lunedì 26 maggio 2014

Dall'immondizia nasce una casa

"Pazzo", "visionario", "strambo" sono solo alcuni degli aggettivi - e nemmeno tra i peggiori, nel mondo dell'edilizia e non solo - che sono stati utilizzati nel corso degli anni per descrivere Michael Reynolds, architetto statunitense che progetta e realizza case coi rifiuti.
Lattine di birra per le mura, vecchi copertoni d'auto per garantire la coibentazione, bottiglie di vetro per realizzare una sorta di variopinto vetrocemento che assicura l'illuminazione dei locali... 
Il progetto di Reynolds parte da lontano, quando, nel 1969, già architetto, iniziò a pensare a come gli "scarti" della società potessero essere reimpiegati in modo utile ed ecologico: "Mio padre era lattaio - ha dichiarato in un'intervista - non avevamo molti soldi e in famiglia si cercava di usare e riusare qualunque cosa prima di buttarla via; questo ha senza dubbio influenzato il mio lavoro. Avevo scelto architettura perchè mi piaceva disegnare, ma tante cose non mi tornavano nel modo in cui, poi, venivano costruite le case"; così, dal desiderio di "far tornare le cose", è sorta nel 1972 la Thumb House, la prima casa ecosostenibile realizzata con uno speciale impasto di terra cruda, lattine di birra ed intonaco overlay.

Dalla continua ricerca di Mike e dal suo instancabile impegno nella bioarchitettura prendono vita le prime Earthship, le "navi della terra", case che si integrano perfettamente nella natura e che con questa vivono in simbiosi: realizzate con rifiuti come lattine di alluminio e bottiglie di vetro e materiali naturali come paglia, terra e legno, sono autosufficienti ed indipendenti da ogni punto di vista.
Grazie alla particolare conformazione del tetto, raccolgono l'acqua piovana in cisterne di accumulo dove viene depurata ed in seguito utilizzata per fini alimentari e sanitari; non necessitano di riscaldamento, assicurato dall'energia solare, nè di impianti di raffrescamento, sostituiti da tubi metallici che mettono in comunicazione i diversi ambienti dell'abitazione, garantendo un continuo ricircolo d'aria interno/esterno e tra i locali; le acque reflue, vengono convogliate per irrigare le piante della serra, dove si coltivano gli ortaggi per uso alimentare ed in cui avviene anche la fitodepurazione. E l'autonomia per quanto riguarda l'energia elettrica è assicurata dai pannelli fotovoltaici.

Geniale per alcuni, folle visionario per altri, Reynolds non ha avuto vita facile, tanto che si è visto anche revocare la licenza di architetto dal Consiglio di Stato del New Mexico, riconquistata soltanto dopo 17 anni.

Quando, nel dicembre del 2004, un terribile tsunami colpisce le coste dell'Indonesia e dell'intero sud est dell'Asia, arrivando a coinvolgere con la sua violenza anche le coste del Kenia e della Somalia e causando migliaia di vittime, Michael mette insieme una squadra di volontari e parte per portare aiuto alla popolazione. Nascono così le prime abitazioni Phoenix che, come la mitologica fenice, risorgono dalle proprie ceneri: dalla devastazione delle coste, dalle montagne di detriti si raccolgono vetri, plastica, bambù e si costruiscono case in grado di resistere a terremoti del nono grado della scala Richter e completamente indipendenti come le "tradizionali" Earthship.
(Per approfondire: Garbage Warrior)

2 commenti:

  1. il tuo blog è sempre pieno di cose interessanti...sei incredible Vivib! Sei fantastica :D GRAZIE per aver condiviso anche questa notizia pazzesca! Non conoscevo il lavoro di quest'uomo, spero che possa nel suo piccolo grande lavoro rivoluzionare la vita di tanti.

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    1. Zion, grazie a te per tutti questi complimenti! Sono contenta che la storia di questo architetto ti sia piaciuta e mi unisco a te nella speranza che la sua idea rivoluzionaria ed estremamente green possa contagiare molti professionisti del settore.

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