domenica 4 dicembre 2016

Intervista esclusiva a Wander Braga

Il giornalismo è così: ti prende e non ti molla più. 
Per me, almeno, è così. 
Avevo otto anni quando scrissi il primo tema e la mia maestra disse ai miei genitori che avevo uno stile giornalistico sorprendente, una spiccata propensione alla cronaca. Da allora ho saputo che avrei fatto la giornalista. Punto. 
E così è stato, in effetti, per diversi anni. Fino a quando il vizio di mangiare mi ha convinta che fosse meglio cercarsi un lavoro che venisse retribuito, se non profumatamente, almeno in modo dignitoso. 
Ma il giornalismo è così: ti prende e non ti molla più. 
Mi aveva presa fin da bambina e quel seme della cronaca aveva continuato a crescere dentro di me, anno dopo anno, incurante del fatto che non lo annaffiassi regolarmente in una redazione né lo concimassi con l'iscrizione all'albo nazionale. 

Non stupisce, dunque, se trovandomi alla presenza di un pluri campione di livello mondiale quale Wander Braga (otto volte campione di Vale Tudo, due volte campione di King of the Cage, Campione Mondiale No Gi dei pesi leggeri nel 2008, Campione europeo dei pesi medi IBJJF nel 2013, tanto per citare alcuni dei titoli da lui conquistati, ndt), pur rotolandomi a terra sotto la sua supervisione nel tentativo di apprendere i rudimenti del Brazilian Jiu Jitsu, le fronde del giornalismo abbiano cominciato a solleticarmi l'animo, spingendomi a chiedergli un'intervista esclusiva. 
Quella che trovate qui di seguito. 

V: Come ti sei avvicinato alle arti marziali?
W: Quando avevo circa dieci anni, in Brasile c'erano parecchi bulli e mia mamma decise di farmi fare arti marziali così che potessi imparare a difendermi. A dodici anni circa, un mio amico che faceva BJJ mi disse: "Perché non provi anche tu a fare Brazilian Jiu Jitsu?": ho provato, me ne sono innamorato e non l'ho lasciato più. Crescendo, ho avuto l'opportunità di allenarmi con Rickson Gracie e sono molto orgoglioso e grato per aver avuto questa possibilità. 

Keanu Reeves con il Gi, una delle molte star che praticano BJJ
V: Qual è la situazione attuale del Brazilian Jiu Jitsu nel mondo?
W: Al momento il BJJ sta avendo un enorme successo negli Stati Uniti, perché è stato scelto da molte star di Hollywood sia per girare film, sia per essere praticato nella vita reale. Non solo viene praticato da grandi esperti marziali di altre discipline, come ad esempio Dan Inosanto e Chuck Norris (rispettivamente mostri sacri del Kali Escrima e del Karate, ndt), ma anche da star come Ashton Kutcher, Demi Lovato, Mel Gibson, Dustin Hoffman, Edward Norton, Nicholas Cage... Le scene d'azione del film "John Wick", con Keanu Reeves, sono tutte BJJ puro e lui si è allenato con i Machado. 
Inoltre il Brazilian Jiu Jitsu è considerato il top per l'autodifesa, al momento, negli Stati Uniti, tanto che i Marines ed il LAPD (Los Angeles Police Department, ndt) si allenano in questa disciplina. Anche in altre parti del mondo il BJJ è molto apprezzato sia dalle forze speciali, che da eserciti e da personale addetto alla sicurezza: io stesso tengo seminari specialistici in Libano ed Angola, ad esempio. 

V: Ci hai dato una chiara immagine del BJJ in ambito di autodifesa e persino nel contesto dello star system, ma dal punto di vista sportivo qual è secondo te il miglior atleta al momento in circolazione?
W: Secondo me Marcus Almeida Buchecha è uno dei migliori combattenti di BJJ agonistico del panorama mondiale, al momento.  

V: Torniamo per un attimo negli USA. Tu hai disputato e vinto molti combattimenti di MMA ed insegni anche questa disciplina; tempo fa ci fu una polemica di risonanza mondiale circa la pratica delle MMA da parte dei bambini negli Stati Uniti, che ne pensi al riguardo?
W: Domanda interessante, grazie. Non penso che la pratica delle MMA sia una buona scelta per dei bambini piccoli, sia perché il loro corpo non è ancora adeguatamente formato, sia perché non lo è la loro mente. Io non farei mai combattere i miei figli (ha due figli adolescenti, un maschio ed una femmina, ndt) nelle MMA, sebbene siano ormai piuttosto grandi, mentre non avrei niente in contrario se volessero praticare il BJJ. C'è un'enorme differenza tra lo sport e l'arte marziale. Se un bambino di sette anni fa MMA ed incontra un bullo, il suo pensiero è "lo anniento!"; se un bambino della stessa età pratica BJJ o arti marziali ed incontra un bullo, prende tempo, lo controlla, se aggredito non eccede nella difesa. Credo siano questi i valori da trasmettere ai bambini, non certo quelli della sopraffazione e dell'annientamento. 

V: C'è un messaggio che vorresti dare agli italiani, praticanti o meno arti marziali?
W: Questa è una buona domanda (sorride). Se non conoscete il Brazilian Jiu Jitsu, trovate un istruttore vicino a casa vostra e cominciate a praticarlo. Meglio ancora se si tratta di un istruttore del Team Braga. 

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