lunedì 19 ottobre 2015

I Nativi Americani

Generale B. Grant, artigiano dell'argento
ed artista. Cherokee.
"La storia la scrivono i vincitori": questa frase, attribuita da più fonti al gerarca nazista Göring, trova drammatica conferma nei fatti quando si cerca di indagare la storia del popolo americano. Quello originario, intendo, quello dei nativi americani.
Secondo studi effettuati - ovviamente a posteriori - è stato stimato che, quando gli europei misero piede nelle Americhe nel Quindicesimo secolo solcando l'oceano sulle rotte di Cristoforo Colombo, queste fossero già abitate da oltre 50 milioni di persone, 10 milioni delle quali stanziate nell'area divenuta gli odierni Stati Uniti. Col passare del tempo questi migranti europei ed i loro discendenti presero a premere da sud-est, avanzando sempre più nell'entroterra americano, uccidendo - con malattie e vere e proprie guerre armate - milioni di americani; stando a quanto riportato dal sito History, l'Ufficio di Statistica statunitense ha stimato che ad oggi ci siano circa 4,5 milioni di Nativi Americani e di Nativi dell'Alaska negli Stati Uniti, pari a circa l'1,5% dell'intera popolazione.

Il giovane artista Ginew Benton. Ojibwe.
Filmaker, cantante e ballerino.
"La storia la scrivono i vincitori", dicevamo, e questo è ancora più vero nel caso dei nativi americani che, decimati dagli immigrati europei, non avevano una cultura scritta ma tramandavano la propria lingua e le proprie tradizioni oralmente. Nel tentativo di tenere traccia dei diversi gruppi, gli antropologi ed i geografi hanno suddiviso i nativi in "aree culturali", riunendo insieme gruppi geograficamente vicini che condividono alcune caratteristiche; si sono così ottenuti dieci "macro gruppi": gli Artici, i Subartici, i nativi del Nordest, quelli del Sudest, quelli della Pianura, quelli del Sudovest, i nativi del Grande Bacino, quelli della California, della Costa Nordoccidentale e quelli degli Altipiani.

L'assenza di una cultura scritta ha fatto sì che per alcuni secoli, attraverso i libri prima ed i film poi (comunque realizzati dai "vincitori" o dai loro discendenti), gli "indiani" fossero descritti soltanto come sanguinari assassini, massacratori di donne e bambini indifesi. Solo negli ultimi decenni l'immagine dei Nativi Americani è stata rivalutata, ma troppo spesso pare ancora lontana dall'essere oggettiva ed oscilla tra quella degli spietati assassini del passato e quella dei fricchettoni newage.

Giovani ballerine Cree di Pianura.
Saskatchewan First Nations Pow Wow.
Nel mese di ottobre, negli odierni Stati Uniti viene celebrato il Columbus Day, occasione per ricordare quando il navigatore genovese approdò sulle sponde di quelle che credeva essere le Indie, ma anche per festeggiare l'orgoglio di essere discendenti di quei primi, veri americani. A New York da anni è attivo un gruppo no profit, creato da artisti ed educatori Nativi Americani lì residenti, con lo scopo di divulgare al grande pubblico il proprio patrimonio culturale attraverso canti, danze, rappresentazioni teatrali e lavori artistici: il Red Hawk Council (di cui fanno parte sia Generale B. Grant che Ginew Benton).
Inoltre sono diversi i Pow Wows organizzati nel corso dell'anno in diversi punti degli USA.

Per approfondire:

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