giovedì 6 ottobre 2011

E se Lucia avesse ragione?



La Lucia a cui mi riferisco è la signorina Mondella, protagonista del romanzo "I promessi sposi" di Alessandro Manzoni. Quando, a scuola, un'eternità fa, avevo dovuto studiare questo romanzo l'avevo odiato di vero cuore - come gran parte delle cose non scelte ma imposte, del resto - e, per di più, la protagonista femminile mi stava davvero molto sulle scatole.

Per chi avesse i ricordi scolastici persino più annebbiati e lacunosi dei miei, vado a spiegarmi meglio: Lucia era una contadina, una ragazza semplice, che aveva deciso di convolare a nozze con Renzo, ma un signorotto locale si era invaghito di lei - non per amore, per semplice capriccio - e voleva farci i porci comodi suoi.

Lucia, credente e timorata di Dio, naturalmente rifugge queste profferte e vuol mantenersi pura per il suo Renzo e questo origina buona parte degli eventi narrati nel romanzo, a partire dal rifiuto del timoroso Don Abbondio di celebrare subito le nozze sino al rapimento di Lucia e via di seguito.

Il motivo principale per cui Lucia mi stava cordialmente sull'anima era originato dal fatto che lei continuasse ad affidarsi alla Provvidenza: tutte le parti del romanzo che la vedevano protagonista era come se veicolassero una sorta di messaggio pubblicitario subliminale o, se preferite, un mantra silenzioso che ripeteva all'ossessione "Dio vede e provvede, Dio vede e provvede, Dio vede e provvede...".

Per me, allora adolescente o giù di lì, il pensiero di una giovane donna che non agisse, non prendesse in pugno la situazione e non cercasse di cambiare con le proprie mani il destino era assolutamente inaccettabile. Incomprensibile e inaccettabile.

Poi sono cresciuta. Sono maturata o, forse, sono semplicemente invecchiata e, con lo scorrere del tempo, ho iniziato a rivalutare la Signorina Lucia Mondella. Innanzi tutto era necessario inserirla nel suo contesto temporale: un'epoca in cui le donne o andavano a monaca o si sposavano, preferibilmente cercando di ottenere un buon matrimonio che garantisse loro stabilità economica (cosa non facile dal momento che l'uomo era colui che produceva mentre la donna era "un peso", tanto che doveva portarsi la dote come sorta di "risarcimento" per il marito...).

Poi, sarà anche merito delle varie mazzate della vita, l'adolescente che voleva prendere in mano la situazione e gestire la propria esistenza si è trasformata in una persona che ha capito che ciò che possiamo davvero decidere, nella vita, è pochino. Certo, possiamo evitare di stare con le mani in mano e piangerci addosso, ma non possiamo decidere chi far entrare e uscire dalla nostra esistenza, ad esempio: persone che non ci frega niente di conoscere ci capitano tra i piedi, mentre amici preziosi ci lasciano. Possiamo decidere se lavorare sodo o se tirare semplicemente a campare, ma questo non ci garantisce il successo professionale (oggi, forse meno che mai). E via di questo passo.

Stai a vedere che la contadinotta Lucia, analfabeta o giù di lì, la sapeva già molto ma molto più lunga di me che, solo col passare degli anni, inizio finalmente a capire quanta saggezza ci sia dietro quel mantra lombardo del "Dio vede e provvede".

4 commenti:

  1. Secondo me nella vita possiamo scegliere se essere o meno felici. E non credo sia pochino!

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  2. Elena, hai ragione, ma molte cose sfuggono al nostro controllo. Poi indubbiamente sta a noi scegliere se affrontare ciò che ci accade con un sorriso o piangendoci addosso. Ciao!

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  3. Viviana, leggo solo oggi e per caso questo tuo "vecchio" post (forse nel 2011 ancora non conoscevo ancora il tuo blog)... condivido ogni parola, ma davvero. E condivido anche il commento di Elena, "possiamo scegliere se essere felici o meno", che non è poco, ma insieme a tutto quel che ci capita fuori dal nostro controllo, è una bella fatica gestire tutto. Lucia, alla fine dei conti, non aveva per niente torto.

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    1. Silvia, lieta che tu abbia scovato questo "vecchio" post ed abbia lasciato il tuo commento. In effetti Elena ha ragione: l'atteggiamento con cui affrontiamo la vita è solo una nostra scelta, ma, come fai giustamente notare tu, con tutto quello che accade nelle nostre esistenze indipendentemente dalla nostra volontà, non sempre è facile mantenere un atteggiamento positivo. E così ecco la "rivincita di Lucia", quell'affidarsi a Qualcuno di più alto che "vede e provvede", per piegarsi ma non spezzarsi sotto i fendenti dell'avverso destino.

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