

Colpita da un... dardos!

Le ragatte mi hanno colpita al cuore con un "dardos"!

Si tratta di un premio innocuo, per nulla acuminato, che non ha fatto danni ed ha, anzi, risollevato un pochino il mio ego ammosciato dagli ultimi avvenimenti (salute vacillante, lavoro precario, umore altalenante ma più tendente al ribasso, inca...volature varie tra le quali, non ultima, la proposta di legge "ammazza blog", comunque già "ritoccata", come se in Italia non avessimo giusto un paio di problemucci più urgenti da affrontare...).

Comunque, tant'è, nonostante l'ammosciamento che mi contraddistingue ultimamente sono stata insignita di questo premio per i blog "che hanno dimostrato il loro impegno nel trasmettere valori culturali, etici, letterari o personali".
Ringrazio quindi nuovamente Mamit e Pupina per aver pensato a me e passo ad eseguire quanto richiesto ai novelli premiati:

1) Accettare e comunicare il relativo regolamento visualizzando il logo del premio - Fatto!

2) Linkare il blog che ti ha premiato - Fatto!

3) Premiare altri 15 blog ed avvisarli del premio - Quindiciiiii?!? Cioè 10 + altri 5?!? Ma sono tantissimiiiiii!!! Oddio, ce li ho tra i siti che mi piacciono almeno 15 blog?...

Vediamo un po':
la Vale, la Ross e naturalmente Kai, poi Suburbia, la desaparecida Miciapallina e Zion, la mia Vivi-tesora e le cuoche dell'altro mondo, poi Gaz e Luca e la coraggiosa Maddy.

Basta, a 15 non ci arrivo. Questi, secondo me, sono i blog che meritano...

martedì 25 novembre 2008

Patenti: un po' di serietà, please!

Non amo guidare, ciò nonostante ho la patente e, proprio di recente, ho dovuto rinnovarla.
Mi è arrivata a casa la lettera dell’agenzia automobilistica, ho fissato l’appuntamento e mi sono presentata alla “visita medica”.
Prima di me, in attesa, c’era un signore di 77 anni (a proposito, alla faccia della legge sulla privacy eh! I dati vengono letti ad alta voce dall’impiegato dell’agenzia, mentre due diversi clienti sono seduti fianco a fianco davanti a lui alla scrivania e se, come nel mio caso, uno dei due clienti è anche un po’ sordo i dati vengono ripetuti alzando il tono di voce, in modo che anche qualche cliente del bar all’angolo possa sentire con chiarezza nome, cognome, data di nascita e luogo di residenza…) giunto lì per la stessa motivazione.
Quando arriva il suo turno il medico lo chiama ma nulla… lo richiama, alzando il tono di voce… e questi si alza e scompare dietro il separè. Tutti quanti udiamo chiaramente il medico spiegargli che dovrà mettersi seduto su di una sedia, coprirsi un occhio e leggere sul tabellone le lettere che gli verranno indicate e poi fare lo stesso con l’altro occhio. Il signore esegue il compito e… visita finita, certificato medico rilasciato, patente rinnovata, settanta euro in meno nel portafogli, avanti il prossimo.
E’ il mio turno. Stessa solfa. Si leggono un po’ di letterine, si apre il portafogli, ci si alleggerisce di settanta euro e si può guidare in tutta tranquillità. Nel mio caso, per un altro decennio.
Io non amo guidare, lo ribadisco, e mi guardo bene dal farlo dopo aver cenato con gli amici ed aver bevuto un paio di bicchieri di buon vino o di birra; non voglio mettere a repentaglio la mia sicurezza né rischiare di aver sulla coscienza la morte di qualche poveraccio che si è trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato. Sono, in linea di principio, d’accordo con le pesanti sanzioni previste per chi viene colto alla guida in stato di ebbrezza. Tuttavia, date queste premesse, non capisco proprio come si possa da un lato prevedere pene estremamente severe per un ragazzo che ha alzato un po’ il gomito il sabato sera e consentire il mercimonio delle patenti di guida, autorizzando il rinnovo a chiunque si presenti in un’agenzia automobilistica munito dei necessari quattrini. Un ultrasettantenne un po’ sordo e decisamente ipovedente sarà sempre potenzialmente pericoloso alla guida, anche se completamente sobrio. Con questo non voglio dire di alleggerire le pene per chi viene sorpreso alla guida con un tasso alcolemico fuori dai parametri consentiti, ma di effettuare visite mediche che siano almeno degne di questa definizione prima di rilasciare nuovamente la patente.

lunedì 24 novembre 2008

Ciao Alfredo!


Oggi è stata effettuata l’autopsia e domani i giornali ci diranno cos’è che ha spento la tua vita così presto, così senza motivo.

Da due giorni, da quando ho saputo che te ne eri andato, penso a te e a quello che l’hockey Como, la Promolinea, lo stadio del ghiaccio di Casate sono stati per me. Penso alle partite guardate dagli spalti, tra mamme impellicciate ed infreddolite, ma tifose scatenatenatissime, molto peggio di tanti papà, che non risparmiavano urla ed insulti. Penso alle gioie delle vittorie e alle delusioni delle sconfitte. Penso che non una sola volta ti ho visto maleducato o irrispettoso, nemmeno quando ti facevano goal e si vedeva lontano un chilometro che ti rodeva.

Non ero una tua amica, non ti conoscevo neppure: condividevamo soltanto lo stesso ghiaccio e la stessa passione. Ci siamo visti un sacco di volte, così come con Sguazzo, senza mai andare oltre al semplice saluto di cortesia.

Adesso rimangono soltanto le righe di cronaca che ci parlano della tua morte, di quel probabile infarto che ha fermato il tuo cuore a soli 37 anni mentre, da bravo ragazzo com’eri, ti trovavi nel negozio della tua famiglia.

E mi viene un po’ il magone a ripensare a te, agli allenamenti visti di straforo fermandomi a metà della salita e curiosando tra la rete, agli anni passati insieme sul ghiaccio e agli amici persi che non rivedrò più. A proposito: lassù certamente ci saranno stadi di ghiaccio spettacolari… quando incontrerai Millo, che sicuramente non riuscirà a star lontano dai pattini, abbraccialo forte da parte mia.
Ciao Alfredo!

Alfredo Luraghi, 37 anni, portiere storico dell'hockey Promolinea, aveva militato anche in serie A.
Il suo corpo, ormai senza vita, è stato rinvenuto sabato scorso, 22 novembre, nel retro del negozio di impianti elettrici di famiglia. A ucciderlo, si pensa, un attacco cardiaco.

Aggiornamento: l'autopsia ha stabilito che a spegnere la vita di Alfredo è stato un'aneurisma cerebrale congenito. Così da quanto emerge dal quotidiano locale "La Provincia" di Como.

giovedì 20 novembre 2008

La gatta che amava le acciughe



Gatti volanti e gatti ciccioni, mici che s’imbarcano clandestinamente su tratte transoceaniche e gatti ubriaconi, felini domestici che tornano a casa dopo otto anni di latitanza e felini selvatici che tornano a far parlare di sé in Germania… Ce n’è davvero per tutti i gusti in questo libro dal sottotitolo illuminante: “Storie curiose di insoliti gatti”, tutte doverosamente verificate nella loro autenticità prima della pubblicazione.
Una raccolta di articoli ed aneddoti stravaganti ed insoliti, che fanno sorridere e talvolta lasciano di stucco, ma tutti fatti assolutamente reali che non potranno che affascinare gli amanti dei gatti.

Titolo: La gatta che amava le acciughe
Autore: Detlef Bluhm
Editore: Corbaccio
Anno di pubblicazione: 2007

lunedì 17 novembre 2008

Report, il Mare Nostrum ed altre amarezze


Porca miseria, l’ho fatto ancora! Come “che cosa”? Ho guardato “Report”.
Ogni volta mi riprometto di non ricascarci ed ogni volta è più forte di me: devo immergermi nello schifo del mio Paese, perché tutto sommato amo l’Italia e non voglio fare quella che ficca la testa sotto la sabbia fingendo di credere che tutto sia bello e sano e funzioni. Non è affatto così e, finchè ne avrò la possibilità, voglio guardarmi attorno con sguardo critico e vigile.

Ieri sera si parlava di pesca. In un Paese come l’Italia, che è quasi un’isola, circondata su tre quarti del proprio territorio dal mare, è ovvio che vi siano molti pescatori ed è ovvio che la pesca sia una risorsa. Il problema però è che questa risorsa viene sfruttata ed abusata anziché soltanto usata.
Nonostante sia illegale, si continuano ad usare le spadare, si utilizza ancora lo strascico eradicando la posidonia e distruggendo così l’habitat di numerosi pesci, si usano reti dalle maglie di 5 millimetri anziché dei 40 consentiti dalla legge e si imprigionano così anche pesci piccolissimi, ancora non maturi, che quindi non avranno mai la possibilità di riprodursi perché finiscono sul banco del pesce al mercato.
Vi inserisco qui il link, e sono certa che da Valeria potrete trovare tutte le indicazioni possibili circa il nostro mare ed i suoi abitanti.

L’amarezza della puntata di ieri è stata aggravata dall’associazione di idee che ho fatto: pesca illegale/caccia di frodo.
Io vivo in un’angolino d’Italia dove il mare non c’è, in compenso abbiamo laghi, pianura, brughiera, colline e montagne. E anche qui ci sono pesca e caccia di frodo. Conosco persone splendide che mettono davvero l’anima nel loro lavoro a difesa della fauna locale, persone che non esitano a tras correre nottate nei boschi in appostamenti o a lanciarsi all’inseguimento di cacciatori irregolari, che vigilano affinchè non vengano pescati pesci troppo piccoli o nei periodi in cui è proibito farlo. Vedo quanto è difficile il loro lavoro, perché sono loro che vanno sul territorio, sono loro che si confrontano coi pescatori ed i cacciatori, vigilando sui regolari e sanzionando gli irregolari. Sono loro che sequestrano archetti e richiami vivi…
E a questo punto mi vien anche da chiedermi chi possa gioire per aver ammazzato trafiggendolo con un archetto un bestione come un pettirosso o arrivare a pescare un lavarello di 3 centimetri.

Il tutto unito a quello che ho visto e sentito a Report… Mamma, se sto male. Mamma, quanto sono schifata! Ma perché sembra sempre che le vittorie del bene e della legalità siano inferiori alle ferite inferte dall’illegalità e dalla “furberia” che nuoce a tutti, alla lunga?

domenica 16 novembre 2008

La fortuna è cieca, ma...


La jella ci vede benissimo! Aspettavo da mesi questo stage a Saronno: la possibilità di lavorare sotto la guida diretta del Maestro fondatore della disciplina che pratico, l’opportunità di essere guidata e corretta direttamente da colui che ha ideato e codificato il T’Ien Shu, l’occasione di poter attingere direttamente dalla fonte la filosofia che sorregge e guida questo stile di Kung Fu occidentale.
L’appuntamento era per sabato pomeriggio alle 15.00 in palestra. Ed io dieci ore prima me ne stavo impegnata in un poco edificante tete a tete con il water, lo stomaco completamente rivoltato ed intento a dare l’estremo saluto alla mia cena.
Poco male, penso, avrò preso un colpo di freddo e, nonostante le poche ore di sonno, sarò in forma per salire sul tatami.

Già, peccato che, nel frattempo, il mio fidanzato nonché Maestro si becca un febbrone da cavallo (38 ½ , 39… e termometro fisso nonostante la Tachipirina). E, per coronare al meglio la mattinata, alle 8.30 ci arrivano in casa muratori, piastrellisti, elettricista ed imbianchini. Tutti insieme. Il giardino sembrava una concessionaria d’auto e la casa un cantiere.

Nonostante le mie resistenze, Davide insiste affinchè almeno io prenda parte allo stage trascurando i miei doveri di crocerossina improvvisata e così eccomi salire sul tatami. Con la testa ed il cuore un pochino altrove ma comunque intenzionata a dare il meglio.
Attorno alle 16, nel bel mezzo dello stage di base, altra capatina in bagno per dare l’estremo saluto anche al pranzo e poi di nuovo a provare tecniche, deviazioni, squilibri e proiezioni.

In tutta onestà, al di là di quanto avviene sul tatami, che ho comunque perso in gran parte non avendo partecipato alla giornata odierna, mi è spiaciuto molto perdermi anche il lato umano dello stage. La vicinanza coi Maestri, la possibilità di cenare con loro e con gli altri compagni d’allenamento (alcuni dei quali si incontrano solo in occasione degli stages, vivendo e praticando in città lontane come Aosta e Lastra a Signa), lo scambio di opinioni, di impressioni ma anche di battute con questi strani amici che incrociano la nostra strada soltanto tre o quattro volte in un anno ma che non si può chiamare semplici conoscenti (Ale, sei un tesoro di persona, nonostante la “vigliaccata” di mettermi in coppia con Vincenzo, eh! He! He! Aspetto di rivederti al prossimo stage, che sarà certamente uno scialo!)… Tutto questo l’ho perso, purtroppo. E ancora più di me ha perso Davide. Ma ci rifaremo alla prossima!
…Jella permettendo…

giovedì 6 novembre 2008

Io Yogo!



Eccola qui, un’altra grande invenzione dell’umanità: lo Yoga. Meglio ancora, lo Yoga per pigri, per indaffarati, per senza-tempo-da-perdere: lo Yoga a letto, insomma. Troppo bello per essere vero? Assolutamente no! Esistono esercizi di Yoga che si possono fare per garantire al nostro organismo un buon inizio di giornata ed esercizi che ci preparano ad una nottata serena… Io, che già vi ho accennato ad alcuni dei miei acciacchi e relativi rimedi, essendo Marmotta in questo periodo dell’anno dovrei andarmene in letargo e risvegliarmi verso marzo, bella serena e riposata; purtroppo, per occupazione del tempo libero e per il fatto che abbia questo strano vizio di mangiare almeno un paio di volte al dì, devo lavorare anche in inverno e di conseguenza di andarmene in letargo non se ne parla proprio, quindi… io yogo!

Non è proprio come ronfare per un quadrimestre, ben inteso, ma questa pratica del “buon risveglio” e della “buona notte” mi rinfranca, rasserena, mi consente di mettermi in contatto con il “me” corporeo che durante il sonno e la giornata lavorativa dimentico. Il tutto in cinque minuti. Nella tranquilla calma della mia “tana”, quando lo desidero io e ne sento il bisogno. Bello, davvero! Un libro che, come detto, consiglio a pigri, indaffarati e senza-tempo-da-perdere: a tutti, insomma!

Titolo: Lo Yoga a letto
Autore: Edward Vilga
Editore: Corbaccio Editore
Data di pubblicazione: 2006

mercoledì 5 novembre 2008

Ci sono... forse no... magari torno... bho, non so!


Il titolo dice già tutto. Periodo caotico, per usare un eufemismo.
Avrei bisogno di giornate di 36 ore e di quindicimane anzichè di banalissime settimane... e forse, anche così, non riuscirei a fare tutto ciò che devo.
Comunque ci sono.
Sono viva. Stressata e molto, molto schizzata (sarà colpa dei 5/6 caffè quotidiani?), ma ancora viva.
Mi mancate un sacco! Non riesco più a passare da voi, non riesco ad aggiornare il blog, non riesco a leggere le vostre novità e racconti...
Mi mancateeeeeee!!!! Vi abbraccio tutte e prometto che farò il possibile per tornare un pochino più presente.