martedì 2 ottobre 2018

Il libro del mare, tra epica ed ecologia

Gli squali non potranno mai vincere nessuna
gara di popolarità. Orsi panda, gatti, delfini e
scimpanzé si trovano a un estremo della scala.
Gli squali all'altro.
(p. 290)
Tra l'epica romanzesca e l'ecologia contemporanea, Strøksnses non viene meno alla propria vocazione di scrittore e giornalista e miscela sapientemente gli ingredienti del racconto con quelli della cronaca, accompagnandoci tra le gelide acque che lambiscono le isole Lofoten, a caccia del misterioso quanto affascinante squalo della Groenlandia.
Un predatore ancestrale, un animale in grado di vivere solcando le onde e cacciando per oltre 400 anni: una creatura rarissima, quasi mitologica, lunga anche sette metri e pesante forse fino ad una tonnellata, dal nuoto lento e dalla vita lunghissima (esseri umani permettendo).

Strøksnses ci porta in un mondo affascinante ed ancora in larga misura sconosciuto, popolato da animali fantastici e capaci di accendere la nostra fantasia così come, in tempi lontani, lo facevano unicorni, grifoni e draghi. Solo che questi sono veri. Documentati da rari avvistamenti. Come il calamaro vampiro che, vivendo nella completa oscurità degli abissi a -1500 metri, non può ricorrere al trucchetto della macchia d'inchiostro quando viene attaccato e così si stacca con un morso uno degli otto tentacoli, che si allontana emettendo una flebile bioluminescenza ed attirando a sé il predatore, consentendo al calamaro di salvarsi la vita. Molti pesci, come i ceratidi abissali, hanno una specie di asticella che si inarca partendo dalla testa con all'estremità un faretto che pende davanti ai loro occhi.
Alcune specie sono trasparenti, come il vetro: a che servirebbero mai i colori, negli abissi, dove la luce non riesce a filtrare? Al posto dei colori, nelle profondità gli animali ricorrono alla luce, come nel caso del calamaro gigante dana, che, cito testualmente, ha grandi organi luminosi su tutti gli otto tentacoli e quando caccia, normalmente in branco, tutte le luci possono lampeggiare contemporaneamente, tanto che la preda potrebbe credere di essere attaccata da un gigantesco addobbo natalizio.

Gli squali sono gli animali
di grandi dimensioni più
resistenti e adattabili che
l'evoluzione abbia mai creato.
(p. 274)
Strøksnses ha un amico di vecchia data, Hugo, il quale, pur non avendo mai mangiato un solo pezzo di pesce in vita sua, è un amante del mare e della pesca e, sulla scia di racconti sentiti durante l'infanzia, si è messo in testa di catturare uno squalo della Groenlandia ed ha trascinato nell'impresa il compare: è così che prende l'avvio questa avventura apparentemente insensata, dalla decisione - forse maturata in una serata più alcolica di altre - che costi quel che costi, cattureremo quel mostro vorace che ha centinaia di milioni di anni di evoluzione sulle spalle, una tossina potenzialmente letale nel sangue, i parassiti negli occhi, e i denti come quelli di una smisurata tagliola, solo molti di più.
Chiaramente, per imbarcarsi in una simile impresa è indispensabile un'imbarcazione (eh! Eh! Eh!) e... cosa può esserci di meglio di un piccolo gommone, quasi senza chiglia e gonfiato con una pompa a pedale?

Non vi svelo nulla di questa avventura né men che meno della sua conclusione, ma, se amate il mare ed i suoi abitanti, vi invito a leggere questo romanzo che, come già preannuncia il titolo, è ben più che il solo racconto di una caccia un po' sconclusionata.

Titolo: Il libro del mare
Autore: Morten A. Strøksnses
Traduttore: Francesco Felici
Editore: Iperborea
Anno di edizione: 2017
Codice ISBN: 9788870914795