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Como è una città affacciata sulle sponde del Lario, su "quel ramo di lago di Como" che volge pur sempre a Mezzogiorno sebbene non fu teatro del contrastato amore di Renzo e Lucia manzoniano, ma ciò non toglie che sia ricca di storia e fascino.
Lo storico Plinio il Vecchio, celebre cittadino comasco, fa risalire - in accordo con Catone il Censore - la fondazione della città agli Orobi (sebbene in posizione diversa rispetto all'attuale centro cittadino, in un'area più spostata verso l'odierno quartiere di Prestino, più lontano dalle acque e, di conseguenza, dalle zanzare che all'epoca potevano veicolare malattie mortali); incerta è anche l'ubicazione del Comum oppidum, il centro comasco conquistato dai Romani nel 196 a.C., mentre sicuro è che Giulio Cesare, in vista di una probabile espansione in terra transalpina, rifondò la città chiamandola Novum Comum e facendovi insediare 5.000 coloni, 500 dei quali di origine greca. Poi il Medioevo, con le invasioni dei Goti prima e dei Longobardi poi, e la guerra decennale in epoca Comunale che vide contrapposta la città alle forze armate di Milano, ed è impossibile ignorare l'alleanza che Como strinse con Federico Barbarossa, imperatore che ricostruì la città distrutta dalla furia milanese e riedificò le mura difensive con l'imponente Porta Torre che ancora oggi accoglie i visitatori.
Dal punto di vista architettonico, Como conserva tracce del suo passato, dagli antichi edifici cittadini di epoca comunale fino alle espressioni del Razionalismo Lariano, passando per gli esempi del Neoclassicismo come la celebre Villa Olmo e le chiese Romaniche come quella di San Fedele, a due passi dalla sede del Comune, il centro cittadino è un fiorire di stili architettonici che si susseguono in modo armonioso e piacevole.
Sommando a tutto questo il buon cibo della cucina italiana ed un clima mite, oltre ad incredibili scorci paesaggistici, Como avrebbe tutte le carte in regola per essere una città turistica e, infatti, tale è nelle sue ambizioni, eppure c'è chi ha pensato bene di privarla di una delle sue caratteristiche più peculiari ed apprezzate: il lungolago.
Per la sua particolare collocazione, Como è da sempre soggetta ad esondazioni del lago; in caso di prolungato maltempo, quando le piogge rigonfiano i fiumi che si riversano nel Lario, le acque esondano ed arrivano ad invadere Lungo Lario Trento e Piazza Cavour. Si tratta di un fenomeno spiacevole, che causa disagi alla circolazione stradale ed ai commercianti i cui bar e negozi si affacciano su Piazza Cavour, ma, proprio come l'acqua alta a Venezia, è anche un fenomeno del tutto naturale.
E, proprio come per l'acqua alta a Venezia, anche per Como è stato escogitato un sistema che avrebbe dovuto proteggere la città dalle esondazioni: là il MOSE, qui le paratie. I lavori, iniziati nel 2008 sotto la Giunta comunale capitanata dall'allora Sindaco Stefano Bruni, avrebbero dovuto terminare nel 2011 e costare 15 milioni di euro ma, come illustra l'immagine in apertura, la conclusione dell'opera è ancora ben lontana, nessuno dei tre lotti dei lavori è stato ancora completato e, nel frattempo, i costi sono lievitati in modo esorbitante, raggiungendo la ragguardevole cifra di 27 milioni di euro nell'ottobre del 2013. Intanto i turisti che quotidianamente raggiungono la città con i treni delle Ferrovie Nord, il cui capolinea è situato all'interno della stazione realizzata sul finire del 1800 a pochi metri dal lago, e si avviano verso Piazza Cavour per poi, da lì, andare ad ammirare il Duomo ed il palazzo del Broletto, percorrono Lungo Lario Trento avendo alla loro sinistra il lungolago in versione "Bruni's style".
E le cose avrebbero anche potuto andare peggio se un pensionato - il quale, secondo la miglior tradizione, osservava il procedere dei lavori nel cantiere - non avesse notato e denunciato nel 2009 che si stava costruendo un muro alto 2 metri e mezzo e lungo 120 per risparmiare una piazza dalle esondazioni, un muro che avrebbe tolto per sempre la vista del lago dal cuore della città. Il Comune si vide costretto a fare marcia indietro, smantellando quel figliolo acquatico del muro di Berlino, ovviamente sobbarcandosi le spese per la demolizione (spese che, trattandosi di opera pubblica, vennero di fatto ripartite sulle spalle dei contribuenti).
Da allora l'ex calciatore comasco Gianluca Zambrotta prima e l'Associazione Amici di Como poi si sono prodigati affinchè almeno la parte di cantiere più prossima ai Giardini del Lungolago Mafalda di Savoia tornasse ad essere fruibile dai comaschi e piacevole per i turisti: così è nata la versione "Amici di Como's style", sempre nell'immagine di apertura.
Nel mentre Sacaim, la società che si è aggiudicata l'appalto per le paratie e che non a caso ha eseguito anche i lavori per il MOSE, ha inviato al Comune - che nel frattempo ha "cambiato gestione", passando ad una Giunta di centro sinistra guidata dal Sindaco Mario Lucini - la richiesta di pagamento di ulteriori 11 milioni di euro e la Corte dei Conti indaga su quello che potrebbe rivelarsi soltanto un colossale sperpero di denaro pubblico.
Per approfondire:
- La Provincia di Como: "Como, muro e paratie. Corte dei Conti alla stretta finale" (23 giugno 2014)
- La Provincia di Como: "Paratie, come è spuntato il muro dei soldi" ( 23 giugno 2014)
- Il Giorno: "Corte dei Conti contro le paratie: buttati nel lago 21 milioni" (7 maggio 2012)
- Il Corriere della Sera: "Il Lungolago di Como riapre grazie all'erba sintetica di Zambrotta" (23 giugno 2011)
- Qui Como: "Appalto rifiuti e paratie, la direzione antimafia chiede i documenti al Comune di Como" (29 settembre 2010)
- La Provincia di Como: "Paratie, il progettista tradito: Cambiato tutto senza dircelo" (24 settembre 2009)
- Amici di Como
Lo storico Plinio il Vecchio, celebre cittadino comasco, fa risalire - in accordo con Catone il Censore - la fondazione della città agli Orobi (sebbene in posizione diversa rispetto all'attuale centro cittadino, in un'area più spostata verso l'odierno quartiere di Prestino, più lontano dalle acque e, di conseguenza, dalle zanzare che all'epoca potevano veicolare malattie mortali); incerta è anche l'ubicazione del Comum oppidum, il centro comasco conquistato dai Romani nel 196 a.C., mentre sicuro è che Giulio Cesare, in vista di una probabile espansione in terra transalpina, rifondò la città chiamandola Novum Comum e facendovi insediare 5.000 coloni, 500 dei quali di origine greca. Poi il Medioevo, con le invasioni dei Goti prima e dei Longobardi poi, e la guerra decennale in epoca Comunale che vide contrapposta la città alle forze armate di Milano, ed è impossibile ignorare l'alleanza che Como strinse con Federico Barbarossa, imperatore che ricostruì la città distrutta dalla furia milanese e riedificò le mura difensive con l'imponente Porta Torre che ancora oggi accoglie i visitatori.
Linee essenziali, materiali innovativi e marmi simmetrici: la Piscina Sinigaglia, un esempio di Razionalismo Lariano |
Villa Olmo, neoclassica, oggi è sede di mostre e convegni |
Sommando a tutto questo il buon cibo della cucina italiana ed un clima mite, oltre ad incredibili scorci paesaggistici, Como avrebbe tutte le carte in regola per essere una città turistica e, infatti, tale è nelle sue ambizioni, eppure c'è chi ha pensato bene di privarla di una delle sue caratteristiche più peculiari ed apprezzate: il lungolago.
Per la sua particolare collocazione, Como è da sempre soggetta ad esondazioni del lago; in caso di prolungato maltempo, quando le piogge rigonfiano i fiumi che si riversano nel Lario, le acque esondano ed arrivano ad invadere Lungo Lario Trento e Piazza Cavour. Si tratta di un fenomeno spiacevole, che causa disagi alla circolazione stradale ed ai commercianti i cui bar e negozi si affacciano su Piazza Cavour, ma, proprio come l'acqua alta a Venezia, è anche un fenomeno del tutto naturale.
E, proprio come per l'acqua alta a Venezia, anche per Como è stato escogitato un sistema che avrebbe dovuto proteggere la città dalle esondazioni: là il MOSE, qui le paratie. I lavori, iniziati nel 2008 sotto la Giunta comunale capitanata dall'allora Sindaco Stefano Bruni, avrebbero dovuto terminare nel 2011 e costare 15 milioni di euro ma, come illustra l'immagine in apertura, la conclusione dell'opera è ancora ben lontana, nessuno dei tre lotti dei lavori è stato ancora completato e, nel frattempo, i costi sono lievitati in modo esorbitante, raggiungendo la ragguardevole cifra di 27 milioni di euro nell'ottobre del 2013. Intanto i turisti che quotidianamente raggiungono la città con i treni delle Ferrovie Nord, il cui capolinea è situato all'interno della stazione realizzata sul finire del 1800 a pochi metri dal lago, e si avviano verso Piazza Cavour per poi, da lì, andare ad ammirare il Duomo ed il palazzo del Broletto, percorrono Lungo Lario Trento avendo alla loro sinistra il lungolago in versione "Bruni's style".
Un'esondazione del lago di Como, nel 2010 |
Da allora l'ex calciatore comasco Gianluca Zambrotta prima e l'Associazione Amici di Como poi si sono prodigati affinchè almeno la parte di cantiere più prossima ai Giardini del Lungolago Mafalda di Savoia tornasse ad essere fruibile dai comaschi e piacevole per i turisti: così è nata la versione "Amici di Como's style", sempre nell'immagine di apertura.
Nel mentre Sacaim, la società che si è aggiudicata l'appalto per le paratie e che non a caso ha eseguito anche i lavori per il MOSE, ha inviato al Comune - che nel frattempo ha "cambiato gestione", passando ad una Giunta di centro sinistra guidata dal Sindaco Mario Lucini - la richiesta di pagamento di ulteriori 11 milioni di euro e la Corte dei Conti indaga su quello che potrebbe rivelarsi soltanto un colossale sperpero di denaro pubblico.
Per approfondire:
- La Provincia di Como: "Como, muro e paratie. Corte dei Conti alla stretta finale" (23 giugno 2014)
- La Provincia di Como: "Paratie, come è spuntato il muro dei soldi" ( 23 giugno 2014)
- La Provincia di Como: "Paratie, pozzo senza fondo" (20 giugno 2014)
- Ciao Como (Video): "Paratie: un'altra estate senza lago a Como" (20 giugno 2014)
- Ciao Como (Video): "Paratie: un'altra estate senza lago a Como" (20 giugno 2014)
- Il Giorno: "Quelle paratie mai terminate. Milioni gettati nel lago di Como" (5 ottobre 2013)
- Il Giorno: "Il nuovo lungolago riparte con tre cantieri" (17 maggio 2013)- Il Giorno: "Corte dei Conti contro le paratie: buttati nel lago 21 milioni" (7 maggio 2012)
- Il Corriere della Sera: "Il Lungolago di Como riapre grazie all'erba sintetica di Zambrotta" (23 giugno 2011)
- Qui Como: "Appalto rifiuti e paratie, la direzione antimafia chiede i documenti al Comune di Como" (29 settembre 2010)
- La Provincia di Como: "Paratie, il progettista tradito: Cambiato tutto senza dircelo" (24 settembre 2009)
- Amici di Como
Rispondo qui al tuo commento perché l'ho cancellato per sbaglio:
RispondiEliminagrazie per il commento e per i complimenti