mercoledì 14 aprile 2010

Morti sul lavoro: lettera aperta a sindacati e politici tutti



Vogliamo parlarne? Con un minimo di serietà, intendo.
Perchè non so come la pensino in merito CGIL, CISL, UIL e la miriade di associazioni sindacali minori che infestano il nostro territorio nazionale e pasteggiano con i soldi dei tesseramenti trattenuti dalle nostre buste paga, ma per me non è normale che ogni settimana ci siano almeno due o tre persone che muoiono di lavoro.
Da nord a sud, "isole comprese" come dicono le peggiori televendite, è un'ecatombe.

Nel caso qualcuno possa pensare alla "maledizione del 13", tengo a sottolineare che non solo ieri non era venerdì - quindi, esente da jella del giorno 13 - ma che pure negli altri giorni la tendenza muta ben poco: si va dall'operaio ucciso da un pistone a Pomezia all'imprenditore edile ucciso da una ruspa a Badesi, passando per l'agricoltore morto schiacciato dal proprio trattore in Trentino e l'operatore ecologico che ha perso la vita dopo essere caduto dal furgone, a Caronno Pertusella.
Ci sono gli incidenti, troppo spesso mortali, che si verificano nei cantieri edili, come quello avvenuto una settimana fa a Peschiera Borromeo o quello in cui ha perso la vita un operaio colpito da un pezzo metallico di una gru nel piacentino; c'è la caduta da un'impalcatura costata la vita ad un ingegnere nel ravennate. Ma non è solo nell'edilizia che si muore di lavoro, visto che non mancano neppure il pescatore che muore annegato, nè l'elettricista folgorato, nè il meccanico schiacciato dal mezzo che stava aggiustando, nè l'agricoltore schiacciato dal trattore o caduto da un albero.


Questi, credetemi, sono solo pochi esempi: se notate, infatti, risalgono tutti a un mese fa o poco più. Scavando più a fondo nel passato, solo il cielo sa cosa potrebbe mai emergere (qui intanto c'è una cronistoria dei suicidi legati al lavoro realizzata da Il Messaggero). Inoltre, qui parlo soltanto di morti: non ho neppure sfiorato l'altrettanto spinoso argomento relativo alle centinaia di infortuni ed incidenti non mortali che si verificano quotidianamente in cantieri, fabbriche, uffici e cave, campagne e tintorie, aziende e negozi. Incidenti che comunque hanno conseguenze e che, solo da inizio 2010, sono stati almeno 127 (fonte: ANMIL - Nella scheda vi sono ripetizioni, ma non si tratta di errori: nel caso del ferimento in seguito al deragliamento di un carrello sulla linea ferroviaria Genova-La Spezia, ad esempio, la dicitura è ripetuta 5 volte perchè sono stati coinvolti 5 operai).

E allora, fermo restando che è giusto tutelare gay, immigrati ed ex carcerati, che è sacrosanto garantire condizioni di lavoro umane ed etiche ai raccoglitori di banane, cacao e canna da zucchero, tutto ciò premesso: quand'è che il diritto al lavoro (che, se non vado errata, dovrebbe essere ancora menzionato nei Principi Fondamenteli della nostra Costituzione dalle parti dell'articolo quarto) verrà tutelato, garantito e messo in pratica anche per dei banalissimi eterosessuali non pregiudicati italiani?

14 commenti:

  1. Buongiorno Viviana...
    Quanti motivi di tristezza!
    E che motivi di seria riflessione potrebbero essere per chi è chiamato alla "missione" del fare politica.
    Ma certamente le mie sono pie illusioni. Perchè la politica non è vista come un servizio (ciò che DOVREBBE) ma come un'occasione per ottenere favori, scorciatoie, potere.

    In questi giorni sono poco presente.
    Domani e dopodomani sarò propria via e quindi ti auguro già un ottimo fine-settimana!
    Un bacio.

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  2. Questo tuo post riassume molto realisticamente la situazione storica, sociale e individuale che noi, nella nostra epoca, stiamo vivendo. Sono tematiche serie e delicate che andrebbero prese in considerazione da piu' ambiti dalla nostra rapppresentanza al governo. Non solo sindacalisti ma anche economisti, politici e quant' altro dovrebbero garantire prima di ogni altra cosa un ambiente sereno all' interno delle mura domestiche. Va da sè, infatti, che alzarsi di primo mattino sereni del fatto che il lavoro c'è e ci aspetta e che a fine giornata ci si dedicherà felici e soddisfatti alla propria famiglia o ai propri interessi produce sicuramente altre conseguenze dello svegliarsi di primo mattino e pensare alla zozzeria politica, economica e amministrativa di ogni genere che ci circonda. Quando si va a lavorare e si pensa, ahimè, alla miriade di problemi da cui siamo circondati mentre chi ci rappresenta si dedica ai propri svaghi e ai propri giochini psicologici da baracchino, è una conseguenza inevitabile la tragedia a cui stiamo assistendo. Oltre, quindi, a migliorare le condizioni dei lavoratori sul cantiere bisognerebbe migliorarne l' assetto sociale, cio' di cui l' operaio si nutre a livello psicologico: dargli maggiore sicurezza che la vita che sta percorrendo non fa schifo, che i suoi figli non sono destinati allo sbaraglio della disoccupazione che la propria casa ipotecata non sarà pignorata. Bisognerebbe che l' italiano medio possa dinuovo sperare in una qualche forma di risparmio: è importante che il padre di famiglia possa contare su di un modesto risultato dei propri sforzi... Ne gioverebbe la psiche e la vita in generale.

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  3. Non so che dire...Ho lavorato per 3 settimane a Marghera in porto, e ogni giorno succedeva qualcosa, morti, ruspe che cadevano in acqua, navi contro la banchina... Allo stesso tempo, so benissimo come a volte si prendano le cose sottogamba, e in assenza di una formazione adeguata e di persone che vigilano sia facile dimenticarsi che si lavora in posti pericolosi.
    Sono d'accordissimo con Anna, comunque: la sicurezza comincia a casa.

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  4. ciao viviana... anche io mi sono posta il problema dei banalissimi etero, in questo periodo... in effetti (non che io abbia nulla contro le altre categorie da te citate anzi...) ma inizio quasi a sentirmi troppo "normale"!!! ;)

    per gli infortuni... è una tragedia!

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  5. Sono decisamente d'accordo con cinciamogia. Ho lavorato per un po' come consulente in materia di sicurezza sul lavoro e ho visto tante aziende (anche se fortunatamente a me non è mai capitato di dover gestire un infortunio) e penso che la questione sia soprattutto culturale, e che che lo strumento più efficace per intervenire, anche se richiede tempi lunghi, sia la formazione.
    E quando dico che il problema è culturale non mi riferisco solo a certi datori di lavoro che vedono la sicurezza come un "costo inutile". Mi riferisco anche a tutti quei lavoratori che si comportano da sciagurati (tipo si arrampicano sui ponteggi dall'esterno o salgono sui tetti senza imbragature nè parapetti), oppure che non indossano le protezioni perchè altrimenti gli altri li prendono in giro...
    Per fortuna la legge da questo punto di vista è abbastanza valida. Col tempo (magari qualche lustro) spero che qualche risultato arrivi...

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  6. * Ciao Kai, passa un buon fine settimana allora!

    * Anna, ti dirò, dal mio punto di vista se uno vuole che la propria vita non faccia schifo ha modo di migliorarla. Nel piccolo, certo, compatibilmente a quelle che sono le proprie disponibilità e possibilità, ma qualcosa si può fare. Star lì a piangersi addosso perchè i politici ed i dirigenti hanno soldi e potere non porta da nessuna parte. Se vuoi una vita soddisfacente fuori dal lavoro, investi su di essa: passa tempo con le persone che ami, pratica uno sport o scegliti un hobby, fa' qualcosa che - magari - possa avere un risvolto positivo anche nel lavoro come un corso d'informatica o di lingue. Nessuno, credo, ha mai obbligato un operaio o un impiegato a piazzare il culo sul divano e guardarsi il Grande Fratello... Ci sono convegni, incontri, corsi, seminari proposti - spesso gratuitamente - da circoscrizioni, Comuni, Province, associazioni. Ma certamente è molto più comodo star seduti davanti alla tv e lamentarsi di quanto guadagnino i politici anzichè diventare attori della propria esistenza.
    Circa il miglioramento dell'assetto sociale, invece, sono pienamente d'accordo con te. In questo senso credo proprio che, chi più chi meno, ci si senta preda della precarietà e dell'incertezza. Ma, ancora una volta, siamo noi a scegliere. Scegliamo chi ci deve governare, tanto per cominciare; scegliamo che spese affrontare (chi l'ha detto che bisogna cambiare auto ogni tre o quattro anni? Chi me lo fa fare di comprare un cellulare nuovo ogni anno e mezzo? Chi mi obbliga ad andare al ristorante il giorno di Pasquetta? Chi mi impone di comprare quella marca di jeans anzichè quella sconosciuta che costa un terzo?); scegliamo se seguire la massa o documentarci e fare magari di testa nostra.
    Chi sta bene - oggi come ieri - non farà mai nulla che possa portarlo a stare "un pochino meno bene" ed è utopistico pensare che politici ed alti dirigenti rinuncino o anche solo diminuiscano i propri privilegi. E' dalla base che deve partire il cambiamento. E se questo comporta terminare il mio lavoro con cinque minuti di ritardo perchè ho indossato le scarpe anti-infortunistiche e mi son messo l'imbragatura, così sia!

    * Cinciamogia, la sicurezza comincia a casa, certo. Non a caso sono terrificanti i numeri di incidenti che avvengono tra le mura domestiche. Ben inteso, questo mio post non voleva criminalizzare i datori di lavoro: so benissimo che spesso materiali e modalità per prevenire gli incidenti vengon messi a disposizione, ma vengono ignorati dal personale. Il discorso è: perchè vengono ignorati dal personale? Secondo me per due motivi principalmente: la fretta (la necessità di fare tutto e subito) e l'impunità (non venogno effettuati i controlli e, se vengono effettuati e qualcuno non rispettava le norme di sicurezza... pazienza). Resta a questo punto da vedere se la fretta sia volontaria - come nel caso della casalinga che si arrampica sullo sgabello invece di usare la scala e poi cade - o se non sia invece imposta dal titolare dell'azienda o dal caporeparto; resta da vedere se i controlli non vengono effettuati e se i comportamenti errati non vengono sanzionati per negligenza o perchè, fondamentalmente, a tutti fa comodo così...

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  7. * Elena, non credo che per questi infortuni si possa dire "è una tragedia". Trgedia è, singolarmente, quella che colpisce ciascuna famiglia di queste vittime del lavoro. Ma tragedia è anche ciò che non è ponderabile, che colpisce improvvisamente ed inaspettatatamente. Troppo spesso, invece, in questi casi ci sono distrazione, incuria, sbadataggine, fretta... elementi che fanno sì che avvenga ciò che non dovrebbe MAI avvenire.
    Per quanto riguarda l'essere "troppo normale", nel mio caso non è sensazione nuova: l'avevo già provata mesi or sono...

    * Luca, come ho già detto a Cinciamogia non volevo certo lanciare la croce addosso ad imprenditori e industriali. Il discorso che faccio io è che non è accettabile che ogni giorno, per colpa dell'uno (imprenditore) o dell'altro (operaio) ci sia qualcuno che ci lascia le penne mentre lavora. Evidentemente non ci sono abbastanza controlli o, se ci sono, le sanzioni per chi sgarra (che può benissimo essere anche il dipendente, eh! Il muratore che non si mette le imbragature, l'operaio ch enon rispetta le norme di sicurezza, l'impiegato che si arrampica su una sedia per raggiungere uno scaffale invece di prendere la scala...) non sono abbastanza severe.

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  8. Le morti sul lavoro sono una piaga sociale, dovuta al sistema economico che produce lo sfruttamento.
    Però la domanda è mal posta: "quand'è che il diritto al lavoro verrà tutelato, garantito e messo in pratica anche per dei banalissimi eterosessuali non pregiudicati italiani?"

    Io direi, quand'è che il diritto al lavoro verrò tutelato, garantito e messo in pratica per tutti i lavoratori? I lavoratori sono tali indipendentemente dai loro gusti sessuali.

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  9. mio padre mi raccontava che qui a genova ogni volta che succedeva un infortunio grave sul lavoro, e dico infortunio grave, si usciva dai posti di lavoro e si andava in piazza a fare casino... ora quando si esce dal lavoro si va a prendere l'aperitivo.
    Va cambiata la forma di lotta e la coscienza della gente che se ne frega!
    un saluto

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  10. Hai ragione, non è accettabile. Dovremmo fare casino quando succede qualcosa, pretendere che ci siano dati strumenti e formazione sulla sicurezza, ed essere sempre presenti a quello che facciamo quando siamo sul luogo di lavoro e non abbassare mai la guardia: su questo tema non si può.

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  11. certo che la tragedia è per le famiglie!!!
    per il restovorrei sottolineare l'altro lato della medaglia. certo, a volte la gente muore per incuria ma, purtroppo, a volte, magari non in questi casi, gli incidenti sono anche causa del menefreghisno italico rispetto alle regole, e in particolare alle regole preventive di sicurezza da adottare in quanto tali. dico questo perchè mi capita di lavorare nei cantieri proprio nel campo della sicurezza e non hai idea di quanto sia difficile far si che gli operai utilizzino gli accorgimenti necessari con le modalità adeguate. purtoppo c'è la mentalità del più furbo che appena ti giri salta da un ponteggio all'altro o da un tetto all'altro e... in questo caso non si può parlare di incuria. non è neanche un problema di informazione, è davvero solo pigrizia o sentirsi più in gamba degli altri.

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  12. * Matteo, certo, i lavoratori dovrebbero essere uguali indipendentemente da sesso, colore della pelle, gusti sessuali... La verità vera è che, però, spesso vengono più tutelati i cosiddetti "discriminati" che non i cosidetti "normali", col risultato che si scatena una guerra tra poveri che non fa bene a nessuno.

    * Ernest, certo un tempo si faceva più casino. Un tempo, mi dicono, i sindacati tutelavano i lavoratori e non erano dei "para-politici" come sono oggi (dai, siamo onesti: sono pure loro interessati solo e soltanto a garantire i propri privilegia acquisiti!). Però non me la sento di criticare soltanto i datori di lavoro: quante volte sono i dipendenti che, pur avendo a disposizione mezzi di tutela, se ne fregano e non li utilizzano? Quante persone nei cantieri edili non indossano caschi protettivi nè imbragature? Quante persone per "velocizzare il lavoro" trascurano le norme di sicurezza?

    * Cinciamogia: sono pienamente d'accordo con te.

    * Elena, ma certo! Infatti, come ho già detto qui sopra a Luca e Cincia, non volevo certo incolpare solo e soltanto i datori di lavoro. Spesso sono proprio i lavoratori che, per incuria, menefreghismo o fretta, trascurano le norme di sicurezza. Per questo invocherei seri controlli e serie sanzioni per chi trasgredisce, siano essi datori di lavoro o lavoratori. Perchè su certi argomenti "chiudere un occhio" può essere fatale. E troppo spesso lo è.

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  13. Hai Ragione -"Te ghet ragiù" nel dialetto del mio paese-, è per questo che c'è ilo problema del lavoro per la gran parte della popolazione! E pensare che in Giappone addirittura muoiono per eccesso lavorativo! Bisognerebbe fare a metà.

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  14. @ Dqu, il problema del lavoro è rimasto tale e quale a distanza di oltre un anno o, tutt'al più, si è persino aggravato. E' sconfortante. Per come la vedo io, tra non molto penso che andrò a cercare lavoro come badante in Romania o come colf nelle Filippine...

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