martedì 20 maggio 2008

Il caffè? A risparmio energetico, please.


Iniziare la giornata con un buon caffè; c'è forse qualcosa di più... italiano al mondo? Ebbene, ora è possibile coniugare il piacere della tazzina con la pace della propria coscienza ecologica, grazie alla marchigiana torrefazione Caffè Pascucci, che ha realizzato un chiosco-bar che funziona interamente grazie all'energia fornita da pannelli fotovoltaici. Tutto, dalla macchina del caffè fino alla lavastoviglie, è alimentato da fonti rinnovabili.

E, sempre nelle Marche, sorgono la prima azienda vinicola italiana che ha optato per la vendemmia biodinamica e la prima grande cantina biologica: un altro concreto esempio di come l'italianità (del vino, in questo caso) possa andare a braccetto con la sostenibilità ambientale.
Il terreno destinato alla coltivazione di vite biologica è, nel nostro Paese, il doppio di quello destinato al medesimo uso in Francia e Spagna, come è emerso recentemente dai dati diffusi da Coldiretti.

E, mentre le Marche investono su caffè e vino, la Puglia punta decisamente sull'eccellenza - secondo natura - di altri due prodotti chiave della cucina mediterranea: l'olio d'oliva ed il pesce. Sono stati proprio i migliori extravergini biologici al mondo, uniti al pesce da acquacoltura e pesca sostenibili, i protagonisti di questa XIII edizione di Biol, in programma dal 21 al 27 aprile a Monopoli, che quest’anno si rinnova unendosi appunto al BiolFish, progetto europeo sull’acquacoltura bio e la pesca ecocompatibile.
Intanto, però, i forti costi per la certificazione uniti al momento di crisi generalizzata frenano i consumi del bio in Italia. Insomma: produciamo biologico per l'export, poi noi mangiamo quel che capita...

4 commenti:

  1. Viva il caffè ed il risparmio energetico!!! :-D

    Grazie mille per il bel commento, CIAO!!!

    RispondiElimina
  2. Anzi: grazie per I beI commentI :-D
    CIAO!!!

    RispondiElimina
  3. ottima l'idea di spostarsi su energia rinnovabile (e prodotti ecosostenibili). l'idea però è che la certificazione bio è "troppo cara"....sarà veramente troppo cara, oppure segue solo regole molto rigide? nel secondo caso, ben vengano, a tutela del consumatore...non voglio che poi la certificazione "bio" venga messa a cani e porci, ma solo ai veri produttori bio. piuttosto, consumare meno, ma consumare meglio.

    tanto per dire: sapete che se c'è entro l'1% di prodotto finito transgenico non sono obbligati a dirtelo? tipo il kitkat.
    oppure sapete che la tua maglietta 100% cotone può avere un 5% di altro materiale qualsiasi, e restare 100% cotone sull'etichetta?
    :D
    speriamo non sia un 5% di ethernit!!! (no, dai, questo è impossibile!)

    il problema è che cmq i nostri salari italiani sono troppo bassi, e se i beni bioecocompatibili sono troppo cari, inevitabilmente ne faremo a meno...anche io tendo a comperare più bio a inizio mese, e mooolto meno a fine mese...sad but true.

    RispondiElimina
  4. * Lario3, grazie mille a te! E concordo: viva il caffè e il risparmio energetico! :-)

    * Zion, sono pienamente d'accordo con te: se devo scegliere, opto per il consumare meno, ma consumare meglio!
    Purtroppo anche per me vale il sad but true di fine mese... ;-)

    RispondiElimina