domenica 14 febbraio 2016

Un amore bestiale

Un bacio tra ara giacinto.
Se pensate che gli esseri umani siano gli unici a scambiarsi doni quando si innamorano, vi sbagliate di grosso. Nel mondo animale, per la verità, è anzi molto frequente che il maschio offra doni alla femmina con la quale desidera accoppiarsi ed il motivo, se ci pensate, è del tutto logico: deve dimostrare alla potenziale partner di essere un soggetto valido, capace di provvedere alle esigenze della prole. 

Gli uccelli, in particolare, sono maestri nell'arte del dono. Il maschio di martin pescatore (Alcedo atthis), ad esempio, pesca piccoli pesci che porge a colei che spera diventi la sua compagna, mentre all'altro capo del globo, in Nuova Guinea ed Australia, il maschio di uccello giardiniere (Ptilonorhynchiadae) non solo si preoccupa di costruire il nido che ospiterà la compagna e la prole, ma, per conquistare la femmina, raccoglie ogni genere di dono che possa essere per lei gradevole alla vista o al gusto, adornandone la dimora. 
Un uccello giardiniere davanti al nido, colmo di semi e cibo.
Foto: Bernard Van Elegem
Purtroppo, in tempi recenti, la maleducazione e lo scarsissimo rispetto ambientale hanno fatto sì che anche quelle remote foreste si riempissero di rifiuti e così è capitato che i ricercatori si imbattessero in nidi "decorati" con tappi di plastica, pezzi di lattine ed altre porcherie. 
I "baci" che questi animali si scambiano, così come gli ara giacinto della mia foto a inizio post, hanno lo scopo primario di far sì che il maschio passi il cibo alla femmina, ma fanno parte del rituale di accoppiamento e servono anche per rinsaldare il legame di coppia, proprio come avviene con i baci tra gli esseri umani. 
Va anche detto che gli uccelli prendono molto sul serio la faccenda dell'amore: molti di loro, infatti, si accoppiano per la vita, come accade ad esempio per le aquile o, più banalmente, per le tortore dal collare ed i piccioni tanto comuni anche nelle nostre città (in realtà non c'è nulla di romantico in tutto ciò: gli uccelli tendono ad essere monogami in quanto sia il maschio che la femmina si occupano dei piccoli).

I mammiferi sono decisamente più libertini - dal momento che è la sola femmina, allattando, a prendersi cura della prole - e sono piuttosto rari quelli che si scelgono un partner "finché morte non li separi". Due esempi "estremi" di libertinaggio sono offerti dall'elefante marino e dal bonobo. 
L'elefante marino (Mirounga angustirostris) è un possente bestione appartenente alla famiglia delle foche, può arrivare a misurare cinque metri di lunghezza per 1800 Kg di peso e gli esemplari più forti e poderosi riescono a mettere insieme un harem di un centinaio di femmine; il "cugino" leone marino di Steller (Eumetopias jubatus), oggi piuttosto raro, non raggruppa le femmine in veri e propri harem, tuttavia è fortemente territoriale ed ama anch'egli sollazzarsi parecchio con quante più compagne possibile, spesso oltre una trentina, radunate sulla "sua" fetta di spiaggia.
I bonobo (Pan paniscus) invece sono dei primati scoperti soltanto di recente (1929), piuttosto simili agli scimpanzé, e devono la loro notorietà al fatto che incarnano alla perfezione il motto "fate l'amore, non fate la guerra". Gli scienziati, infatti, hanno notato che questi animali si accoppiano non soltanto a fini riproduttivi, ma anche per festeggiare - ad esempio, in cattività, quando veniva loro somministrato il cibo - e persino per placare gli istinti aggressivi. Insomma: se qualcosa non funziona a dovere nel gruppo, invece di strepitare, urlare e lanciarsi oggetti, i bonobo fanno sesso. In tutte le varianti possibili, evitando solamente i rapporti tra consanguinei stretti.
Sul versante opposto, tra i monogami, meritano senza dubbio di essere menzionati i lupi (Canis lupus) e le volpi (Vulpes vulpes), che creano legami estremamente saldi e duraturi. I lupi, in particolare, pur vivendo in branchi sono guidati da un unico maschio alfa, leader, che si accoppia con la femmina alfa e questa coppia è l'unica a generare una prole, che viene accudita dall'intero branco, costituito spesso da zii e zie  (per un approfondimento raccomando la lettura di "Mai gridare al lupo").
Al termine di questa breve carrellata di "amori bestiali" che altro potrei dire? Forse che, se non siete soddisfatte del regalo ricevuto per San Valentino, dovreste ringraziare il cielo di non essere ippopotami (Hippopotamus amphibius): tra questi animali, infatti, il maschio, una volta individuata una possibile compagna, fa pipì e defeca allo stesso tempo, spruzzando il tutto con la coda e cercando di colpire con questo "dono" la femmina.
... Scommetto che adesso il regalo ricevuto dal vostro innamorato vi sembra di colpo più bello...

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