giovedì 28 gennaio 2016

Jessica Jones... Déjà vu

Jessica Jones solleva con una sola mano il "cattivo"
Sollecitata - e solleticata all'idea - da @SerieSeria su Twitter, ho dato un'occhiata a Jessica Jones, serie recentemente approdata su Netflix e tratta da fumetti Marvel.
Il mio compito, se così si può chiamare, era quello di valutare i combattimenti che vedevano come protagonista la super investigatrice privata dall'oscuro e tormentato passato, ma, com'è prevedibile, le scene di combattimento vanno inquadrate in un contesto più ampio. 

Jessica fa balzi fenomenali, sfonda le pareti a mani nude, ferma le auto trattenendole per i parafanghi... tutto normale per un super eroe Marvel, certo, ma anche tutto già visto. Se avete superato i trent'anni e se condividete il mio interesse per film d'azione ed arti marziali ricorderete certamente "Dark Angel", serie tv made in USA con protagonista Jessica Alba nei panni della mutante Max Guevara. Creata in laboratorio - insieme a molti altri - nel tentativo di ottenere il soldato perfetto, Max faceva balzi fenomenali, sfondava le pareti a mani nude, fermava le auto trattenendole per i parafanghi. Il tutto con una buona quindicina di anni d'anticipo su Jessica Jones.

Max Guevara solleva con una sola
mano il cattivo. Déjà vu...
Jessica, più ancora di Max, accentua i traumi subiti in passato con un comportamento estremo a base di sesso, droga e... no, niente rock'n'roll, lei preferisce ubriacarsi. 
Storia che non brilla per originalità (a cominciare dai genitori morti in un incidente stradale, vedi Iron Man; proseguendo poi con il contatto con sostanze tossiche e/o radioattive, vedi Hulk, Uomo Ragno e Fantastici Quattro), corredata da scene d'azione ovviamente eccessive che, però, sanno immancabilmente di "già visto" (sebbene, questa volta, fuori da casa Marvel: sia in Dark Angel, sia in Hancock, senza contare che quest'ultimo è un supereroe parecchio affezionato alla bottiglia e dedito ad alzare il gomito, proprio come la Jones). 
Con toni cupi e noir alla Sin City, ma senza ricalcarne la genialità, neppure nella meno pregevole versione cinematografica.
Se proprio vogliamo trovarci un lato positivo, possiamo dire che per la prima volta nella sua storia un colosso del calibro della Marvel mette a fuoco una tematica scottante come la violenza sessuale - e psicologica! - sulle donne. Ma, a parte questo, la trama non offre guizzi particolari.

E quando la trama è moscetta, che si fa? Si piazzano un paio di dettagli piccanti, un po' di sesso qua e là, tanto per tener svegli gli spettatori. Ecco: diciamo che basterebbe vedere quanto sesso fa la tormentata Jessica nelle prime puntate per capire che, grazie, ma non è questo il genere d'azione cui speravo di assistere. 
Certo, nessuna difficoltà ad ammettere che Krysten Ritter, che interpreta JJ, è oggettivamente un bel pezzo di figliola e con la sua recitazione riesce a dare il giusto spessore al personaggio, psicologicamente impegnativo (ma, anche qui, non che Jessica Alba fosse da meno, sia come interprete che come bella figliola).

Kilgrave - grazie al cielo - nella serie non è così
L'unica vera scossa mi è stata data da David Tennant, ex Doctor Who e qui odiosissimo super cattivo che avrei preso volentieri a badilate in faccia. Giusto perché sono un animo pacifico. 
Inquietante, subdolo e visceralmente perfido al tempo stesso, Tennant riveste magistralmente i panni del super villain. Sentiti ringraziamenti, poi, a costumisti, truccatori, produzione e a tutti coloro che hanno deciso che Kilgrave potesse essere abbastanza orrendo e detestabile anche così, grazie alla sceneggiatura ed alla interpretazione di Tennant, senza bisogno di tingergli la faccia di porpora.
Tralasciando l'Uomo Porpora, dal momento che è impossibile parteggiare per lui - che è veramente troppo, troppo, troppo odioso - il poco che ho visto di Jessica Jones ha avuto un solo pregio: richiamarmi alla mente Dark Angel, la cui prima serie era davvero notevole e, quella sì, originale (e qui potete vedere un po' di sani pestaggi, alcuni realistici, altri palesemente "potenziati"). 

Dal punto di vista puramente marziale*, non posso far altro che dissentire da quanto affermato da @SerieSeria nel suo tweet: le scene d'azione sono, a parer mio, platealmente esagerate, ma è una scelta giustificata dal fatto che a menar le mani è pur sempre un super eroe, seppur donna. La velocità con cui vengono eseguiti gli scambi rende spesso difficile apprezzarli dal punto di vista tecnico e, naturalmente, va segnalata la pecca originata dal fatto che Krysten Ritter non risulta essere praticante di arti marziali né di discipline da combattimento e, di conseguenza, è altamente probabile che le scene di azione siano state coreografate come una danza e nulla più. Ma, trattandosi di una serie dalla "marzialità fantasiosa", questo forse è il minore dei mali.

Qui trovate la mia recensione di un'altra serie: Black Sails.

*Ricordate: in ambito di film e serie tv parlo di arti marziali intendendole nel loro significato di arte del combattimento, l'ars pugnandi di romana memoria, e non di discipline marziali specifiche e codificate.

Nessun commento:

Posta un commento