martedì 8 aprile 2008

La masai bianca


Ovvero sia: donne e buoi dei paesi tuoi.
Può sembrare antiquato, lo so, ma secondo me è così che funziona: lui di Roma e lei di Trento? Ok! Lui di Torino e lei di Catania? Benone! Ma, se il mix inizia ad essere qualcosa del tipo lui di Ottawa e lei di Kelantan almeno si parta consapevoli che qualche difficoltà potrebbe sorgere...
Non è questione di razzismo, è questione di buon senso! La propria cultura, le proprie tradizioni, il proprio credo (sia religione o superstizione poco importa) influiscono su ciò che "si è", ne fanno parte.
Con questo non voglio dire che non possano esserci unioni felici tra persone nate in zone geografiche, culturali e religiose differenti, ma solo che queste unioni richiedono molta più maturità personale e di coppia, molta più capacità di mediazione, di comprensione reciproca e di sopportazione dell'altrui modo di essere, molta più fatica di quanto non ne richieda un'unione tra compaesani.

Corinne è europea, gestisce una boutique di successo, ha una bella casa ed un fidanzato; proprio con lui decide di fare una vacanza in Kenia ed è in questo Paese, mentre si trovano a bordo di un traghetto, che lei vede per la prima volta l'uomo che le cambierà la vita. Si tratta del guerriero masai Lketinga. Lo segue con lo sguardo, dolente al pensiero di perderlo. Lo incontra di nuovo. Decide che sarà il suo uomo.
I due non hanno nulla in comune, neppure riescono a comunicare se non a fatica, ma lei decide di abbandonare tutto e di restare a vivere in Kenia, con lui.

Questo libro, che mi è stato prestato da una cara amica, mi ha fatta arrabbiare in modo indicibile! Contrariamente a quanto potrebbe sembrare, infatti, secondo me non si è trattato neppure di una storia d'amore bensì di un capriccio da ricca europea. Lei sognava notti di passione infuocata, pranzetti e cenette col suo bel guerriero, una casa, una vita fianco a fianco... Lei sognava all'europea.
Ed è rimasta delusa quando la "notte di passione infuocata" si è rivelata una penetrazione e cari saluti, e c'è rimasta male quando ha scoperto che i guerrieri masai mangiano con altri guerrieri ma certo mai con le donne, e non ha fatto salti di gioia quando si è ritrovata a vivere in una capanna fatta di sterco e paglia, e non gioiva quando lui spariva per intere settimane chissà dove... ma, bella mia, è così che è il Kenia, è così che vivono i masai!
Certo, a onor del vero va detto che, mentre molte avrebbero fatto armi e bagagli e sarebbero tornate di corsa in Svizzera col capo cosparso di cenere, Corinne ha tenuto duro, ha stretto i denti, ha combattuto contro le differenze culturali e la malaria.
Eppure, alla fine, dopo quattro anni, la storia d'amore - o presunta tale - tra Corinne e Lketinga è giunta al capolinea e lei, con la loro bimba Napirai, torna a vivere in Svizzera.

Sarebbe interessante, secondo me, anche sentire il parere di Lketinga e di sua madre a proposito; conoscere la loro opinione circa questa signora europea che li ha privati di figlia e nipotina... E, perchè no?, sentire anche che ne pensa Napirai circa il fatto di essere cresciuta senza un papà, lontana da una nonna e a chilometri e chilometri di distanza da quella che è stata la sua terra nativa.

E la mia arrabbiatura continua...
Autore: Corinne Hofmann
Traduttore: Burgazzoli L.
Editore: BUR Biblioteca Univ. Rizzoli (collana Superbur)
Data di pubblicazione: 2001

24 commenti:

  1. Ho visto molte interviste con Corinne Hofmann (che poi non è la donna della foto in copertina). Davvero impressionante la vita dei masai. In un servizio che ho visto lei è tornata, insieme a Napirai, a trovare Lketinga e gli altri masai. Lui mi è sembrato molto ragionevole.

    Mi ha fatto ridere cmq che lei, che aveva una boutique di abiti da sposa, si sia sposata proprio in uno dei suoi abiti bianchi, tutto pizzo e velo :-)

    Ciao, Alex

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    1. Ciao Alex,potresti dirmi dove hai trovato queste interviste? Ho letto "La masai bianca" e sono curiosa del proseguo. Grazie.

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  2. non la conoscevo... beh.. ecco non sono porprio d'accordissimo con il detto moglie e buoi dei paesi tuoi... io e Gp siamo di città diverse e abbiam omolti punti di vista culturali diversi... ma questo secondo me ha creato ricchezza!! :D poi ecco... un masai ha sicuramente uno stile di vita unn po' diverso da quello di un italiano quindi.. magari... informarsi prima e capire se le differenze ti faranno vivere una vita migliore da quella da cui scappi no??? :)
    un bacio mia splendida lettrice appassionata!

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  3. * Alex, bentornata! In effetti il libro che mi era stato prestato non aveva nemmeno questa copertina (ma in internet ho trovato questa immagine, quindi...He! He! He!) e le uniche foto che avevo visto della Hoffmann erano quelle contenute nel volume, tra le quali quelle del suo matrimonio: una nuvoletta bianca di pizzo in mezzo alla polverosa terra del Kenia! Un contrasto pazzesco! Spassoso! :-D
    Sono contenta se ha dato alla figlia l'opportunità di conoscere il padre e la sua terra d'origine! Grazie dell'informazione!
    ...Contribuisce a farmi sbollire un po' l'arrabbiatura... ;-)

    * Vivi, mia carissimaaaaa!!! Ma dai, tu e GP non fate testo! Voi siete fatti l'uno per l'altraaaaa!!!
    Ma a parte ciò, un conto sono persone che vengono una da due parti diverse ma pur sempre dello stesso ambiente - più o meno -, un altro conto sono persone che arrivano da contesti praticamente opposti!
    Le differenze e le occasioni di confronto e di crescita in una coppia ci sono sempre, secondo me, anche tra due persone nate e cresciute sullo stesso pianerottolo (una ama le mostre e l'altro le trova noiose, uno ama il cinema e l'altra non lo sopporta, una ama fare sport e l'altro adora stare spaparanzatosul divano,una va alla sagra del carciofo e l'altro a quella della soppressata...), ma quando le differenze cominciano ad essere "io vivo in un trilocale e lui su una palafitta" o "io mi faccio una doccia al giorno e lei l'acqua la deve andare a prendere al fiume, a 5 chilometri di distanza"... non dico che non possa funzionare, eh, ma certamente richiede una bella dose d'impegno in più! =D
    Un bacione grosso grosso, tesora bella!

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  4. Io ho appena finito il libro in un certo senso penso che tu abbia ragione (sono Svizzera anch'io e non lascerei il mio stupendo paese neppure morta) "mogli e buoi dei paesi tuoi" è molto più semplice... però Corinne ha avuto il coraggio di cambiare tutta la sua vita per amore di un uomo (e ti garantisco che quando sei abituato alla pulizia, alla burocrazia perfettamente funzionante, agli ospedali di primo livello, all'educazione e alla discrezione che regnano da noi non è facile) possiamo dire lo stesso di suo marito? Le relazioni fra due persone così diverse non sono certo facili e necessitano un grandissimo impegno (trovo sia già dura sposare qualcuno che la vede in modo molto diverso da noi in fatto di politica o religione anche se è delle nostre parti) ma questo impegno deve essere reciproco.
    Certo mi dispiace molto che il marito di Corinne sia stato privato dei suoi diritti di genitore e di veder crescere la sua bambina ma lei gli ha dato molte possibilità e ha rinunciato a tutto per lui lui forse avrebbe potuto cercare (non dico di vivere all'Europea ma almeno) di rispettare un po' di più la donna che aveva lasciato tutto per lui e che lo manteneva.
    In fin dei conti non credo sognasse un rapporto all'Europea, secondo me avrebbe solo voluto un uomo che invece di insultarla e di sospettare fantomatici tradimenti mentre lei si impegnava a portare a casa la pagnotta e a lottare per conservare la sua salute le mostrasse un po' di rispetto e le venisse un po'incontro il fatto di essere nati in una capanna di sterco non significa non avere la possibilità di riflettere e di capire un po' le esigenze altrui.

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  5. * Ciao A. H. benvenuta!
    Personalmente ritengo che il marito di Corinne si sia comportato nell'unico modo possibile e comprensibile per lui.
    Nel libro viene spiegato chiaramente che per i Masai le donne vanno trattate così come lui trattava Corinne. Non si trattava quindi di una mancanza di rispetto, nè di mancanza d'amore, nè di incapacità di comprendere le esigenze altrui. Si è trattato, semplicemente, di due mondi completamente diversi che sono entrati in contatto, finendo per collidere e collassare.
    Per quanto riguarda poi insulti e sospetti di tradimento, questo purtroppo avviene in tutti i luoghi ed a tutte le latiduni e può verificarsi anche tra due compaesani che sono cresciuti insieme ed hanno frequentato le stesse scuole... ma se, oltre a sospetti e mancanza di rispetto, c'è anche il problema della diversità culturale ed educativa certamente il rapporto si complica ulteriormente.
    Io almeno la penso così. :-)
    Grazie di essere passata e di aver lasciato il tuo commento, spero di rileggerti, visto che siamo anche vicine di casa... :-)

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  6. ciao vivy,
    scusa se è da un po' che sono assente...ma come vedi appena riesco vado nel tuo bellissimo sito !!!
    anch'io ho letto questo libro tempo fa...
    si all'inizio bella storia...ma poi sono pienamente d'accordo con te che culture troppo diverse possano convivere a lungo...
    poi purtroppo alla fine ci rimettono soprattutto i figli....
    un bacione erica

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  7. Buon giorno a tutte voi lettrici appassionate, ho appena scoperto, girovagando nel web, questo blog.
    Devo dire che domenica sera, dopo 4 ore consecutive, ho finito di leggere il libro della Hoffman.
    Io da sempre prediligo libri di storie vere e inerenti luoghi lontani da noi, come non citare "La mia Africa" e altri libri simili.
    Ho avuto il mal d'Africa prima ancora di andarci e quando finalmente in viaggio di nozze sono riuscita ad andarci (In Tanzania)sono rimasta, per circa 4 giorni dal mio arrivo, ovattata in un mondo paralello a quello che era sia quello africano che europeo.
    Sono rimasta molto sconvolta dalla scelta che ha fatto l'autrice perchè sinceramente è impensabile riuscire a vivere in una di quella capanne fatte di sterco (io ci sono entrata veramente...vi assicuro che è impossibile per noi concepire questo modo di vivere). Apprezzo tutto ciò che ha fatto e sono sicura che lei ci abbia creduto veramente (non si può altrimenti spiegare la sua soddisfazione davanti alla sua nuova "bella" manyatta fatta di cacca di mucca. Ovviamente è tornata a casa (e questa è la via di fuga) quando i problemi con il marito si sono fatti insostenibili ma noi donne europee sposate con europei...magari vicini di casa,non facciamo la stessa cosa? Quando le cose non vanno bene torniamo a casa da mamma e papà con i figli al seguito!!!! Un caro saluto a tutte
    ElenaG

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  8. * Ciao Elena e benvenuta!
    In effetti la realtà africana, con la sua molteplicità di culture, tradizioni, i luoghi magnifici, gli spazi sconfinati, deve sembrare quasi irreale a chi, come gli europei, la incontrano per la prima volta. Ci credo che tu sei rimasta come immersa in un mondo ovattato, senza ben comprendere se fosse sogno o realtà!
    Vedi, io non discuto che possano esserci matrimoni tra esponenti di culture diverse che funzionano benissimo: ciò che dico è che sicuramente questi richiedono ancor più pazienza, comprensione e... sopportazione dei matrimoni "tradizionali". Ciao!

    * Erica, tesoro mio, leggo solo ora il tuo commento, scusa! Grazie al cielo ci siamo viste al mio matrimonio, così ci siamo parlate di persona! Un bacione grande!

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  9. anche io ho letto il libro, dopo aver visto il film qualche settimana fa. E sono veramente indignata!!! come è possibile che Corinne si spacci per "masai" non me lo posso proprio spiegare: non ne ha imparato la lingua, non si è adattata ai loro usi e costumi, con tutto il "grande amore" per il suo Lketinga non ha saputo adattarsi ed essere quello che lui avrebbe voluto: una vera Masai che sta a casa senza far niente tutto il giorno a badare i figli. Non ha saputo, non ha voluto??? boh!!! anche io penso che per noi europei sia inconcepibile il mondo masai, come tanti altri mondi diversi dal nostro... ma come si permette allora di farsi chiamare "la masai bianca" quando masai non ha voluto esserlo??? penso che lketinga non abbia chiesto niente a lei, mi sembra che sia lei ad andarselo a cercare e a puntare i piedi come una ragazzina innamorata per avere quell'uomo. ok, bellissimo, ma il mondo è pieno di uomini belli. anche in svizzera!!! o sbaglio?!?! c'è una battuta nel film che mi riassume un po' tutto il comportamento deplorevole di Corinne. quando il suo "ragazzo" all'aeroporto le dice che è solo "per un cazzo!". aveva ragione!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

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  10. Ciao Anonimo/a. Io il film non l'ho visto, ho soltanto letto il libro, ma sono d'accordo con il tuo commento e… con quello dell'ex fidanzato di Corinne. Grazie, a presto!

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  11. Salve a tutti, sono Cristina e ho appena visto il film con un pò di anni di ritardo, perchè non mi interessava, non amo niente dell'africa e mi fa male la sofferenza di quella povera gente. Devono aver una vita quotidiana terribilmente difficile e invece sorridono sempre.....Io ammiro Corinne, io non c'è l'avrei mai fatta. Non c'è la farei a vivere al sud del nostro paese. Io la ammiro, per amore e per passione e non importa se per un cazzo, è febbre, fuoco, follia, la vita pura, quelle forti emozioni indescrivibili, quella felicità che ti posta al cielo solo quando lo baci e poi il puro inferno. Però lei ha vissuto, molto più di noi cento messi insieme. Ha fatto bene. Ora è più ricca di un amore grandissimo perchè sono convinta che lo ami ancora, e ha una bellissima figlia. E non importa se se ne andata. Se ne valeva la pena. Un saluto a tutti . Cristina da udine

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  12. @ Criss777, ben venuta! Come certamente avrai capito, io Corinne non l'ammiro per niente e, anzi, trovo che abbia fatto una scelta avventata, stupida e sconsiderata, che ha portato a soffrire non soltanto lei ma ha causato dolore anche ad altre persone. Però rispetto il tuo punto di vista. Ognuno è libero di pensarla come vuole. E di vivere la propria vita come vuole. Spero tornerai a trovarmi, magari commentando qualche altro libro. Ciao!

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  13. Concordo in pieno! Sul mio blog ho anche "recensito" il film tratto dal libro!

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  14. Io credo proprio che il tuo commento alla storia di Corinne sia alquanto fuori luogo. Come puoi giudicare la vita e le scelte di un'altra persona senza conoscere fino in fondo tutta la storia e, soprattutto, senza essere nei panni di quella persona? Credo che tutti, all'inizio di una grande storia d'amore, abbiano la convinzione che proprio l'amore sarà la chiave che aprirà le porte degli antidoti alle differenze culturali, tradizioni diverse, abitudini normalmente impossibili ad incontrarsi. Purtroppo non è mai cosi; tutto questo, col tempo, salta fuori. Anche le grandi passioni come quelle tra (citando il film) Carola e Lemalian, prima o poi si attenuano o comunque non bastano a livellare le differenze inconciliabili tra due ambienti tanto diversi.Io trovo il film molto bello e fino all'ultimo ho sperato che la loro storia non finisse: certo, il libro è più completo (trarre un buon film da un libro è sempre difficile, soprattutto un film che sia fedele al 100%), ma credo che la bravura degli attori e in particolare di Nina Hoss, renda la visione di questa pellicola molto piacevole. Anch'io amo molto l'Africa e, dal mio punto di vista, dico che se Corinne Hoffmann fosse stata la ricca europea capricciosa di cui tu parli, si sarebbe limitata ad un'avventura Africana, non si sarebbe certo sposata con Lketinga e tantomeno avrebbe avuto un figlio da lui. Quanto al fatto di portar via sua figlia: sicuramente l'ha fatto per il suo bene, x salvarla da una cultura dove la donna conto meno di un animale, oltre che da usanze barbare che lei non solo come donna, ma anche come madre, non poteva certo sostenere o volere per sua figlia. Come tutti sanno, Lketinga si è risposato e ha avuto molti altri figli; Corinne ha sempre provveduto non solo a lui e alla sua famiglia, ma anche ad aiutare tutta la comunità di Barsaloi (oltre che a crescere sua figlia da sola). Quindi, prima di giudicare il suo operato e di classificarlo come "stupido, avventato e sconsiderato, che ha portato sofferenza e dolore a lei e ad altri".. Proviamo a metterci nei suoi panni, a guardare le cose dal suo punto di vista e non dal nostro. Io, al contrario di te, la trovo una donna molto coraggiosa, in tutti i sensi e l'ammiro molto. Ah, e "benvenuta", si scrive tutto attaccato.
    Saluti

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    1. Anonimo, ciascuno è libero di avere le proprie idee. Certamente Corinne apprezzerebbe più la tua visione che non la mia, ma io non scrivo per far piacere a qualcuno, scrivo quello che penso e sento e trovo normale che questo non sempre sia condiviso ed apprezzato da tutti: ciascuno ha le proprie idee. Ti ringrazio per il commento.
      Saluti

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  15. Buonasera a tutti. Ho letto il libro della Hofmann,sotto consiglio di una cara amica. L'ho trovato bellissimo,una storia toccante poichè reale. Corinne,una donna coraggiosa,niente a che fare con i "capricci di una ricca europea" per il semplice fatto che,se così fosse stato,non avrebbe mai accettato di vivere seguendo lo stile di vita masai. Non avrebbe mollato casa,lavoro,vita,per vivere in un villaggio povero come Barsaloi,rischiando ogni giorno la vita tra malaria ed epatite. Questa donna è andata incontro alla cultura masai,ha vissuto come loro e con loro. Ha cercato di creare un progetto di vita con Lketinga,tutto finalizzato al benessere della coppia prima e della famiglia dopo,con la nascita di Napirai. Aprire un negozio,fare viaggi immensi e pericolosi per comprare la merce a proprio spese,a Maralal,aprire una piccola discoteca,cercare insomma di avere due soldi per vivere,non può essere definito "non adattarsi all'immagine di donna che i masai hanno",anche perchè Lketinga in primis e i vari membri della famiglia,hanno appoggiato Corinne nei suoi progetti. Lketinga era impazzito,non c'è altro da dire. Non si può razionalmente essere gelosi di una donna come Corinne,semplicemente per tutto quello che ha sempre fatto,sacrificando la sua vita per un amore spassionato. Lketinga questa cosa non l'ha capita mai probabilmente. L'intraprendenza e indipendenza della Hofmann sono valori che il giovane guerriero samburu non ha saputo cogliere. Finale tristissimo,un amore che non riesce a sconfiggere le differenze. Mi sento di attribuire la fine di questa splendida storia a Lketinga,per aver distrutto tutto a causa di tradimenti immaginari. Questa è la mia idea. Ora avrei da chiedervi delle informazioni riguardo ai libri che hanno seguito il primo volume. In italiano non stati tradotti,dunque chiedo in caso qualcuno li avesse letti in altre lingue: 1) reunion in barsaloi (versione inglese) com'è? ho letto in qua e là che si tratta di un volume suddiviso in tre parti,solo la terza parla del ritorno di Corinne a Barsaloi. è così? 2) "Africa,la mia passione",il quarto volume,qualcuno l'ha letto in un'altra lingua? 3)Qualcuno può passarmi qualche intervista o documento in italiano,inglese o francese,relativo all'argomento? Ho trovato solo interviste e articoli in tedesco,quei pochi in inglese parlavano solo dell'esistenza di altri volumi. Grazie a tutti.

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    1. Rosa Maria Macina, innanzi tutto grazie per il tuo commento. Come ben potrai immaginare, non condivido la tua opinione su Corinne e Lketinga, ma rispetto il tuo punto di vista.
      Purtroppo, non avendo amato questo libro non ho letto i volumi che lo hanno seguito e, di conseguenza, non posso esserti d'aiuto nella tua ricerca, ma spero che qualche lettore possa rispondere alle tue domande.
      Grazie ancora e buona serata.

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    2. Io mi sono perduta innamorata di un masai durante una vacanza con il mio ragazzo, appena i nostri occhi si sono incontrati e scattato un colpo di fulmine, io sono molto innamorata del mio ragazzo na e successo. A casa sono tornata con il mio ragazzo ma sono stata malisdimo xche non faccio altro che pensare a lui. A distanza di mesi ci sentiamo tutti i giorni, mi dice che mi ama tantissimo e che mi aspettera tutta la vita e io in alcuni momentj vorrei prendere l' aereo e correre da lui ma poi una parte di me quella piu razione mi blocca. Vorrei essere come corinne ma forse penso troppo, la mia decisiobe potrebbe fare molto male a tutti compreso il mio compagno cui tengo moltissimo. Ma non riesco a fare a meno di lui e sempre nei pensieri......non e cisi facile, provare x credere!!!

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    3. Anonima, ho qualche difficoltà a credere che tu sia molto innamorata del tuo ragazzo se a distanza di mesi ancora senti tutti i giorni il masai (ma poi, che masai è? Uno che vive attaccato allo smartphone? Mah!)... Comunque, se questo commento è reale - e nutro qualche dubbio in merito - ti consiglio vivamente di chiarirti le idee, per il tuo bene e per quello dei tuoi due innamorati.

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  16. Assurdo ma vero!!! La stessa cosa è successa a me: durante una vacanza con il mio ragazzo mi sono innamorata di un masai. Appena i nostri occhi si sono incrociati è scattato il colpo di fulmine e ci siamo cercati per tutta la durata della vacanza, ma non abbiamo avuto modo di stare insieme (anche se avrei voluto). Non mi era mai capitato prima di pensare ad un altro ragazzo che non fosse il mio compagno, sono stata fedele a lui da sempre, ma col masai quasi "scivolavo"... Ma non finisce qui, anche io dopo mesi sto malissimo e continuo a sentirmi con lui su whatsapp tutti i giorni: mi dice che mi ama tantissimo e che mi aspetterà tutta la vita e io in alcuni momenti vorrei prendere l' aereo e correre da lui. Mi manca il respiro quando sento la sua voce, lo penso continuamente anche quando sono occupata nelle mie attività quotidiane. E' un sentimento folle! All'inizio credevo fosse il mal d'Africa a farmi stare imbambolata, ma adesso penso sia il mal di Masai!!! Chi nn ha provato almeno il mal d'Africa non può capire...

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    1. Anonima, forse hai ragione: forse, semplicemente, non posso capire.
      Grazie per il commento, ciao.

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