lunedì 28 gennaio 2013

Pattinaggio su ghiaccio: l'Europa s'inchina all'Italia

Si sono conclusi i Campionati Europei di pattinaggio artistico e di figura e l'Italia può vantare risultati  maiuscoli. Merito di una Carolina Kostner in stato di grazia, che è riuscita a domare le giovanissime russe (entrambe ancora minorenni!) Adelina Sotnikova e Elizaveta Tuktamysheva con un programma libero assolutamente perfetto (9 la media del voto conquistato dal suo "Bolero"), conquistando così il suo quinto oro europeo, ma merito pure di una brava e grintosissima Valentina Marchei, purtroppo relegata ancora a un passo dal podio.

Carolina Kostner, settimo podio conquistato agli Europei

A scrivere il nome della nostra nazione in lettere dorate nella storia del pattinaggio hanno contribuito poi Stefania Berton e Ondrej Hotarek che, con uno splendido programma, hanno conquistato il terzo posto nella gara di artistico a coppie: il primo podio europeo di sempre nella storia di questa disciplina per l'Italia.

Ondrej Hotarek solleva Stefania Berton.
Una classe e un affiatamento che valgono il primo podio italiano

Un altro prestigioso bronzo europeo arriva poi dalla collaudatissima e sempre più affiatata coppia di danza: Anna Cappellini e Luca La Notte regalano una medaglia al nostro Paese grazie ad una "Carmen" capace di incantare.
Un Campionato Europeo ricco di soddisfazioni, dunque, ma che forse fa risaltare ancora di più la mancanza di un atleta che sappia competere ad altri livelli nel singolo maschile: fuori sia Paul Bonifacio Parkinson che Paolo Bacchini prima di giungere alla finale. Un peccato.

Poco o nulla centra con l'Italia lo spagnolo Javier Fernandez, primo podio nella Storia (e subito con un oro!) per la Spagna in una competizione internazionale, ma mi pare giusto citarlo visto che la stampa di casa sua ha liquidato l'impresa con una media di tre righe. Lui, sportivamente, ci aveva riso su da subito, profetizzando dall'alto del podio: "Rubare spazio a Casillas e Messi? Non credo proprio" e infatti il suo vaticinio ha trovato triste conferma. Ecco, forse in comune con l'Italia c'è questo: che neppure i successi più grandi riescono a distogliere l'attenzione da quel carrozzone corrotto e fasullo che è divenuto il calcio.

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