giovedì 19 febbraio 2015

Arte, hooligans, vandali e sdegno italico

La Barcaccia dopo la "visita" degli hooligans olandesi
L'occasione è stata la partita di calcio da disputarsi allo stadio Olimpico tra Roma e Feyenoord, squadra olandese che è calata in città con circa 500 "tifosi" che si sono premurati, prima di sedere al loro posto sugli spalti, di mettere a ferro e fuoco la Città Eterna, sorta di novelli barbari, danneggiando anche la Barcaccia, fontana dei Bernini sotto Trinità de' Monti. E su internet ed in tv è commovente vedere quanti amanti di questa opera d'arte vi siano! Una cosa oltre ogni aspettativa, davvero! Perchè adesso tutti a puntare il dito contro gli olandesi, che evidentemente tanto puliti e ordinati non sono, o contro i tifosi di calcio, definiti in alcuni tweet come "minus habens" e via di seguito. Un'indignazione incredibile!

Alcune delle reazioni su Twitter
(cliccate per ingrandire)
E infatti credibile non è. Perchè viene da chiedere dove stanno tutti questi indignati quando loro stessi, o i loro figli, gettano cartacce a terra, abbandonano bottiglie vuote dove capita, insudiciano monumenti con scritte che nulla hanno di artistico e imbrattano case e negozi con le bombolette spray. Dov'è l'indignazione? Com'è che funziona, che va bene se a sporcare, insudiciare ed imbrattare siamo io o i miei figli, ma guai se lo fa qualcun altro? 
Non sono stati gli hooligans olandesi nel 1998 a rompere la fontana dei Fiumi, nè nel 2004 a far scempio della fontana delle Api; non sono stati i tifosi del Feyenoord a compiere atti vandalici sulla fontana della Navicella nel 2005 e sulla stessa Barcaccia nel 2007, nè a danneggiare la fontana dei Navigatori nel 2010 e la fontana del Moro nel 2011.

Quello con le fontane sembra essere un appuntamento fisso per i vandali di mezzo mondo, inclusi i nostrani sedicenti - quanto discutibili - "artisti", come ad esempio quel tale autoproclamatosi post-futurista Graziano Cecchini che nell'ottobre del 2007 ha avuto la "geniale" idea di buttare un secchio di colorante rosso nella fontana di Trevi e che l'anno successivo ha replicato lanciando 500 mila palline di plastica colorata sommergendo Piazza di Spagna; nessun danno, almeno in questo caso, per i monumenti, che comunque hanno richiesto un esborso piuttosto consistente per essere ripuliti.
Perchè, ironia della sorte, proprio la stessa mattina del 19 febbraio, prima che avvenisse il "fattaccio degli hooligans", su Rai Uno una trasmissione ha parlato del costo degli atti vandalici e sapete a quanto ammontano? Su, azzardate una cifra, provate ad indovinare: quanto possono costare alla collettività - quindi a tutti noi - le scritte lasciate sui monumenti ed i muri delle città e quelle incise sui finestrini dei mezzi pubblici, gli adesivi appiccicati sui monumenti o sulle panchine e via dicendo? Ottocento milioni di euro. Ogni anno. 
Como, Monumento ai Caduti. I vandali
scrivono con pennarelli sulla
pietra Aurisina del Carso
Nella sola Milano, tra carrozze della metropolitana danneggiate, finestrini rotti, sedili distrutti e scritte varie, nel 2010 ATM (l'azienda dei trasporti pubblici locali) ha speso circa 6 milioni di euro, gran parte dei quali proprio per rimuovere le scritte fatte con bombolette spray e pennarelli, per i quali occorre una particolare procedura molto costosa. E Trenord, dal canto suo, ha stimato in 8 milioni di euro l'anno i danni causati dai vandali sulle vetture dei treni e nelle stazioni, vandali che - almeno nel recente caso finito su Youtube e balzato agli onori della cronaca - non erano olandesi nè men che meno extracomunitari, nè tifosi di calcio e neppure di pallacanestro.  E non c'erano gli hooligan nè partite di calcio il 10 febbraio a Como, quando ho fotografato le scritte sul Monumento ai Caduti, opera del razionalismo lariano basata su uno schizzo del futurista Antonio Sant'Elia, studiata dagli architetti di tutto il mondo e puntualmente imbrattata, dopo ogni ripulitura, da idioti nostrani.

Quindi, signore e signori, ben venga il giusto biasimo per gli hooligans che devastano Roma, ma, per favore, facciamo un po' di sana autocritica su quello che è il nostro comportamento nel quotidiano, come suggerisce il tweet di Domenico XXXXX (tuteliamo la sua privacy) sul caso #RomaFeyernoord: "Ho un dubbio: ma i romani indignati sono gli stessi che trattano la loro città come una latrina?".

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