mercoledì 14 maggio 2008

Logicamente ape


Confesso: l’ho fatto ancora. Mi sono nuovamente lasciata affascinare da un documentario di “Geo & Geo”.

Questo, andato in onda oltre una settimana fa, riprendeva un’intervista al noto etologo Giorgio Celli in materia di api. I piccoli animaletti, da sempre compagni della storia dell’uomo, hanno rivelato capacità a dir poco impressionanti sia dal punto di vista dell’organizzazione sociale che della comunicazione, dando prova di autentica intelligenza.
E’ stato dimostrato, ad esempio, che quando un’ape trova del cibo immediatamente torna all’alveare ed inizia una danza; le compagne, dall’interpretazione di questa danza, riescono a capire dove si trova la fonte di cibo.

Le api che escono in cerca di fiori sono dette bottinatrici e queste, di ritorno all'alveare, segnalano alle compagne la posizione del bottino con una danza. Se il cibo è stato trovato in un raggio di 80 metri dall'alveare, l'ape esegue una semplice danza circolare, che non fornisce alle compagne altra informazione se non la presenza di cibo nei dintorni; le altre api capiscono quale specie di fiori dovranno visitare per trovare anch'esse del nutrimento semplicemente analizzando l'odore che emana dall'ape che ha trovato cibo e che "danza". Se però i fiori che hanno fornito il nettare ed il polline si trovano a distanza maggiore, allora l'ape esegue una danza più complicata: descrive un doppio cerchio a forma di 8, ed ogni volta che ripassa dall'intersezione dell'8 agita rapidamente l'addome. Questa danza dà diverse informazioni: la distanza del bottino è espressa dalla frequenza della danza; la direzione in cui cercare il nutrimento è indicata con riferimento alla posizione del sole in quel momento (ma, poiché la danza si svolge sul favo che è verticale, mentre il bottino va ricercato in un piano orizzontale, le api trasferiscono, nel loro linguaggio, le direzioni di un piano verticale, secondo la regola che lo zenith simboleggia la posizione del sole. Perciò se l'ape, nel momento in cui giunta all'intersezione dell'8, scodinzola ed ha il capo rivolto verso l'alto, questo significa che il bottino va ricercato in direzione del sole; se quando scodinzola è rivolta verso il basso, il bottino sarà in direzione opposta al sole; se è diretta a 60° a sinistra dello zenith, la fonte del cibo si troverà 60° a sinistra del sole!). La durata e la vivacità della danza forniscono indicazioni sulla qualità del cibo trovato.

Una precisione sconvolgente, che ha consentito a questi preziosi insetti di prosperare ed accompagnare l’essere umano nel corso di una millenaria storia su questo pianeta. Il miele era infatti noto all'uomo già 35.000 anni fa. A quest'epoca risalgono alcuni graffiti rinvenuti a Valencia (Spagna) ed in Rhodesia (Africa), raffiguranti uomini intenti a raccogliere favi. E tremila anni prima di Cristo nelle terre dei Faraoni gli egizi già conoscevano l'apicoltura!
Giorgio Celli, poi, ha parlato di un esperimento effettuato da lui in prima persona in qualità di entomologo: aveva a disposizione quattro cassettine, ne riempiva la prima di cibo e le tre successive di semplice acqua ed attendeva l’arrivo dell’ape. Questa, trovato il cibo nella cassettina A, tornava all’alveare per comunicare alle compagne la fonte di nutrimento e, nel frattempo, Celli spostava il cibo nella quarta cassettina, la D, mettendo nella A la semplice acqua. Le api, giunte sul posto, andavano direttamente alla cassettina A e, trovandola priva di cibo, andavano in cerca della soluzione zuccherina adottando il metodo del "prima il più vicino", passando cioè prima alla cassetta B, poi alla C ed infine trovando il cibo in D.
Celli, allora, spostava nuovamente il cibo, mettendolo in A e le api, che subito sciamavano su D, ripetevano lo stesso procedimento ma all'inverso, cercando prima in C, poi in B e scovando alla fine il nettare in A. Già questo procedere con metodo è di per sè dimostrazione di capacità intellettiva, ma quanto avvenne dopo aver ripetuto per cinque o sei volte l'esperimento ha dell'incredibile. Le api, ora, passavano direttamente da A a D e viceversa, saltando i passaggi intermedi dove si era rivelato trovarsi sempre e soltanto acqua, dando così prova di aver capito ed assimilato le regole del giochetto!
(Trovate un approfondimento di Giorgio Celli sulle api cliccando qui).

Ora le api sono in pericolo. C’è chi afferma sia a causa dei mutamenti climatici, chi degli incroci che hanno indebolito determinati ceppi, chi dell’inquinamento, fatto sta che la moria di questi insetti è una realtà incontestabile e preoccupante. Perché, come ha asserito Albert Einstein, "Se le api sparissero dalla superficie del globo allora all'uomo resterebbero solo quattro anni di vita. Niente più api, niente più impollinazione, niente più piante, niente più animali, niente più uomo".

Chi ama questi insetti desidera anche conoscerli meglio e contribuire affinchè un numero crescente di persone li comprenda ed apprezzi; a questo scopo è stato realizzato l'interessante itinerario fotografico di Luca Mazzocchi.

La bellissima macro d'inizio post è invece di Juzaphoto.

6 commenti:

  1. Ma sai che questo post è splendido?

    La danza delle api la conoscevo già grazie al mio professore di semiotica, famoso per le sue spiegazioni fuori dal comune (non fraintendere, non è che si mettesse a dimenarsi in cerchio e ad alzare l'addome in aula). Pensa che il suo corso di quest'anno era tutto incentrato sul linguaggio degli animali.
    Celli invece lo ammiro da quando ero piccolissima, per il suo lavoro e la capacità di spiegarlo in modo chiaro e semplice ma coinvolgente. Da piccola non mi perdevo una puntata di "Nel regno degli animali", e credo che la mia passione per tutte le care bestioline di questo mondo sia nata anche grazie a lui.

    Ti saluto con una citazione dal Satyricon di Petronio (io AMO questo gioiello della letteratura latina!):
    In quanto alle api, io le considero delle bestie divine, perché vomitano miele, seppure si voglia dire che lo ricevano da Giove. E se è vero che esse pungono, gli è perché là dove è dolcezza, vi troverai unita amarezza.

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  2. "Geo&Geo" è geniale :-D

    Grazie mille per i bei commenti, sono contento che ti sia piaciuta la puntata di Voyager... CIAO!!! :-D

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  3. Si può semplicemente considerare uno sciame d'api come un macroorganismo fatto di moltissimi individui, ed è stupefacente quello che riescono a fare, quand'ero più giovane anch'io ho amato il Celli, che mi ha fatto conoscere questi affascinanti animali.... e per hobby ho fatto anche l'apicoltore con grosse soddisfazioni (anche se il miele alla fine lo ridavo sempre a loro per l'inverno). . .poi d'improvviso una puntura "strana" mi ha regalato uno shock e da allora ho dovuto starmene a distanza....
    Aloha Api !
    bel post!

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  4. Un bellissimo post. Le api sono affascinanti e ricordo molti documentari che vedevo da ragazzina. Ora di pomeriggio non riuscirei neppure...
    Bisognerebbe riflettere su quanto detto da Einstein.
    un caro saluto, e buon we, ciao

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  5. * Ross, grazie del complimento e della magnifica citazione dal Satyricon!
    Ma lo sai che anch'io da piccola non perdevo nemmeno una puntanta de "Nel regno degli animali" e che io pure sono convinta che quei documentari abbiano contribuito non poco alla crescita del mio amore per tutti gli animali?
    ...Mi sarebbe piaciuto vedere il tuo prof di semiotica... se non danzava alzando l'addome, fa nulla, deve essere un tipo in gamba comunque!

    * Suppaman, grazie! Inutile dire che mi unisco a te nella preghiera. :-)

    * Lario3, ciao! Eccome che mi è piaciuta la tua puntata di Voyager! Te l'ho detto, ormai tu fungi da pubblicità subliminale per il Voyager vero... :-)

    * Anima alchemica, ciao! Beh, se il post è bello è anche merito tuo... :-)
    Mi spiace davvero che uno shock anafilattico ti abbia costretto a dire addio alle api: deve essere davvero un mondo affascinante quello dell'apicoltura. E poi sicuramente loro erano contente che tu non le privassi del miele ;-)

    * Ciao Suburbia! Grazie del complimento, troppo buona. Sì, spero proprio che ci si soffermi un pochino a riflettere sulle parole di Einstein. Il mondo è nelle mani degli esseri umani, sta a noi saperlo amministrare con criterio e rettitudine.

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