martedì 18 settembre 2018

Cosa c'è dietro un saluto

Ricevo sul cellulare il messaggio di un genitore più o meno di questo tenore: "Mio figlio vuole fare M.M.A. Fate questi corsi?".
Rispondo: "Innanzitutto buongiorno" e poi proseguo dando stringate informazioni. 
Forse posso essere sembrata scortese al genitore, che si sarà sentito apostrofato dal mio richiamo neppure tanto velato, quasi certamente mi avrà trovata pedante se non un'immane rompicoglioni. Probabile.
Ma salutare non è solo segno di buona educazione.
E non è un caso se, prima di iniziare una lezione di una qualsivoglia arte marziale, allievi e Maestri fanno il saluto.
Il saluto è, innanzi tutto, segno di rispetto. Sul tatami ed ovunque.
Salutare significa "ti vedo, ti riconosco nel tuo ruolo - di Maestro, di postino, di segretaria o di dentista non importa - ma soprattutto metto da parte per un istante l'io per dare importanza al tu".
Il buongiorno dato o non dato, dunque, non è solo un saluto, ma un sintomo. Chi non riesce a scendere dal proprio piedistallo neppure per il breve istante necessario a dire - o scrivere - questa parolina difficilmente saprà dimostrare rispetto negli altri aspetti della vita, che si tratti di accettare le indicazioni del Maestro o di rispettare la fila alla cassa del supermercato, come di onorare la scadenza di un pagamento o dare la precedenza ad un segnale di stop lungo la strada. 
Quindi, no, un saluto mancato non è solo un saluto mancato. Non per me, non per noi dell'Accademia Marziale Saronno, non per chi crede e promuove certi valori.

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