giovedì 4 dicembre 2008

Il quadro e la cornice


"Quanti di voi parlano di Babbo Natale ai bambini? Ci si dimentica, così, che Natale è per noi cristiani il ricordo della nascita di nostro Signore. E' il festeggiamento di un Gesù che nasce bambino nel mondo, un bimbo salvatore": queste parole, pronunciate qualche tempo fa dal sacerdote della parrocchia di Rho nel corso di un'omelia, mi hanno fatto ripensare a Monsignor Maggiolini, storico vescovo di Como tornato a Casa da non molto (qui l'articolo del Corriere della Sera).
Un vescovo scomodo, per molti versi, ma che certamente non poteva essere accusato di non essere diretto.
Pochi giorni prima del Natale 2005 aveva fatto scoppiare in lacrime metà dei bambini presenti nel Duomo di Como asserendo che «non è Babbo Natale, ma a portarvi i doni sono papà e mamma rintronati dalla pubblicità».
Duro. Senza dubbio. Ma vero.

Quanti sedicenti cristiani vivono il Natale solo come espressione esteriore e consumistica? Per molti il 25 dicembre è diventato come il 14 febbraio o l'8 marzo: un'occasione per spender quattrini, far festa, stare in compagnia delle persone che amiamo. E nulla più.
Ma questa, per chi è cristiano, può essere tutt'al più la cornice. Che non dovrebbe mai distrarre l'attenzione da quella che è la vera opera: l'opera di Dio che si fa uomo e viene ad abitare in mezzo a noi.

P.S. Il "rintronamento" ormai è tale che... provate a digitare www.letteradigesubambino.com/ e guardate cosa compare!

4 commenti:

  1. Tutto assolutamente vero... ma è il senso religioso che ha "abbandonato" lo stile di vita corrente.

    La provocazione che lancio io è questa: quanti genitori parlano ai bimbi della sacralità della vita (resa SACRA proprio per effetto dell'INCARNAZIONE!) o semplicemente della vita?

    Eppure sarebbe proprio il ruolo dei genitori quello di accompagnare i figli nelle esperienze, nascita e morte comprese...

    mah... forse sono davvero troppo bacchettona!

    Però io ricordo la fatica che ho fatto a far incontrare miei figli con la morte... e anche quanto loro la accettavano solo per fiducia.
    Adesso che sono grandi, sono capaci di consolare anche me davanti alle prove.
    Io spero che questo li renda più forti... più corrazzati...

    E - per finire - noi in casa scriviamo ancora la letterina a Babbo Natale.
    E lui ci risponde (hi hi hi hi)

    Ma è un gioco!!! Che ha cambiato le regole man mano che loro crescevano. Però io non avrei MAI voluto che queste "regole" le spiegasse qualcuno di diverso dai genitori...

    Ecco... prolissa oggi....

    Chiudo lasciandoti un forte abbraccio!!!

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  2. In linea di massima sono d'accordo con queste considerazioni, ma far scoppiare a piangere i bambini così... Va bene essere brutali con i genitori e dar loro uno scossone quando serve, ma con i piccoli ci vuole tatto.

    Tanti bambini in cuor loro sanno che Babbo Natale è un'invenzione, ma credere che sia lui (o Santa Lucia, o la Befana) a portare i regali -e con essi magari anche qualche sorriso e un po' di calore in più nella famiglia- è comunque un gioco importante per loro, del quale trovo sia crudele privarli. In presenza di un'educazione adeguata e intelligente da parte degli adulti, non penso che assecondare la fantasia e l'innocente bisogno di magia e di incanto di un bambino costituisca una minaccia per lo sviluppo della sua eventuale futura fede o per la comprensione del significato cristiano del Natale.

    Buon fine settimana.

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  3. Ti chiedo scusa .e devo dirti che adoro Natale..ma saprai certamente che non è a Natale la nascita di Cristo..e il Natale è una festa pagana..decisa da Costantino..e Cristo c' entra solo per l' intervento della madre..molto cristiana..un compromesso..
    e comunque la spirituale..deve essere festeggiata ogni giorno dentro noi....
    perdonami non è una polemica..e solo per esprimere il mio parere e come non sono stupita di tanto consumismo in questi giorni..sono giochi umani..niente a che fARE CON LO SPIRITO..
    mADDY

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  4. @ tutte
    Ragazze, fondamentalmente sono d'accordo con tutte voi. Dal mio punto di vista, e credo - ma è mia opinione personale - anche da quello di Monsignor Maggiolini, il "problema" non è Babbo Natale, il "problema" è la confusione creata attorno ad esso: si fanno diventare centrali i doni, il ricevere, l'avere, l'ottenere che dei desideri vengano realizzati. Tutte cose che, per chi è cristiano, dovrebbero essere tutt'al più la cornice e non certamente la centralità della scena.

    La magia, la fantasia, sono beni preziosi da preservare, ma non quando vanno a scapito della persona umana e della sua ricchezza interiore. Guardate, tra i "grandi", quali danni riescono a fare superstizione e dabbenaggine: uno crede nei maghi e nella magia e finisce turlupinato e derubato dal primo astrologo/cartomante/mago pronto a spennare il pollastro!
    Preservare la magia di Babbo Natale (o di Santa Lucia, o di Gesù Bambino o di San Nicola...) che porta i doni va bene, ma soltanto come un gioco che richiami alla mente il fatto che il vero dono è la nascita di Gesù che si fa uomo per noi; l'attesa, per chi è cristiano, deve essere per questo avvento (=adventus, venuta) e non per "la cornice".
    Chi cristiano non è può naturalmente vivere la festa degli acquisti, dello scambio di doni, dello stare insieme, ci mancherebbe, ma son solo io a credere che in questo modo la festa sarebbe soltanto esteriore, svuotata del suo profondo significato?

    Per quanto riguarda le giuste affermazioni di Maddy circa la storicità del Natale è vero che la Chiesa ha deciso di sovrapporre la festività per la nascita di Nostro Signore ad un rito pagano per il sole, tuttavia per me il 25 di dicembre vale tanto quanto il 18 marzo o il 21 settembre: non è la data scelta a fare la festa, per me, è l'evento che si festeggia a far festa. Gesù è un amico che mi accompagna nelle mie giornate, festeggerei il suo compleanno anche se cadesse il 3 giugno!

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