giovedì 28 novembre 2013

Simona Galassi vuole il Mondiale prima del ritiro

La pluricampionessa di pugilato Simona Galassi tornerà a calcare il ring per cercare di portare in Italia il titolo Mondiale di pugilato. Ormai è ufficiale: il contratto è stato siglato e la "Regina di Romagna" volerà a Stoccarda per incrociare i guantoni, il prossimo 7 dicembre, con la campionessa tedesca Susi Kentikian.

La combattente teutonica ha dalla sua la giovane età - 26 anni, contro i 41 dell'avversaria - ed un nome di battaglia capace di intimorire: Killer Queen. Simona, dal canto suo, ha già in passato dato prova di saper gestire le avversarie più giovani facendo affidamento sulla sua grande esperienza di pugilatrice, oltre che su un talento indiscutibile. Fuori dubbio anche l'approccio che le due combattenti metteranno nella sfida: rude picchiatrice la Kentikian, fine boxeur attenta allo stile la Galassi. 

Sul suo sito ufficiale la campionessa di Bertinoro, che pare ormai decisa a dare l'addio alle competizioni, scrive di sentirsi "come una che non ha nulla da perdere e tanto da guadagnare, soprattutto sul fronte personale, e questa forza psicologica voglio riversarla tutta sul ring": i presupposti per un incontro davvero avvincente ci sono dunque tutti, soprattutto perchè, al di là delle dichiarazioni pre match, Simona ha già iniziato da tempo la dura preparazione in vista dell'incontro ed è ormai caricatissima sia fisicamente che moralmente.

"Desideravo combattere per un'ultima volta per un titolo mondiale - racconta Simona sul suo sito ufficiale - e volevo regalare questo tentativo ai miei tifosi; Cristian Cherchi ha fatto di tutto per assicurarmi questa opportunità e oggi sono veramente felice e motivata".
Insomma: c'è da star certi che il 7 dicembre le due "Regine" - la "Regina Assassina" e la "Regina di Romagna" - offriranno agli appassionati uno spettacolo sportivo davvero degno del titolo Mondiale.

lunedì 25 novembre 2013

Disabili e arti marziali, si può fare!

E' nato nel Regno Unito il progetto KickStart 100 che mira a rendere il Karate una disciplina sempre più accessibile anche alle persone diversamente abili.
Si tratta indubbiamente di una buona notizia, che fa ben sperare per l'inserimento sempre più completo e a tutto tondo dei disabili nella vita di tutti i giorni: se fino a qualche decennio fa, ad esempio, era impensabile che un disabile potesse laurearsi o rendersi autonomo lavorando, oggi si può dire che questo non fa più notizia, mentre ancora resta da fare per quanto riguarda l'inserimento nel mondo dello sport e, in particolare, nei cosiddetti "sport minori".

Ora la Disability Karate Federation ha dato il via a questa iniziativa che, come dicevamo, interessa la Gran Bretagna ed il Regno Unito e prevede corsi dedicati interamente a persone con difficoltà di apprendimento, arti amputati, non vedenti o su una sedia a rotelle; per quanti si trovano nell'impossibilità di sferrare calci - presenti nella pratica del Karate - sono state studiate tecniche marziali alternative.

La vera novità introdotta da KickStart 100 consiste nell'essere organizzata in ambito nazionale, dal momento che non mancano certo esempi di disabili che praticano con soddisfazione e successo diverse discipline marziali: in Germania, ad esempio, è piuttosto celebre Andreas Sappl che, su una sedia a rotelle in seguito ad un incidente stradale, non solo ha continuato a praticare il Taekwondo raggiungendo il 4° Dan, ma ha anche adattato questo stile alle sue nuove esigenze, codificando così una disciplina di autodifesa per disabili estremamente valida. Da noi in Italia una ragazza ipovedente, Lucia Polin, ha frequentato con profitto i corsi del P.A.D., il Programma Autodifesa Donna del Kung Fu T'Ienshu, ed ha raccontato la sua  esperienza, mentre il T'Ienshu viene praticato da un bambino con la sindrome di Down e da uno con difficoltà motorie. In questi casi, a differenza da quanto proposto da KickStart 100, gli allievi disabili non vengono inseriti in classi speciali ma integrati nei normali corsi di Kung Fu T'Ienshu o di P.A.D., ovviamente tenendo conto delle loro particolari esigenze ed adattando all'occorrenza le varie tecniche marziali così che possano eseguirle nel migliore dei modi.

Qui di seguito, un filmato di Andreas Sappl

giovedì 21 novembre 2013

Vive senza un soldo dal 2008, squattrinato e felice

Mark non è un homless, nè un disperato che ha fatto "di necessità virtù": laureato in Economia, ha liberamente scelto di intraprendere una sfida contro il comune pensare e, dal 2008, vive senza un soldo nella campagna inglese.

Ben prima del crollo finanziario dei mercati, Mark Boyle, 34 anni ed una laurea in economia, ha deciso di provare a vedere se nel 21esimo secolo, in cui tutto pare ruotare attorno al denaro, fosse possibile vivere senza avere uno stipendio, nè un conto corrente, nè risparmi sotto il materasso. Così ha mollato il lavoro ed è andato a vivere in una roulotte, chiaramente non di sua proprietà ma donatagli da un amico. L'unico acquisto fatto prima di intraprendere questa avventura, che agli occhi di molti può sembrare a dir poco pazzesca, è un pannello fotovoltaico, costatogli 430 euro. Poi, più nulla.

Oggi Mark coltiva e raccoglie frutta e verdura in una fattoria del Somerset, una contea sud-occidentale dell'Inghilterra; non percepisce uno stipendio e vive di ciò che la terra produce, oltre che della generosità delle persone che approvano, e cercano di sostenere a loro modo, questa singolarissima scelta di vita iniziata quasi per scommessa. "Un mio amico ed io eravamo in un pub e stavamo parlando di tutti i problemi del mondo - racconta Boyle - come ad esempio lo sfruttamento della manodopera, la distruzione dell'ambiente, gli allevamenti industriali, la sperimentazione animale e le guerre per le risorse energetiche ed ho capito che erano tutti, in un modo o nell'altro, collegati al denaro. Quindi ho deciso di rinunciare ai soldi".
Detto, fatto. Da allora Mark vive senza una sterlina in tasca. Vegetariano già da prima di intraprendere quest'avventura, si nutre di ciò che coltiva, produce elettricità con il pannello solare acquistato tempo addietro, ha un telefono cellulare che ovviamente non ricarica e col quale può soltanto ricevere chiamate ed un notebook che alimenta ad energia solare.

Ciò che sorprende maggiormente di Mark, forse, è la sua straordinaria normalità: ha una famiglia nella quale ha trascorso un'infanzia serena, genitori che inizialmente lo hanno preso per matto, una fidanzata... La normale vita di un trentaquattrenne, ma senza il becco di un quattrino. Ma come si può vivere senza soldi? Tanto per cominciare, iniziando a ridurre gli acquisti: se non compri, non servono soldi: "Ho fatto un elenco di tutto ciò che avevo comperato e ho cercato di capire come avrei potuto ottenere alcune cose in altro modo", spiega Mark che, ad esempio, ha sostituito il comune dentifricio con una mistura di ossi di seppia e semi di finocchio ed invece del detersivo industriale utilizza un sapone ricavato cuocendo frutta secca.

L'idea-scommessa di Mark era di riuscire a vivere per un anno senza denaro, ma la sua nuova vita da "no money man" l'ha talmente soddisfatto da portare avanti questa scelta molto più a lungo e, da buon laureato in economia, non si è sottratto dall'analizzare in modo lucido e scientifico la situazione: "Non vediamo più la ripercussione che i nostri acquisti hanno sulle persone, sull'ambiente e sugli animali - spiega - I gradi di separazione tra consumatore e consumo sono aumentati così tanto che siamo completamente all'oscuro dei livelli di sofferenza e distruzione determinati dalle cose che compriamo. E lo strumento di questa separazione è il denaro. Se coltivassimo da soli ciò che mangiamo, di certo non avremmo un terzo dei rifiuti che abbiamo oggi; se costruissimo con le nostre mani le sedie ed i tavoli che abbiamo in casa, di certo non li butteremmo se andassimo a vivere in un appartamento diverso. Se dovessimo pulire la nostra acqua potabile, probabilmente non la inquineremmo". E così via. 

L'esperienza di questo giovane è anche divenuta un libro, "The Moneyless Man", che ha avuto un buon successo e che ha preceduto la pubblicazione del "The Moneyless Manifesto", pubblicato di recente. Ma allora... i soldi provenienti dalle vendite di questi libri, che fine fanno? Il sogno è quello di costruire una casa-solare nel Devon e, realizzato questo, riprendere la vita senza quattrini: persino il matrimonio, già in programma con la fidanzata, dovrà essere rigorosamente senza budget. 

mercoledì 20 novembre 2013

Gli gnocchi? Al forno sono ottimi!

Quando fuori inizia a far freddino, non c'è nulla di meglio di un buon piatto caldo per riappacificarci col mondo intero. E questa pietanza sembra fatta apposta per riconciliarci con l'universo, perchè è di una semplicità tale che è impossibile non provarla ed è talmente buona che, garantito, farà spuntare un sorriso anche sul viso più tirato.
L'ingrediente base sono ovviamente gli gnocchi di patate: potete trovarne ricette splendide sui blog di cucina come il famosissimo Giallozafferano o Cookaround o altri, ma se bazzicate da queste parti è perchè non avete molto tempo a disposizione e quindi vi vanno benissimo anche gli gnocchi del pastificio o quelli industriali, quindi diamo per scontato che gli gnocchi già li avete. Bene, teneteli da parte e ignorateli mentre preparate il sugo, che tanto quelli in una manciata di minuti cuociono! 
Per il sugo serve della passata di pomodoro buona - se avete quella "vera", fatta in casa nei nostri paesi del soleggiato sud è una delizia! - da far cuocere a fuoco lento con un gustoso soffritto di sedano, carota e cipolla. Poi non possono mancare dei formaggi assortiti: sbirciate cosa avete in frigo e mettete insieme ciò che riuscite a racimolare, purchè uniti dal comune denominatore che tutti, ma proprio tutti, devono fondersi alla perfezione, diventando belli filanti. Tagliateli a dadini e, nel frattempo, fate bollire l'acqua per gli gnocchi.
Quando gli gnocchi sono cotti e vengono a galla, scolateli e passateli in una pirofila condendoli con il sugo preparato in precedenza e circa i 3/4 del formaggio tagliato a cubetti, mescolando ben bene affinchè si amalgami il tutto. Poi cospargete la superficie con il formaggio rimasto ed una generosa spolverata di grana grattugiato ed infornate a 120° sino a quando il formaggio non sarà completamente fuso ed avrà iniziato a formare una golosa crosticina. A questo punto non resta altro da fare che togliere dal forno, portare in tavola e gustare.
Vi è già spuntato il sorriso? Beh, non a caso si dice "ridi, ridi che la mamma ha fatto gli gnocchi". 

sabato 16 novembre 2013

Autodifesa e antiscippo, un incontro a Saronno

Vi siete persi lo stage di autodifesa e, soprattutto, care signore e signorine, vi siete perse lo stage open di antiscippo (metodo P.A.D., Programma Autodifesa Donna) che si è tenuto a Saronno oggi, a partire dalle 16? Che dire? Arrangiatevi!
Stavolta niente resoconto. Chi vuol sapere come si fa, alzi il culo e venga in palestra, così come hanno fatto e continuano a fare le persone DAVVERO interessate a difendere se stesse e i propri beni. 

giovedì 14 novembre 2013

Kung Fu nazionale a Saronno

Quasi ci siamo: ancora pochi giorni e il Maestro Fondatore del Kung Fu T'Ienshu arriverà nella città degli amaretti! Tutto è ormai pronto ad accoglierlo e lui ha voluto offrire a tutti i saronnesi, anche a chi non pratica nè ha mai praticato arti marziali, la possibilità di incontrarlo e conoscere lui e questo stile di Kung Fu.
Sabato 16 novembre, infatti, si terrà uno Stage Open - ovverosia aperto a chiunque, anche e soprattutto a chi non pratica arti marziali - al quale il Maestro parteciperà in prima persona, mostrando e spiegando tecniche di autodifesa a chiunque lo desideri; sarà inoltre possibile, per chi magari già pratica arti marziali o discipline da combattimento, rivolgergli domande tecniche. Lo Stage Open inizierà alle 15.00 e si svolgerà nella palestra dell'ITIS Riva (via Carso, 6 - Saronno). Possono partecipare anche i bambini, purchè di età superiore agli 8 anni e accompagnati dai genitori. E' necessario presentarsi in tuta e con scarpe da ginnastica. Per maggiori informazioni contattate il 3388857054 o lo 029692129.
A seguire, si terranno gli Stage di aggiornameno ed avanzamento tecnico/applicativo del Programma Autodifesa Donna e quello riservato ai praticanti più esperti di Kung Fu T'Ienshu. La domenica, poi, incontri di aggiornamento ed avanzamento riservati ad istruttori e Maestri. Tutti questi Stage hanno rilevanza nazionale ed ai partecipanti verrà rilasciato un attestato firmato dal Maestro Fondatore.

lunedì 11 novembre 2013

Ruba mele e noci, pensionato denunciato

La sensazione, spiacevole, è quella di vivere in un Paese rovesciato, un Paese in cui chi lavora perde diritti a beneficio di chi raggira o fa la voce grossa.
Recentemente la cronaca ha riportato la vicenda di un'amministratrice di condomini che nel Comasco è... scappata col bottino: centinaia di migliaia di euro, pare, derivanti dalle bollette e dalle tasse che i residenti di Cernobbio, Maslianico e Tavernola pagavano regolarmente e che lei, invece di versare, ha intascato e, verosimilmente, fatto sparire oltre confine in Svizzera. Scomparsa lei, scomparsi i soldi, restano i condomini onesti e turlupinati, che si ritrovano ora migliaia di euro di debiti sul groppone.
E il dato più sconfortante, forse, è che l'opinione pubblica tende quasi a lodare questa ladra, così scaltra da far fesse decine di persone oneste, invece di condannarla. Un'Italia capovolta, dicevamo, in cui bene e male hanno perso il loro senso, un Paese in cui si loda il disonesto e ci si accanisce con l'onesto, condannato a fare la figura del povero fesso.

Rubare è sbagliato. Lo dicono le regole morali, civili e religiose. Se ve ne infischiate delle une, magari vi importerà delle altre. Rubare è sbagliato. Punto.
Ma se rubare migliaia di euro di tasse e bollette è deprecabile, forse è più comprensibile e giustificabile rubare un panino per fame. Probabilmente è questo ciò che ha pensato un pensionato di Imperia che, a inizio novembre, si è infilato alcune noci in tasca: era all'interno del supermercato Eurospin della città, ha messo nel sacchetto di plastica alcune mele, le ha pesate e poi ne ha aggiunte altre. Ed ha anche afferrato una manciata di noci e se le è infilate in tasca. Bottino totale: 4 euro circa.
Ma gli è andata male: colto sul fatto, è stato denunciato dai dirigenti del supermercato, che hanno fatto intervenire le forze dell'ordine, le quali non hanno potuto far altro che verbalizzare l'accaduto. Secondo quanto emerso, e riportato dall'ANSA, l'uomo avrebbe agito "spinto dalla fame" - ipotesi piuttosto verosimile, considerata la natura della merce sottratta - ma l'evidente bisogno del pensionato non ha trattenuto gli alti papaveri dell'Eurospin dallo sporgere denuncia.

L'Italia sta attraversando un periodo di crisi profonda e, al di là delle strumentalizzazioni e delle letture che di volta in volta ne danno i diversi partiti politici a seconda del proprio tornaconto, la realtà vera emerge dalla cronaca: una cronaca che ci racconta di piccoli imprenditori che non riescono più a pagare gli operai, che per loro sono come una famiglia, e piuttosto che licenziare scelgono di suicidarsi; una cronaca che ci parla di famiglie in cui entrambi i genitori perdono il lavoro e si ritrovano a vivere in auto con i propri bambini, perchè una casa non l'hanno più; una cronaca che ci riporta storie di pensionati che, nel migliore dei casi, aiutano i figli quarantenni precari dando loro una paghetta come facevano quando erano ragazzini e che, nel peggiore dei casi, si ritrovano costretti a rubacchiare al supermercato, troppo orgogliosi per chiedere l'elemosina o andare alla Caritas.
Proprio le diverse Caritas diocesane sparse sul territorio italiano hanno evidenziato che, a differenza del passato, ora non sono più soltanto gli immigrati a rivolgersi a loro per un pasto caldo o un paio di pantaloni, ma sono sempre più numerosi gli italiani che si incolonnano davanti ai centri di distribuzione. E recentemente Coldiretti ha stimato che quest'anno gli italiani che non potranno permettersi pranzi e cenoni di Natale saranno oltre 4 milioni, il 10% in più rispetto allo scorso anno (vale a dire un povero in più ogni 10 persone), mentre dalla stessa ricerca Coldiretti-Ixè emerge che ci sono 428.587 bambini indigenti con meno di 5 anni d'età.
La medesima indagine mette anche in luce come, però, sia aumentata la solidarietà: dal 2007 al 2012 il numero di italiani che ha aiutato, con volontariato e donazioni, i concittadini meno fortunati è aumentato del 22%. Una solidarietà che, a quanto pare, non ha sfiorato neppure lontanamente il supermercato di Imperia.
Rubare è sbagliato, lo è sempre e comunque, ma forse perdere completamente il senno e smarrire la propria umanità di fronte ad un anziano bisognoso è peggio.

mercoledì 6 novembre 2013

Arancini di riso special per "Orientaleggiamo"

Pensavate che la raccolta fosse già finita, eh? E invece no! A sorpresa ecco che mi sbuca fuori la Gatina con una ricetta... da leccarsi i baffi felini: arancini di riso a modo suo.

Perchè "a modo suo"? Perchè si tratta di una ricetta vegetariana, nella quale non troverete neppure la minima traccia del ragù siciliano mentre a soddisfare il palato ci sarà comunque una gustosa sorpresa.

Tanto per restare in termini di sorpresa, io qui accanto inserisco la foto originale del piatto, giusto per farvi venire l'acquolina in bocca, e di seguito vi propongo soltanto gli ingredienti; vi rimando poi alla ricetta di Gata da Plar, così potrete leggere anche il suo bel post scritto sull'onda dei ricordi che accompagna questa preparazione in cui, sembra quasi inutile evidenziarlo, a farla da padrone è sua signoria il riso.
E, siamo sinceri, esiste forse un alimento più... orientale? 

Ingredienti: 
  • 200 gr di riso parboiled integrale
  • 1 cucchiaio di shoyu bio
  • pane grattugiato q.b.
  • olive piccole saporite in salamoia
  • origano secco bio
  • 1 cucchiaio raso di semi di sesamo nero bio
  • olio evo q.b.
La preparazione è lunghetta e piuttosto laboriosa, ma senza dubbio il risultato ripaga di ogni fatica, quindi non mi rimane altro da fare che inserire qui accanto il logo della raccolta "Orientaleggiamo" e... continuare ad aspettare fiduciosa altre vostre ricette! Buon appetito!

domenica 3 novembre 2013

Rachid il fenomeno (non da baraccone)

L'Ingegnere Rachid Khadiri Abdelmoula - foto La Stampa
Rachid è un ingegnere, anzi, come scrive lui è Ingegnere, con la "I" maiuscola. E' un ragazzo marocchino di 27 anni e si è laureato in Italia, dove vive ormai da anni. Cosa c'è di strano, di fenomenale in tutto questo? Ormai sono migliaia ogni anno i giovani che vengono a studiare nel nostro Paese, grazie a programmi come "Erasmus" e simili. Vero, ma Rachid in Italia non ci è venuto grazie a una borsa di studio o un programma interculturale; Rachid in Italia ci è arrivato come "vu' cumprà".

Vendeva accendini e braccialetti lungo le strade di Torino di giorno, studiava di notte. Così si è laureato in Ingegneria al Politecnico. Grazie ad una volontà incrollabile, una forza straordinaria; grazie alla fiducia in sè, nelle proprie capacità e nel suo sogno di "fare l'Ingegnere con la cravatta". Un sogno talmente importante da portare questo giovane marocchino a dire di no al "Grande Fratello".

Quando la storia di Rachid Khadiri Abdelmoula è diventata di pubblico dominio, pubblicata prima sul quotidiano "La Stampa" di Torino e rimbalzata poi ovunque grazie al tam tam dei social network, la fama sembrava ormai a portata di mano, infatti il giovane marocchino è stato contattato dalla Endemol, la società di produzione del "Grande Fratello". Ma lui, Rachid, ha dimostrato ancora una volta la propria eccezionalità dicendo "No, grazie"; fenomeno sì, fenomeno da baraccone no.

Ora gli amici gli fanno i conti in tasca e gli danno del pazzo, gli ricordano che un Ingegnere affermato guadagna 2 o 3 mila euro al mese mentre una star della tv decine di migliaia a volte anche grazie solo a un' "ospitata", ma lui la sua decisione l'ha presa e, da buon torinese d'adozione, l'ha comunicata a tutti scrivendo una lettera al quotidiano locale "La Stampa": "Anche se gli autori del reality hanno insistito perchè partecipassi all'edizione 2014 del Grande Fratello, ho detto no. No, senza ripensamenti. Perchè? Se avessi voluto diventare famoso avrei scelto il DAMS - scrive - Ma io non sono per queste cose. I miei valori sono altrove. Non mi riconosco neanche un po' in una trasmissione che non trovo seria ed educativa". E per rispondere a chi gli chiede come si vede tra dieci anni risponde: "Spero di aver svoltato. Non in uno studio televisivo, ma in uno di progettisti". 
Chapeau.