sabato 5 aprile 2014

Perchè mangiamo i maiali e non i cani?

Il cibo è elemento culturale. Una popolazione che ha un passato comune, vive in uno stesso territorio, ha lingua e tradizioni condivise è accomunata anche dal cibo, che diviene così elemento distintivo ed unificatore della comunità. E separatore da altre etnie. Verosimilmente un francese non mangerebbe carne di foca, piatto prelibato presso gli Inuit, ed allo stesso modo è probabile che un Inuit si rifiuterebbe di mangiare lumache o fegato d'oca. 
Cucina e cultura - intesa nel senso più ampio del termine - vanno a braccetto e non è molto sensato, dunque, scagliarsi contro i cinesi "colpevoli" di mangiare cani a meno che non si accetti di essere a propria volta accusati da altre etnie di essere degli incivili che mangiano buoi, maiali e cavalli. Se noi occidentali non mangiamo i cani, infatti, è soltanto perchè li riteniamo animali da compagnia, ma in altre culture questi animali vengono allevati appositamente per essere macellati e finire in padella, proprio come da noi avviene per maiali, mucche, polli... E come il concetto di "animale da compagnia" sia estremamente elastico lo dimostrano milioni di persone che convivono con conigli, ratti domestici, cavie, maiali, polli, ed anche personaggi famosi come, ad esempio, George Clooney che ha vissuto per 18 anni con Max, un maiale, o Mario Balotelli, anche lui felice proprietario di un maialino, o Tori Spelling con la sua capretta ed il suo pollo o, ancora, Reese Whiterspoon che possiede due asinelli.

La carne animale è carne animale: da un punto di vista scientifico, chimico, non c'è grande differenza tra una tagliata di manzo e una tagliata di alano, tra una costoletta d'agnello ed una di golden retriver, ciò che fa la differenza è lo schema mentale che ci siamo costruiti dei diversi animali - uno schema mentale supportato dalla cultura di appartenenza - che fa sì che pensiamo ad alcuni animali come a compagni di vita e ad altri come cibo.
Da qui parte Melanie Joy nel suo "Perchè amiamo i cani, mangiamo i maiali e indossiamo le mucche", libro che analizza il nostro rapporto con gli animali e le motivazioni psicologiche e culturali della "dittatura della consuetudine", ovverosia di quel sistema che ci porta a mangiare animali semplicemente perchè "le cose stanno così". Delle due immagini che trovate qui e che riportano i tagli di carne di un cane e di un manzo, certamente una vi avrà lasciato indifferente mentre l'altra no. Perchè? Entrambi sono animali, mammiferi, quadrupedi; entrambi hanno intelligenza, personalità, sentimenti. Entrambi, infine, sono animali domestici. Ma sono stati allevati per fini differenti e proprio qui ecco che torna il "così stanno le cose" che la psicologa e sociologa Melanie Joy analizza.

Questo non è un libro per vegetariani e vegani; questo è un libro per chi, non vedendo mai mandrie di mucche al pascolo nei nostri prati, si domandi da dove arrivi quella carne che troviamo distribuita nei supermercati, ad esempio. E' un libro per chi si chieda quale costo economico comporti l'allevamento di animali destinati alla macellazione. E' un libro per chiunque abbia delle curiosità circa i sistemi di allevamento e di macellazione degli animali che finiscono sulle nostre tavole e per chi si è posto delle domande quando tg e giornali hanno parlato di mucca pazza, aviaria, febbre suina. Ed è un libro che, come molti altri, ho acquistato alla Pagina 18, libreria che ancora una volta mi sento di raccomandare per l'ampissima scelta di titoli "fuori dagli schemi" e per le smisurate competenza e simpatia dei librai. 
Intervistando i vari protagonisti dell'industria della carne, esaminando le cifre dei suoi profitti e dei suoi disastri ambientali, Melanie Joy mette in luce gli effetti collaterali sulle "altre" vittime: chi lavora negli allevamenti intensivi e nei mattatoi industriali di ogni latitudine, i consumatori sempre più esposti a rischi di contaminazione alimentare e all'insalubrità.

Autore: Melanie Joy
Traduzione: Alma Massaro e Paola Sobbrio
Editore: Sonda
Anno d'edizione: 2012 (ed. italiana)

Molto interessante, per chi volesse approfondire e contestualizzare il problema in ambito italiano, questa puntata di PresaDiretta

4 commenti:

  1. La domanda è, perch'è mangiate i cadaveri degli animali !

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    1. Petrus, la scelta è personale. E, come scrivo nel post, dietro un piatto ci sono tradizioni, abitudini, cultura... Io faccio le mie scelte, ma non mi sento di condannare quelle altrui.
      Grazie per la visita e per il commento.

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    2. perchè mangiarli da vivi sarebbe crudele

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    3. Anonimo, credo che da vivi sarebbe anche molto, ma molto più difficile per noi esseri umani. Prova ad azzannare una mucca al pascolo e poi mi saprai dire...

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