sabato 17 maggio 2008

Sakura


Sakura in giapponese significa "ciliegio". Ma non è solo un albero o un fiore, rappresenta anche la bellezza e la caducità della vita. E' un monito per tutti noi, perchè la nostra meravigliosa esistenza può sfiorire e cadere in qualsiasi momento.
Mercoledì, rientrando a casa dopo il lavoro, ho visto con la coda dell'occhio sul margine della strada quello che mi sembrava un gatto. Pensando potesse essere ferito (era sdraiato in modo... strano), ho girato la bici e sono tornata indietro di qualche metro.
Ecco cos'era in realtà quel "micio"




Un piccolo di volpe. A due passi dal lago, a neppure quattro chilometri dalla città. Morto.

Pareva che dormisse, soltanto la posizione inconsueta ed una macchia di sangue sull'asfalto lasciavano intuire cosa fosse realmente accaduto: quasi certamente era stato investito e qualcuno l'aveva spostato sul margine della strada per evitare che altre auto lo travolgessero.

Questa vista mi ha messo addosso un'infinita tristezza, ma poi ha suscitato anche numerosi interrogativi ed un turbinìo di pensieri.
Che senso ha nascere e morire giovani? Quando il nostro cammino è davvero concluso? E' possibile che percorriamo l'intero nostro viaggio prima di diventare adulti? Perchè trascorriamo gran parte della nostra esistenza senza la consapevolezza di quanto questa sia fugace?
Com'è che vita e morte si alternano e rincorrono in un eterno girotondo, in una danza senza fine che ci vede attoniti spettatori o inconsapevoli protagonisti?

Rincasata, sono andata in giardino: avevo alcune cose da sistemare, volevo riflettere e, anche qui, Sakura mi ha seguita.

Vita e morte. Thanatos e Bios. Da sempre e per sempre, ovunque. Anche in un giardino di dieci metri quadri.

Le campanule nel loro splendore

Una lucertola affogata

Una pervinca solitaria

La Fortunella appena bagnata, coi golosi frutti già quasi maturi

Il gelsomino pronto alla fioritura.

Thanatos e Bios nella loro eterna danza, Vita e Morte che si abbracciano mentre Sakura ci ricorda di imparare a cogliere l'impagabile dono dell'attimo presente.

13 commenti:

  1. Viviana che belle cose che hai scritto...
    vivere ogni secondo della nostra esistenza pensando a quanto può essere prezioso... è un pensiero che mi ha sempre accompagnato, ma che negli ultimi tre anni è diventato quotidiano, dopo alcune cose meravigliose e altre dolorosissime accadute contemporaneamente...
    la fragilità e la bellezza della vita insieme, mi riempiono di gioia e di timore nello stesso tempo...
    Sakura...

    RispondiElimina
  2. Della natura è proprio questo che mi lascia a bocca aperta e senza parole: la sua straordinaria capacità di rigenerarsi nonostante tutto e di far sempre seguire la vita alla morte, anche se in forme molto differenti da quelle che ci si aspetterebbe.

    Grazie davvero per le tue parole, e buon inizio di settimana!

    RispondiElimina
  3. * Grazie Valeria! Che magnifico commento mi hai lasciato... la tua presenza è sempre un dono!

    * Grazie a te, Ross! Io ho scritto solo quello che sentivo... siete voi, con la vostra partecipazione e condivisione, che devo ringraziare!

    * Grazie mille, Zion! A presto! :-)

    RispondiElimina
  4. Grande lezione di vita. In questo periodo mi sento molto in contatto con la vita, sto vivendo molto il mio presente. Insomma vivo!...non scordiamolo mai, tendiamo spesso a dare molte cose per scontate!

    RispondiElimina
  5. la vita è un grandissimo dono da vivere con pazienza e amore, istante per istante, senza farcela bruciare da cattivi sentimenti che cercano di rosicchiarci l'anima, svuotandola...

    La vita dell'uomo però, diversamente da quella degli animali, ha un destino che si compie oltre l'esistenza terrena, perciò sembra incompiuta (quando ad esempio qualcuno muore giovane o embrione)...se vedessimo la vita nel libro della vita (cfr gloria polo...così lei l'ha vista) allora vedremo parte del compimento perchè il compito finale chiarirà tutto...

    ma qui passiamo dal piano della ragione naturale che ci guida fino alle soglie del mistero della immaterialità, quindi spiritualità e immortalità dell'anima, al piano della fede...e se qualcuno desidera rimando al mio blog, dove scriverò un post "immortalità"...altrimenti qui potrei rompere la vostra-nostra poesia, fatta di buoni sentimenti che sono belli...

    e bisogna anche lasciar scorrere il cuore retto...verso la verità e la bellezza

    saluti da Riccardo

    RispondiElimina
  6. Ciao Viviana, questo tuo bel post ha affrontato argomenti che, specialemte in questo periodo, sento molto e mi toccano nel profondo.
    Grazie

    RispondiElimina
  7. Volpe....
    dove sei?
    sotto le frasche?
    a trasformarti in foresta
    perchè io possa imparare?

    Stai osservando
    invisibile a me?

    Stai cercando di insegnarmi
    a diventare un albero?





    Se la volpe ha scelto di condividere con Te la sua medicina. E' segno che Tu stai per diventare come il vento, che sebbene invisibile è in grado di intrufolarsi in ogni luogo o situazione, che è saggio per Te osservare le Azioni degli altri piuttosto che ascoltare le loro parole.... La medicina della Volpe insegna l'arte dell'Unità attraverso la comprensione del mimetismo, questo vale a tutti i livelli dalle rocce a Dio, Ti viene richiesto di sservare tutti i modi di usare l'Unità........
    osservando dopo un pò diverrai più consapevole di una certa prevedibilità, di quello che succederà subito dopo.........

    Da "le carte Medicina".......

    certo gli interrogativi che ti fai ti eleggono ad una spiritualità elevata....
    se consideriamo la vita e la morte come un tutt'Uno, non ci lasciamo prendere dai dubbi sull'esistenza.
    Il viaggio dell'incarnazione può durare un attimo, ed è quanto basta per imparare la Lezione che ci serve, come può durare cent'anni e ancora non ci si è resi conto di quello che siamo, di quello che facciamo......
    Sono le errate convinzioni che ci lasciano il cattivo sapore in bocca di fonte alla morte.
    proprio l'altro giorno in un incontro con degli esperti di cure palliative, una persona ha detto:
    "Chi ama la vita, ama la morte"

    benediciamo l'evento, benediciamo le figure coinvolte,benediciamo lo spettatore , usiamo il Cuore , e piangiamo anche , liberiamoci dalla carica emotiva legata all'evento in questo modo siamo liberi.

    Aloha!

    RispondiElimina
  8. Per quanto dura e triste sia.. ognuno ha il suo karma... per un po nn ci sarò... mano dx rotta!

    RispondiElimina
  9. * Ishin, sono davvero lieta che tu stia vivendo, assaporando con consapevolezza ogni attimo dell'esistenza. E' un gran dono, per nulla scontato!

    * Rik, hai davvero ragione, la vita è un dono preziosissimo e dovremmo tutti sforzarci di viverla bene, nell'amore verso noi stessi ed il prossimo, lontani da cattivi sentimenti ed egoismi idioti. Purtroppo spesso l'esistenza è contaminata dalla ricerca di falsi valori e di illusorie felicità, che spingono l'uomo ad agire contro l'amore e, spesso, anche contro la ragione.

    * Gaz, sono io che ringrazio te, sia per esser passata sia per il commento. Sono lieta ti sia piaciuto il post e spero di ritrovarti presto!

    * Anima Alchemica, io vedo la morte come parte della vita, la vedo come una "sorella" (come la chiamava San Francesco) non da temere e la cui visita giungerà un giorno, senza preavviso. Non la temo, ma non trascorro neppure ogni mio istante nell'attesa della sua comparsa. Cerco, questo sì, di vivere intensamente e, soprattutto, cerco di amare.
    Però la morte che appare "prematura", per quanto erronea possa essere questa convinzione, mi lascia sempre attonita... Segno che di strada ne devo percorrere ancora, eh! ;-)

    * Suppaman, ma noooooo!!!! Come "mano dx rotta"?!? Mi spiace davvero tanto tanto... Ma, come dici tu, ognuno ha il suo Karma: forse questo riposo forzato deve insegnarti qualcosa...
    Tieni duro, ti aspetto al tuo ritorno!

    RispondiElimina
  10. Cara Viviana, lascio anch’io il mio pensiero su questo tema mica facile. Tu infatti non ti chiedi che senso hanno vita e morte, in generale, ma che senso può avere la vita incompiuta: chi muore giovane, senza aver terminato la sua parabola terrena.
    Io concordo con Rik quando dice che la vita dell'uomo ha un destino che si compie oltre l'esistenza terrena; in effetti, in caso contrario sarebbe sempre incompiuta, poco o tanto (chi può dire, anche morisse a cent’anni, di essersi realizzato completamente?). Lui dice “perciò sembra incompiuta (quando ad esempio qualcuno muore giovane o embrione)... Il compimento finale chiarirà tutto”. E’ quanto penso anch’io. Questa che viviamo è solo una parte e possiamo vedere solo quella.
    Ma mi stimoli a parlarne più ampiamente, a farne dei post, chissà…
    Quanto agli animali, la rivelazione cristiana non ne parla, lasciando così aperte le varie possibilità.

    Ciao, grazie per l'interessamento per il mio libro, sei una stella!

    RispondiElimina
  11. sono belle tutte le cose che dite, mi permetto di osservare che forse conviene interrogarsi sul significato della nostra esistenza, proprio perchè ogni istante va vissuto in pienezza, cioè anche con quel poco di comprensione che la ragione ci consente.

    Questo non per deprimere i sentimenti e il cuore, al contrario per custodirli da idee fallaci.

    Se fosse vera la reincarnazione o il panteismo o un destino senza libertà, allora saremmo esseri senza intelligenza vera e senza libertà possibile, cioè senza responsabilità, e allora tutto sarebbe consentito e indifferente, perchè senza libertà non c'è colpa nè punibilità senza responsabilità.

    Ma la vita è bella proprio perchè possiamo gioire e ringraziare, con consapevolezza, impegnarci in amore libero vero e responsabile, condividere i doni con gli altri, e ciò costa sacrificio gradito.

    Così la morte è la porta, il ponte verso un nuovo sole, un sole che sorge. Sorgeremo definitivamente alla conclusione di tutto, trasformazione in cielo nuovo e terra nuova, ma con la responsabilità delle nostre scelte e azioni; adesso è il tempo della misericordia...

    allora è utile pensare alla morte...già gli antichi sapienti, come i samurai, dicevano che un vero uomo pensa dal primo istante della giornata alla sua morte e vive nella pietà filiale, rispetto per i genitori, sempre anche se impazziscono anzi a maggior ragione.

    saluti e auguri a tutti da Riccardo

    RispondiElimina
  12. * Rosaspina, grazie infinite per il commento! Attendo di leggere tuoi post e tue riflessioni con vero interesse!
    Per quanto riguarda gli animali, credo che partecipino della vita celeste come di quella terrena. Non so che interpretazione dia la Chiesa, mi "accontento" di quella data da Dio che li ha voluti salvare dal diluvio e di quella data da San Francesco d'Assisi, per non parlare poi di Sant'Antonio abate... :-)

    * Rik, in effetti sono anni che mi interrogo sul significato della mia esistenza e credo di aver trovato anche la risposta (che forse non vale per tutti ma certamente è valida per me). Ciao!

    RispondiElimina