Non importa quale bosco, non contano le coordinate geografiche, latitudine e longitudine perdono di significato quando in campo scende la magia, perché l'incanto prende il posto della razionalità. E questo è proprio ciò che accade, nel bosco.
Io, in una radura del bosco, ho incontrato una fatina. Con un'ampia gonna di tulle rosa ed alucce dello stesso colore sgargiante, stava seduta su un sasso e, bacchetta magica ben stretta in pugno, addentava un panino al prosciutto. Era in compagnia dei due nonni - ma forse erano due gnomi un po' troppo alti - e quando, piena di sorpresa, mi sono avvicinata esclamando Oh, ma guarda!, una fatina del bosco!, ha ricambiato il mio sorriso e, tutta contenta, mi ha detto di chiamarsi Camilla, dondolando ritmicamente le gambette che terminavano in scarpine rosa.
La nonna-gnoma l'ha esortata a fare una magia, il nonno-gnomo le ha suggerito di far scomparire il panino al prosciutto, ma lei - puff! - con una formula magica inventata lì per lì e sventolando all'aria panino e bacchetta magica ha deciso di far diventare fata anche me.
Che bello!
A questo punto mi sono avvicinata un po' di più e le ho rivelato un segreto, tanto tra fate si può fare: le ho detto che ha sciolto un sortilegio, perché io in effetti mi chiamo Viviana, che è il nome della Dama del Lago, la potente fata che fece innamorare di sé Mago Merlino e che donò ad Artù la spada Excalibur.
Mica robetta!
Purtroppo, però, non riuscivo più a fare magie, ma adesso lei, la fatina Camilla, mi aveva reso ancora fata e, dunque, magica.
Accontentatevi della foto del papavero: le fate, si sa, non si lasciano fotografare. |
Tutta contenta per questa rivelazione, Camilla mi ha anche regalato un papavero che aveva raccolto prima di cominciare il pic-nic ed allora io, un po' commossa per questo ulteriore dono, con un rapido gesto magico ho tirato fuori dallo zaino una bottiglietta per fare le bolle di sapone che, come tutti sanno, sono piccole magie prêt-à-porter.
Ho salutato la coppia di alti gnomi-nonni e la piccola fatina ed ho ripreso il mio cammino, immergendomi nel fitto del bosco.
Adesso potete pensare che un'adulta un po' stramba ha incontrato nel bosco due adulti strambi quanto lei ed una bambina vestita da Carnevale fuori tempo massimo, ma io preferisco di gran lunga la versione che vi ho raccontato qui sopra e, se nella vostra vita è rimasto ancora un angolino, anche minuscolo, in cui serbate un semino di fantasia, la preferirete anche voi.