martedì 10 aprile 2012

Negli ospedali, col Kung Fu contro il tumore


Il Kung Fu come coadiuvante delle terapie mediche nella lotta al tumore: è questo l'indirizzo preso da diverse strutture ospedaliere italiane, in cui sono iniziati dei corsi di arti marziali a titolo sperimentale.

A Roma, ad esempio, ha preso il via l'attività dei volontari della "Kids Kicking Cancer Italia Onlus", che si propone l'obiettivo di aiutare i bambini ricoverati all'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù a "dare un calcio al cancro" attraverso la pratica delle arti marziali.
Quando ad essere colpito dalla malattia è un bambino, riuscire a garantirgli una vita il più possibile normale è parte integrante della cura: ecco perchè i dirigenti dell'ospedale romano hanno accolto con favore la proposta di collaborazione della Onlus italiana, assicurando ai piccoli pazienti la posibilità di fare movimento e sport anche tra le mura del centro oncologico.

L'iniziativa ha avuto un successo tale che si è pensato di estenderla anche ad altri bambini e così i volontari della "Kids Kicking Cancer" hanno iniziato ad insegnare arti marziali anche ai piccoli affetti da fibrosi cistica e da altre patologie croniche. Sul sito web dell'organizzazione nonprofit statunitense si legge che questa aiuta i bambini con il cancro a gestire lo stress e il dolore legati alla malattia e alle terapie attraverso insegnamenti personalizzati impartiti da marzialisti cinture nere; attraverso esercizi di respirazione, rilassamento e meditazione, i bambini che partecipano ai nostri programmi imparano a gestire il dolore e ad affrontare con coraggio, determinazione e serenità la malattia.

A Vicenza, invece, è il Tai Chi Chuan ad essere praticato come coadiuvante nel trattamento anti tumorale. Questa disciplina del Kung Fu cinese viene praticata da millenni in Estremo Oriente ed è ritenuta una sorta di pratica per l'eterna giovinezza: non a caso tra i più fulgidi esempi di nonna praticante il Tai Chi troviamo l'ultracentenaria Rebecca Lanier...


I movimenti lenti, l'attenzione alla respirazione, la concentrazione per eseguire gli esercizi nel modo corretto fanno sì che la mente dei praticanti sia allontanata dai pensieri quotidiani e le persone raggiungono in questo modo uno stato di perfetta armonia tra corpo e mente, conquistando momenti di serenità e calma, importantissimi per chiunque e ancor più indispensabili ai malati oncologici.

Certa delle indubbie proprietà benefiche di questa disciplina orientale, l'Associazione Oncologica San Bassiano Onlus ha pensato di offrire la possibilità di praticare il Tai Chi ai malati di cancro ed è così stato contattato il Maestro Maurizio Mantesso, che ha subito accettato l'importante incarico, mettendosi gratuitamente a disposizione ed offrendo la propria pluriennale esperienza a favore dei malati.

La pratica costante degli esercizi ha dimostrato di avere effetti molto positivi sia per il sistema nervoso che per quelli respiratorio e cardio circolatorio; la profonda compenetrazione mente/corpo che viene raggiunta dai praticanti, poi, si rivela molto utile per imparare a controllare e calmare i propri pensieri, affrontando con maggiore determinazione e consapevolezza la malattia.

7 commenti:

  1. Ho visto un servizio del telegiornale su questa cosa, che ho trovato fantastica.
    Concentrazione, attenzione al corpo e al respiro, leggi anche questo articolo comparso sul corriere

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  2. Molto interessante! L'Ospedale Bambin Gesù è davvero avanti! A mio nipote hanno diagnosticato immediatamente una rarissima infezione all'occhio che se non veniva presa in tempo avrebbe potuto avere effetti molto gravi.

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  3. che notizia bela! speriamo che sia insegnato con passione, cosicchè i pazienti piccoli e grandi ne traggano vero beneficio...meraviglioso!!!

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  4. Davvero una bellissima notizia. L'ho condivisa sul social network. Ciao!

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  5. @ Vale, bellissimo anche l'articolo che mi hai segnalato. In fondo, in questi casi, sembra proprio che la scienza stia solo riscoprendo conoscenze che la tradizione popolare custodisce e tramanda da secoli!

    @ Chiara, meno male che a tuo nipote è andata bene! In Italia si parla tanto di malasanità, ma, secondo me, bisognerebbe dare spazio sui giornali anche ai casi di eccellenza e di buonasanità.

    @ Zion, pare che gli insegnanti siano tutti atleti di decennale esperienza, tutti istruttori e cinture nere. E trovo bellissimo che persone che, ad esempio, potrebbero insegnare ciò che sanno con lezioni private lucrandoci su scelgano invece di fare volontariato in questo modo. :-)

    @ Elena, grazie!

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  6. Vivi, bellissime iniziative, mi vien da pensare di proporre qualcosa di analogo qui al Meyer (il pediatrico di Firenze).
    A presto!
    Walter

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  7. @ Walter, secondo me dovresti provarci. Certo, sono attività sperimentali, ma già solo per quella che è la mia (sig!) esperienza posso dire che in pediatria più attività di qualità si fan fare ai piccoli pazienti e meglio è. Un abbraccio!

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