martedì 30 agosto 2016

Arti marziali e fede cristiana, si può fare?

Lutte de Jacob avec l'Ange, particolare.
Eugène Lacroix (1858 ca.)
Già in passato mi ero trovata a cercare di dare spiegazioni su come fosse possibile coniugare l'essere cristiano con il praticare arti marziali, soprattutto se si intende l'essere cristiano come una autentica adesione alla fede in Cristo ed al suo messaggio e non soltanto come una tradizione di famiglia o un'abitudine che spinge ad entrare in chiesa la domenica o almeno a Natale.
Ebbene, credo sia importante innanzi tutto dire che per me essere cristiana implica ricercare la pace, evitare lo scontro, tentare la via della mediazione, ma questo non significa l'essere pavidi, timorosi o candidati a divenire vittime sacrificali. 

La vita è il dono più grande che Dio ci concede ed è mio dovere cercare di preservarla.

E nelle sacre scritture non mancano riferimenti, anche molto espliciti, alla lotta.
L'Arcangelo Michele è il "principe delle milizie celesti", ad esempio, colui che precipitò il ribelle Lucifero agli inferi. Ed è lui a comparire, indossando un'armatura, al centro del trittico del Giudizio Universale realizzato da Hans Memling attorno al 1470.
Trittico del Giudizio Universale, Hans Memling (1470 ca.)
Scendendo dal cielo e venendo alla praticità terrestre, Giacobbe combatté contro un angelo di Dio affinché questo lo benedicesse e facesse di lui una nazione (Gen 32, 24-34); anzi, dalla ferita riportata dall'umano si potrebbe presumere che il messaggero celeste gli avesse rifilato una bella tibiata.
Restando nella Bibbia, nell'Ecclesiaste: "Per ogni cosa c'è il suo momento, il suo tempo per ogni faccenda sotto il cielo. C'è un tempo per nascere e uno tempo per morire, un tempo per piantare e un tempo per sradicare le piante. Un tempo per uccidere e un tempo per guarire, un tempo per demolire e un tempo per costruire [...] Un tempo per amare e un tempo per odiare, un tempo per la guerra e un tempo per la pace [...]" (Ecc 3, 1-8).
E ancora, nel libro dei Salmi troviamo le parole più che esplicite pronunciate da Davide: "Benedetto il Signore, mia roccia, che addestra le mie mani alla guerra, le mie dita alla battaglia. Mia grazia e mia fortezza, mio rifugio e mia liberazione, il mio scudo in cui confido [...]" (Sal 143, 1-2).
Certo, queste parole fanno tutte parte dell'Antico Testamento.
Gesù, venuto a perfezionare la legge, nel Vangelo secondo Matteo dice: "Avete inteso che fu detto: Occhio per occhio e dente per dente; ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi se uno ti percuote la guancia destra, tu porgigli anche l'altra; e a chi ti vuol chiamare in giudizio per toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello" (Mt 5, 38-39). E per questo vi rimando a Lo schiaffo e l'altra guancia.

Nessun commento:

Posta un commento